TREMONTI CAMBIA CASA (EDITRICE): ANCHE GIULIETTO LASCIA MONDADORI (TUTTA COLPA DI “PANORAMA”) - RENZI APRE ALLO STADIO PER LO SCARPARO VIOLA - LA MELA DI JOBS SOTTO LA MADUNINA - UN MARCHESE PIDDINO PER GENOVA - PICCOLI TOSCANI CRESCONO CON MCDONALD’S - METROWEB, GUERRA PER BANDA (LARGA) - BUFERA BEFERA SUL CONDONO - CAOS LEGA: QUALCUNO FERMI TOSI PRIMA DEL CONGRESSO - COMMISSIONE ANTIMAFIA SOTTO IL TITANO…

A cura di Enrico Arosio e Primo Di Nicola per "l'Espresso"


1. TREMONTI HA UN'ALTRA CASA...

Con Silvio Berlusconi, soprattutto dopo l'incidente del mancato voto sul rendiconto dello Stato che ha costretto il presidente del Consiglio a ricorrere a un affannoso voto di fiducia, i rapporti sono ormai ai minimi termini. Con la Mondadori, casa editrice del premier, le relazioni sono invece praticamente azzerate.

A meno di clamorosi colpi di scena, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha deciso di non pubblicare con l'azienda di Segrate il suo prossimo saggio, dedicato anche questo ai grandi scenari della politica e della finanza europea e mondiale.

Con la Mondadori, Tremonti ha pubblicato quasi tutti i suoi libri, l'ultimo dei quali, "La paura e la speranza", si è rivelato addirittura un bestseller. Anche per quello in gestazione era ormai tutto fatto e deciso. Ma poi è arrivato un articolo di "Panorama", settimanale proprio della Mondadori, dedicato ai rapporti strettissimi tra il ministro e il plurindagato deputato Marco Milanese (a cominciare dalla casa che i due dividevano nel centro di Roma), che a Tremonti non è proprio piaciuto.

Da qui la rottura (il ministro ha annunciato anche una querela contro il giornale) e la decisione di affidare ad altri la pubblicazione del libro. Nel caso, la Rizzoli, con la quale, anche se il contratto non è stato ancora firmato, le trattative sono ormai molto avanzate. P.D. N.

2. CALCIO & POLITICA - DELLA VALLE ALL'ULTIMO STADIO...
Baci e abbracci tra il sindaco Matteo Renzi e Andrea Della Valle. Dopo le bacchettate del passato, tra i Della Valle e Renzi è scoppiata la pace. Motivo? La costruzione del nuovo stadio di Firenze. Gli imprenditori marchigiani l'avevano già dato per tramontata, dopo il no alla Cittadella, 80 ettari su terreni Fondiaria. Ma Renzi ha rilanciato proponendo come sede l'area del mercato ortofrutticolo Mercafir, 36 ettari.

Una Cittadella dimezzata. Ma, come ha spiegato l'architetto Massimiliano Fuksas, in 36 ettari si può costruire tutto ciò che era previsto nel mega progetto. Della Valle sorride: "Il progetto di Renzi? Interessante". Ora la parola passa ai tecnici. L'idea è quella del project financing in quanto i terreni sono del Comune. Ai Della Valle l'operazione dovrebbe costare 200 milioni. M. La.

3. SCHIFANI VA IN TOURNÉE...
Se Berlusconi cade, Schifani c'è. Il presidente del Senato sarebbe onorato di guidare un governo "del Presidente" che arrivi al 2013. Schifani si è convinto infatti che Giorgio Napolitano non potrebbe che scegliere lui. Capace di garantire i voti del Pdl e, al tempo stesso, attento ai suggerimenti del Quirinale sulla scelta dei ministri. Ma il problema, oltre alle inchieste di mafia che lo sfiorano, è anche la scarsa notorietà internazionale dell'ex civilista palermitano.

Ecco allora che la sua consigliera più ascoltata, Tiziana Ferrari (ufficialmente "consulente per l'arte") lo sta aiutando a preparare un'impegnativa agenda di viaggi all'estero per "rilanciare la sua immagine internazionale".

La "Schifani tournée" prevede missioni in Cina, Stati Uniti, Polonia e a Bruxelles e lo staff della seconda carica dello Stato sta lottando per avere incontri al massimo livello. Per ora, i risultati non sono eccelsi. Forse Schifani riuscirà a incontrare Josè Barroso e il presidente dell'Europarlamento, ma in Cina dovrà accontentarsi del presidente dell'Assemblea del Popolo, figura meramente decorativa, e negli Usa del vicepresidente Joe Biden (anche se in realtà ancora non è sicuro neppure lui). S.B.

4. GUERRA PER BANDA...
C'è anche un giro di poltrone dietro i malumori di Paolo Romani, ministro allo Sviluppo, nel campo della banda larga. Franco Bassanini, presidente di Cassa depositi e prestiti (Cdp), ha assunto la stessa carica in Metroweb. Questa società ha appena annunciato un piano che potrebbe sostituire quello di Romani, per portare la banda larga nelle case degli italiani. A volere la nomina di Bassanini è stato Vito Gamberale, ad del fondo F2i, che controlla Metroweb (con Intesa Sanpaolo).

Bassanini ha subito dichiarato che Cdp sosterrà il piano Metroweb. Da qui il disappunto del ministro: solo pochi mesi fa, infatti, Bassanini (da alcuni criticato per il conflitto di interessi) aveva assicurato identico sostegno al suo piano ministeriale. A. L.

5. MILANO - LA MELA IN GALLERIA...
Lo spirito di Steve Jobs aleggia su Milano, e tira aria di miracolo. Presto il Comune annuncerà chi ha vinto la gara per l'ambitissima location in Galleria Vittorio Emanuele, proprio di fronte al ristorante Savini, indirizzo di prestigio e miniera d'oro in senso commerciale: in lizza sono Apple, Prada e Gucci.

I due marchi del lusso sono ovunque, nel cuore cittadino (Prada, nella stessa Galleria), la Apple no. Anzi, nella primavera 2010 era saltata, anche per la contrarietà dell'Arcidiocesi, l'operazione di aprire un Apple Cube trasparente, sul modello di New York, addirittura in piazza Duomo.

Il sindaco Moratti, che non si arrese, propose di collocarlo allora in largo Augusto, ma il gigante californiano rifiutò; e oggi, archiviata l'idea del Cube, ci riprova col modello megastore. A Palazzo Marino, anche con Pisapia, c'è chi tifa moda e chi tifa Apple. La commissione giudicatrice è autonoma, ma si ha la sensazione che, grazie a un magico effetto Jobs, potrebbe vincere la Mela. E. A.

6. PARLAMENTO IN CIFRE...
60 sono i deputati che da inizio legislatura hanno abbandonato il Pdl. Alcuni sono rimasti nella maggioranza, come Gianfranco Miccichè che ha fondato un suo partito; molti, come i finiani, sono invece passati all'opposizione. Morale: mentre a inizio legislatura il governo poteva contare sul sostegno di 343 deputati, nell'ultimo voto di fiducia (14 ottobre) i favorevoli sono risultati appena 316.

7. PRIMARIE PD - UN MARCHESE PER GENOVA...
Nella sfida al femminile fra il sindaco Marta Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti per la candidatura a primo cittadino di Genova, nelle primarie del centrosinistra spunta un outsider: il marchese Marco Doria, della blasonata stirpe che fece la storia della Superba. Il Dna politico non gli manca, vantando fra gli ascendenti non solo il più grande uomo di Stato della Repubblica Genovese, Andrea Doria, ma anche il padre Giorgio, vicesindaco del Pci negli anni Settanta.

Presentato da un manifesto di sette intellettuali cittadini, il 56enne Doria, professore universitario di economia, ha subito incassato l'appoggio di Sel. E il Pd? I dirigenti locali mostrano equidistanza, ma i bersaniani nascondono a fatica l'infatuazione: il marchese, pur mai iscritto al Pd (è all'estrema sinistra dai tempi della Bolognina), potrebbe seriamente insidiare entrambe le candidate, più subite che amate dal partito. C. F.

8. PUBBLICITÀ - TOSCANI E TOSCANINI...
È firmata Toscani la campagna di McDonald's sui manifesti delle principali città: una serie di variopinti ritratti di clienti della catena del fast food. La sorpresa, però, è che autore non è il celebre Oliviero, ma suo figlio Rocco, 31 anni, laureato all'Art Institute di Chicago, che sta seguendo le orme paterne in campo fotografico. E anche in quello pubblicitario, da quando il babbo ha lasciato nelle mani sue e di sua sorella Lola, 24enne, la gestione della Sterpaia.

È la factory creativa cui Oliviero aveva dato vita qualche anno fa nelle scuderie della Tenuta di San Rossore (prima dei Savoia, poi a disposizione dei presidenti della Repubblica, ora della Regione Toscana), in attesa di una sistemazione a polo culturale. Per Toscani le cose sono andate troppo per le lunghe e ha chiuso il laboratorio, trasferendolo a Milano e affidandolo ai figli. I quali ricambiano acquisendo, oltre alla multinazionale del panino, clienti come Heineken e la griffe di moda Montezemolo. Vi. P.

9. REFERENDUM - ALL'ELBA BASTA UN COMUNE...
Nonostante le proteste dei sindaci italiani contro gli accorpamenti dei comuni minori voluti dal governo, un comitato di cittadini dell'Elba chiede di riunire sotto un solo ente le otto amministrazioni attualmente esistenti nell'isola. Un cambiamento storico, perché un Comune unico all'Elba non si registra dai tempi di Napoleone. Spiega Gabriele Orsini, coordinatore del comitato: "L'unificazione permetterebbe di tagliare 126 poltrone, tra assessori e consiglieri, e un risparmio di 500 mila euro l'anno".

Cinquemila firme entro sei mesi, poi la Regione Toscana potrà indire un referendum e, a seconda del risultato, emanare la legge che permetterà di costituire il Comune unico. "Non tutti i sindaci, ovviamente, sono d'accordo", prosegue Orsini: "Alcuni remano contro, ma pensiamo che entro il 28 marzo raggiungeremo i consensi necessari". F. L.

10. FORZE ARMATE - PICCOLI SARDI CRESCONO...
Gioco di squadra fra sardi in commissione Difesa a Montecitorio. La deputata Amalia Schirru (Pd), sostenuta dai corregionali Melis, Fadda e Pes, ha presentato una proposta per abbassare da 165 a 150 centimetri l'altezza minima per il reclutamento nelle Forze armate. Un tema che riguarda da vicino l'isola, dove si registra la statura media più bassa d'Italia.

I vertici militari, in audizione, si sono mostrati scettici e così è stato un altro sardo, il sottosegretario Giuseppe Cossiga, a suggerire un provvedimento più vago per aggirare l'ostacolo. Detto fatto: il cagliaritano Salvatore Cicu (Pdl) ha presentato un nuovo testo che, per il reclutamento, considera la massa corporea a prescindere dai centimetri di altezza. P. Fa.

11. VALANGA ANTI PORCELLUM...
Centinaia di lettere, mail e telefonate stanno sommergendo la sede romana dell'Idv. Per dire cosa? Per chiedere dove si possa sottoscrivere il referendum sulla legge elettorale. I termini per presentare le firme anti Porcellum sono scaduti il 30 settembre, eppure in tanti vorrebbero aggiungere il proprio autografo al milione e 200 mila già consegnato in Cassazione.

Siccome non è più possibile, nel partito di Di Pietro si sono organizzati, cercando di rispondere a tutti: grazie mille, ma adesso non si può. Nella speranza che conservino l'entusiasmo per votare in primavera, se la Corte Costituzionale deciderà che il referendum può essere ammesso. F. Sch.

12. CONDONO - BUFERA BEFERA...

"In Italia si evade molto e non si possono fare sconti. Equitalia, la società di riscossione, non può essere considerata un ammortizzatore sociale ma deve recuperare evasione. Lo Stato non può fare sconti e deve far pagare le imposte". Mercoledì 12 ottobre, alla commissione Finanze, il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, si lancia in una intemerata contro le norme molli in campo fiscale.

Qualche parlamentare interpreta le sue parole come un "no" al condono ipotizzato dal governo e si sorprende, anche perché due giorni prima lo stesso direttore era stato molto più morbido sul condono, definendolo solo un problema "politico". Perché allora la stroncatura? "Così Befera ottiene due risultati", dice Lucio D'Ubaldo, senatore Pd: "Si allinea a Tremonti, contrario al condono, e si smarca dal governo per riavvicinarsi al centrosinistra, area dalla quale proviene". M. D. B.

13. SE PUTIN SI ARRABBIA...
"All'Ambasciata russa sono arrabbiati per quello che hai detto su Putin, non vorrei che facessero una protesta formale. Anzi, non vorrei succedesse qualcosa qui dentro o a te". Così Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera e presidente del comitato Italia-Russia, il 12 ottobre ha scherzosamente informato dei malumori russi il capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova alla buvette di Montecitorio.

Cosa aveva detto il finiano di tanto grave nell'aula della Camera? "Mentre Sarkozy e Merkel discutono del futuro dell'Europa, Berlusconi è andato in visita personale da Putin che è persona da non frequentare". "Ma è un capo di Stato!", ha sottolineato Lupi rimproverando Della Vedova. Che ha ribattuto: "Anche Gheddafi lo era...". M. L.

14. MANOVRE LEGHISTE - FERMATE QUEL TOSI...
L'hanno annunciato più volte, ma il congresso nazionale della Lega in Veneto si terrà solo quando Flavio Tosi risulterà inoffensivo. Lo dicono ormai apertamente i bossiani. Il rischio è che il popolare sindaco di Verona vinca la corsa alla segreteria: sarebbero guai per il cerchio magico, di cui fa parte il veronese Federico Bricolo. Contro Tosi si sono schierati anche il segretario uscente e sindaco di Treviso, Gianpaolo Gobbo, e il governatore Luca Zaia.

Dopo la tregua siglata a Padova, l'accordo tra le correnti leghiste appare traballante e si fonda sull'impegno di Tosi di rivedere i provvedimenti disciplinari (alcune sezioni commissariate) contro i bossiani. Che però meditano vendetta: "Lo faremo morire da sindaco", dicono, impedendogli ogni altro incarico. P. T.

15. UN TITANO CONTRO LA MAFIA...
San Marino corre ai ripari contro la mafia. Per porre un freno alle infiltrazioni delle cosche sul Titano, è stata creata una commissione parlamentare antimafia. E, con i consigli dell'ex procuratore Pier Luigi Vigna, si lavora anche a una struttura di intelligence, a una procura antimafia e a una legge ad hoc per contrastare la malavita organizzata.

Altro piatto forte del pacchetto sicurezza è il riordino delle forze di polizia per uno Stato il cui territorio è più piccolo della provincia di Rimini. Non è ancora chiaro se si passerà dagli attuali tre corpi distinti (gendarmeria, polizia civile, guardia di Rocca) a una sola forza o se a essere tagliati saranno solo due dei tre comandanti, lasciandone uno solo per tutti. B. C.

 

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