capella pedofilia vaticano

STRAPPATO ALLE GRINFIE DELL’FBI – PER QUESTO IL MONSIGNORE PEDOFILO E’ STATO PRIMA TRASFERITO IN VATICANO E POI ARRESTATO: DA SEI MESI VIVE COME UN NABABBO DENTRO LE SACRE MURA – BECCIU ERA CONTRARIO AL RIENTRO: VOLEVA FARLO MARCIRE NELLE CARCERI AMERICANE

 

Franca Giansoldati per il Messaggero

 

PRETI E PEDOFILIA

Ingente materiale pedopornografico. Dietro quell'aggettivo ingente si celano migliaia e migliaia di file, filmati e fotografie ricevuti, scambiati e condivisi sul web. Bambini e ragazzini violati nell'anima, prima ancora che nel corpo. Monsignor Carlo Capella, il diplomatico del Papa, è stato arrestato ieri mattina dalla Gendarmeria e trasferito dal suo alloggio provvisorio, un bell'appartamento nel palazzo dei Penitenzieri, praticamente accanto a Santa Marta, in una cella situata dalla parte opposta del piccolo Stato pontificio, a ridosso delle mura michelangiolesche.

PRETI E PEDOFILIA

 

Sei mesi fa quando il Dipartimento di Stato americano aveva comunicato alla Segreteria di Stato che un monsignore della Nunziatura a Washington aveva scambiato materiale pedopornografico infrangendo la legge rigorosissima sulla tutela dei minori, e che proprio per questo di lì a poco l'Fbi avrebbe proceduto al suo arresto, i vertici della Santa Sede decisero di avvalersi della prerogativa degli Stati sovrani richiamandolo di corsa a Roma. Il diplomatico era coperto dall'immunità. Una mossa politica che di fatto ha salvato monsignor Capella dalla giustizia d'Oltreoceano evitandogli un processo negli Stati Uniti o in Canada, dove sarebbero avvenuti gli scambi di materiale hot. Foto e filmati scabrosi aventi come oggetto bambini.

 

LE INDAGINI

CARLO CAPELLA

I fatti risalgono al periodo di Natale del 2016 quando Capella si recò come ospite in una parrocchia dell'Ontario. La polizia canadese alle prese con una gigantesca operazione contro la pedofilia, arrivò ad individuare nella rete dei pedofili uno dei computer parrocchiali e determinare gli accessi utilizzati, fino ad arrivare a formulare precise accuse sul numero due della Nunziatura americana. 

 

FBI

Monsignor Capella, cinquant'anni, consigliere di prima classe negli Usa era un personaggio di spicco. Tra i suoi compiti in nunziatura aveva anche il delicatissimo incarico di sistemare le future nomine dei vescovi, scegliendo o scartando i candidati all'episcopato. Praticamente una debacle per l'intera struttura vaticana. A settembre la decisione richiamarlo in Vaticano - come era sempre stato fatto anche in passato per altre vicende giudiziarie - finì ripercorrere la solita prassi e salvaguardare le prerogative dello Stato.

 

PEDOFILIA

In quei giorni il Sostituto alla Segreteria, monsignor Angelo Becciu, si trovava fuori Roma per il periodo di vacanze estivo. Non fu lui a decidere. Anzi pare non fosse proprio d'accordo sulla linea del rientro. Dal Vaticano fu così pubblicato un comunicato (privo del nome del prelato) che confermava la notifica del Dipartimento di Stato americano per via diplomatica e la possibile violazione delle norme sulla pornografia minorile. In quelle poche righe si aggiungeva che era stata aperta una indagine, naturalmente top secret perché la trasparenza del tribunale vaticano si è dimostrata regolarmente assente.

 

MONSIGNOR BECCIU

I vescovi americani qualche giorno dopo - choccati per questa vicenda, chiesero al Papa spiegazione sul perché un indagato per pedo pornografia fosse stato richiamato a Roma. «Questa è una questione serissima. Speriamo che la Santa Sede possa fare una investigazione trasparente in conformità alle leggi che proteggono i minor» aveva detto il cardinale Daniel Di Nardo, presidente della conferenza americana, non nascondendo la propria preoccupazione.

 

fbi1

Il possesso di materiale pedo pornografico è considerato un crimine canonico dalla Chiesa. Papa Ratzinger prima e successivamente Papa Francesco hanno inasprito le pene per chi detiene o scambia foto pornografiche con minori. Le pene prevedono anche la dismissione allo stato laicale del prete. Cosa che però non sempre viene fatta valere. 

 

Karadima

Il caso del pedofilo seriale del Cile, Karadima, è un esempio che sta scuotendo le coscienze in America: nonostante gli abusi riscontrati l'ottuagenario sacerdote vive in una casa di riposo alle porte di Santiago del Cile, celebrando la messa ogni mattina. Capella ora dovrà presentarsi in tribunale. In questi sei mesi ha potuto vivere senza alcuna restrizione in Vaticano, ricevendo la visita di tanti amici sacerdoti e anche di alcuni cardinali molto in vista.

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…