IL SUICIDIO DELL’OCCIDENTE: I CRISTIANI MASSACRATI E PERSEGUITATI IN AFRICA NON VALGONO UNO SCIOPERO GENERALE – OGNI ANNO OLTRE 3MILA CATTOLICI VENGONO UCCISI SOLTANTO IN NIGERIA, NELL’INDIFFERENZA TOTALE DELLE ANIME BELLE CHE RIEMPIONO LE PIAZZE CON OGNI SCUSA (DA GAZA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, FINO ALL’AMBIENTALISMO) – LA SCORSA SETTIMANA, 303 BAMBINI SONO STATI RAPITI IN UNA SCUOLA, IN NIGERIA, MA NON SI VEDONO EDITORIALI LACRIMOSI SU UNA VERA CAMPAGNA DI PULIZIA ETNICA E RELIGIOSA...
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QUANDO A ESSERE PERSEGUITATI SONO I CRISTIANI, TUTTI TACCIONO – IN NIGERIA 315 PERSONE SONO STATE RAPITE AL COLLEGIO CATTOLICO DI ST. MARY, AD AGWARA. SI TRATTA DI 303 ALUNNI E 12 INSEGNANTI – MARTEDÌ ERA STATA ASSALTATA UNA CHIESA PENTECOSTALE, DURANTE UNA MESSA – NEL PAESE AFRICANO LA VIOLENZA DELLE BANDE CRIMINALI SI SOMMA A CIÒ CHE RESTA DEI GRUPPI TERRORISTICI JIHADISTI COME BOKO HARAM – COME MAI NELLE PIAZZE ITALIANE, DOVE NEI MESI SCORSI MILIONI DI PERSONE SONO SCESE IN PIAZZA PER GAZA, NON SI VEDONO MANIFESTAZIONI O CORTEI? LA VITA DEI CRISTIANI NON VALE UNO SCIOPERO GENERALE?
NIENTE CORTEI IN PIAZZA, NESSUN INTELLETTUALE INDIGNATO. PER I CRISTIANI MASSACRATI C'È SOLO IL SILENZIO
Estratto dell’articolo di Matteo Matzuzzi per “il Foglio”
“Quale sarebbe la nostra reazione se duecento bambini di una scuola cattolica fossero rapiti a Minneapolis, Chicago, New York o in qualsiasi altra città americana?”, s’è chiesto (e ha chiesto) sui social network mons. Robert Barron, il vescovo più mediatico d’America, finito anche nella top-ten dei pretendenti alla presidenza della Conferenza episcopale degli Stati Uniti.
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I bambini rapiti, nella scuola nigeriana di St.Mary, sono in realtà 303, cui vanno aggiunti dodici insegnanti. Moltissimi sono riusciti, non si sa come, a scappare e a salvarsi, mentre uomini armati facevano razzia di ragazzini tra i dodici e i diciassette anni. Nella notte tra venerdì e sabato scorsi, un gruppetto è riuscito a tornare a casa.
La risposta alla domanda del vescovo americano è evidente: il silenzio. Nel fine settimana le piazze italiane erano invase da manifestazioni […] in occasione della giornata contro la violenza sulle donne […]. […]
MARANZA PRO PALESTINA ALLO SCIOPERO PER GAZA A MILANO - FOTO LAPRESSE
Nei giorni scorsi si è manifestato per Gaza o, meglio, contro Israele, a Bologna. Con tanto di pietre lanciate contro le Forze dell’ordine e il solito côté di feriti e devastazioni. Greta Thunberg e i suoi amici coloravano di verde il Canal Grande, a Venezia, protestando contro l’ecocidio.
Si manifesta per tutto, nelle città d’occidente. Ogni causa è buona per denunciare soprusi e vergogne. Si manifesta per tutto tranne che per i cristiani, perseguitati “più che nei primi secoli”, come da efficace definizione bergogliana.
Da anni, nell’Africa subsahariana, i cristiani sono macellati. Raid continui, case e chiese date alle fiamme, migliaia di uomini e donne e bambini rapiti. Nigeria, Burkina Faso, Sudan e ancora più giù, in Mozambico.
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scuola st mary ad agwara, nigeria
Cifre che surclassano quelle annotate un decennio fa nel vicino oriente, quando le milizie califfali segnavano le case dei cristiani con la “N” di nazareno ponendo gli inquilini davanti al dilemma: convertirsi o andarsene, senza nulla.
Allora, un moto d’indignazione mondiale si vide, forse non tanto per il destino che attendeva i cristiani della Mesopotamia quanto per il terrore che l’avanzata terroristica dei ceffi neri di Abu Bakr al Baghdad potesse compromettere le passeggiate sul lungomare delle città europee, la serenità di una cena in ristorante, qualche viaggio in treno o aereo.
Ma l’Africa, e per di più quella a sud del deserto, è lontana. Non è mica Gaza. Quindi niente appelli di attempate star della tv contro il massacro, niente intellettuali coltissimi a scuotere le coscienze intorpidite, niente cantanti in lacrime a chiedere un sussulto degli spiriti distratti per porre fine a quanto accade. Niente di niente, figurarsi manifestazioni in strada. Il massimo in cui si può sperare è qualche monumento illuminato, magari di rosso sangue, così fa più effetto.
[…] Il problema non è certo la conta. Non è che non c’è persecuzione se il numero degli sgozzati cristiani è – forse – inferiore di qualche unità rispetto ai fedeli all’islam. Si insiste sul dialogo, necessario come non mai. Ma volere il dialogo, e cercarlo, non può portare a derubricare le stragi e i rapimenti a effetti collaterali di un “conflitto sociale” in cui la religione non c’entrerebbe.
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C’entra eccome e basterebbe soffermarsi sull’ultimo rapporto di Acs […] per accorgersi che […] quanto si vede in Nigeria ha assunto i connotati di una “campagna di pulizia etnica e religiosa”, anche perché “la maggior parte delle vittime nei conflitti con i fulani è cristiana, e le aree colpite coincidono in larga parte con quelle che in passato hanno resistito all’espansione islamica del XIX secolo”.
Ha scritto il Daily Telegraph: “L’Osservatorio per la libertà religiosa in Africa sostiene che la violenza etnica abbia ‘alterato il panorama demografico della cintura centrale della Nigeria’, e che tra l’ottobre 2019 e il settembre 2024 i cristiani in alcuni stati ‘siano stati uccisi a un tasso 5,2 volte superiore rispetto ai musulmani, in relazione alla loro dimensione demografica’. Forse i cristiani sono stati scacciati non tanto perché cristiani quanto perché si trovano sulla traiettoria degli attacchi, ma il risultato non cambia: una forma di pulizia etnica.
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