toninelli di maio perilli

TONINELLI ROSOLATO E FRITTO - L’EX MINISTRO VIENE SCONFITTO DA GIANLUCA PERILLI NELLA CORSA A CAPOGRUPPO M5S AL SENATO: LA SUA CANDIDATURA HA FATTO STORCERE IL NASO A MOLTI - CAOS INVECE ALLA CAMERA DOVE C'È STATA UNA SECONDA FUMATA NERA NELLA VOTAZIONE TRA FRANCESCO SILVESTRI E RAFFAELE TRANO - INTANTO ROBERTA LOMBARDI APRE IL CASO ZINGARETTI: “SE C'È LA SFIDUCIA NEL LAZIO LA VOTIAMO”

Emanuele Buzzi per il “Corriere della sera”

 

luigi di maio stefano buffagni riccardo fraccaro danilo toninelli barbara lezzi

Una sconfitta al fotofinish per Danilo Toninelli e una situazione che si aggroviglia alla Camera e a Roma si apre un fronte contro Nicola Zingaretti. Intanto l' esito del secondo turno delle votazioni per la scelta dei capigruppo M5S dà il quadro plastico, frammentato, della situazione all' interno del Movimento - spaccato a metà nella decisione - e segna per l' ex ministro una sconfitta cocente. Già perché a Palazzo Madama il ballottaggio tra Gianluca Perilli, vicecapogruppo uscente, e Toninelli, che era stato eletto capogruppo per acclamazione nel marzo 2018 e aveva lasciato la carica per diventare ministro, si chiude 47 a 44.

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIULIA GRILLO

Tre voti soli premiano l'ex consigliere regionale ed ex membro del mini-direttorio romano. Un esponente considerato vicino alla cerchia ortodossa, ma stimato anche dai governisti. Toninelli, invece, perde la prova di forza interna: la sua candidatura nelle scorse settimane ha fatto storcere il naso ad alcuni colleghi, che hanno giudicato inappropriato, dopo le vicissitudini legate alla sua esperienza di governo, un suo ritorno da capogruppo al Senato.

perilli

 

Luigi Di Maio - in viaggio istituzionale negli Stati Uniti - ha vissuto il confronto da spettatore, senza intervenire nella disputa al Senato. Stessa linea per il capo politico anche alla Camera, ma a Montecitorio il discorso è molto più complesso. Il passo indietro di Anna Macina (33 preferenze per lei al primo turno), considerata indipendente ma vicina al leader, non è servito a sbloccare la situazione. Anzi.

 

Ieri c'è stata una seconda fumata nera nella votazione per il nuovo capogruppo. Il primo round tra Francesco Silvestri e Raffaele Trano era finito 67 a 61. Il gap tra i due è aumentato: 14 voti (86 a 72), ma resta distante dal quorum posto a quota 109 preferenze. Troppe, considerate le 19 schede bianche e le 24 nulle.

 

Silvestri, ex vicecapogruppo uscente come Perilli, rimane il favorito, ma non ha saputo conquistare il bacino di voti lasciato da Macina. Il deputato, ben visto dai vertici al punto da conquistare anche un ruolo di raccordo con la giunta capitolina, ha costruito una squadra che comprende anche elementi dei falchi, come Riccardo Ricciardi, suo potenziale vice. Il team «di mediazione», però, non ha trovato il sostegno completo dei governisti: alcuni temono possibili voltafaccia.

 

roberta lombardi (3)

Quella di Trano, invece, viene considerata all' interno del gruppo parlamentare, una candidatura «di rottura», al punto che l' esponente pentastellato è intervenuto nei giorni scorsi per smentire l' etichetta di dissidente che è stata affibbiata a lui e alla sua squadra: «Nulla di più lontano dalla realtà che ci vede alla continua ricerca di una condivisione e di una partecipazione che coinvolga tutto il gruppo parlamentare».

 

Lo stallo alla Camera non può protarsi a lungo. Il gruppo dovrà rivotare la prossima settimana, ma c' è chi sta premendo per arrivare a un ballottaggio tra i due pretendenti senza quorum. C' è anche chi si augura una soluzione di compromesso, una «terza via». La situazione rimane rovente e nel gruppo tornano a circolare voci su altri 3-4 possibili addii.

nicola zingaretti

 

Di fuoco è anche lo scenario che si va delineando nel Lazio. La Lega è pronta a presentare a una mozione di sfiducia nei confronti del governatore Nicola Zingaretti, alleato di governo del M5S. «Voteremo compatti a favore della sfiducia», dice Roberta Lombardi, capogruppo in Regione. Ma la giunta non pare a rischio.

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