“ANCHE SE IL MONDO CADE A PEZZI, L’OPPOSIZIONE ITALIANA RESTA UNA GRANITICA SICUREZZA” – “LA STAMPA”: “COME SEMPRE GIORGIA MELONI NON È SFIDATA POLITICAMENTE. A FRONTE DI UNA DIFFICOLTÀ CONCLAMATA, DALL'ALTRO LATO LE MOZIONI SONO SEI, DICASI SEI, CONTE ESCE QUANDO PARLA ELLY SCHLEIN E SCHLEIN NON APPLAUDE QUANDO PARLA CONTE, ARMI SÌ-ARMI NO SIAMO ALLE SOLITE” – “PER CAVARSELA OGNUNO FA IL SUO COMIZIETTO, IN APERTA COMPETIZIONE CON L'ALTRO PER DECIBEL E DEMAGOGIA…”
Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “La Stampa”
Guardate le immagini (senza volume) di Giorgia Meloni ieri in Parlamento.
Ci raccontano di un linguaggio del corpo meno baldanzoso del solito, di tanti foglietti pieni di appunti, di un numero infinito di bicchieri d'acqua ingurgitati quasi per deglutire la tensione.
Ascoltate le parole, più dimesse del solito, prive stavolta di un titolo ad effetto, anche scomposto.
ursula von der leyen giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina. foto lapresse
Parole e immagini fotografano il bivio, e dunque la difficoltà, tutta politica di fronte a cui si trova la premier italiana alla vigilia di un Consiglio europeo che rappresenta uno snodo decisivo nella storia, nel mondo di Trump.
[…] Ecco il bivio: può permettersi Giorgia Meloni di essere l'unico leader europeo, assieme ad Orban, a dire di no, di fronte a uno scatto?
Questo fa da sfondo a un discorso ancor più chiuso del solito nel recinto dell'appartenenza: le critiche ai burocrati e al bilancio europeo, la sostanziale difesa di Trump addossando all'Europa i suoi ritardi, la cancellazione della parola armi dalla mozione.
[…] Il bivio […] fotografa il punto esatto in cui si trova Giorgia Meloni: tra Europa e Trump, interesse nazionale e consonanza ideologica.
Non è un passaggio banale. Un isolamento rispetto ai paesi fondatori significherebbe, per l'Italia, una ricollocazione geopolitica piuttosto marcata, che peraltro mette in discussione quanto la stessa premier ha fatto finora sull'Ucraina, sia pur con diversi livelli di intensità.
ELLY SCHLEIN REPLICA A GIORGIA MELONI ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE
Come ricaduta nazionale significherebbe stressare le contraddizioni all'interno della sua stessa maggioranza e, nell'ossessione di coprirsi a destra, consegnarsi a Salvini. C'è poco da fare: se voti con Orban, le danze le mena il leader leghista. Insomma, è nella classica situazione in cui indietro non può tornare, a meno di mettere in conto un azzoppamento della leadership, ma avanti è difficile andare, perché comunque c'è un costo politico.
Per fortuna (per lei), e qui c'è la sua consueta polizza a vita domestica, come sempre non è sfidata politicamente. A fronte di una difficoltà conclamata, dall'altro lato le mozioni sono sei, dicasi sei, Conte esce quando parla Elly Schlein e Schlein non applaude quando parla Conte, armi sì-armi no siamo alle solite.
GIUSEPPE CONTE ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE
Per cavarsela ognuno fa il suo comizietto, in aperta competizione con l'altro per decibel e demagogia. Qualunque cosa accade nel mondo, anche se cade a pezzi, l'opposizione italiana resta una granitica sicurezza.
giorgia meloni alla camera 2
giorgia meloni alla camera foto lapresse 3
giorgia meloni alla camera foto lapresse 4
giorgia meloni alla camera foto lapresse 5
ELLY SCHLEIN REPLICA A GIORGIA MELONI ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE
ELLY SCHLEIN REPLICA A GIORGIA MELONI ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE

