donald trump fucile pistola

TRUMP INFILA DAZI OVUNQUE? NON PROPRIO - COME PREVISTO, LA MINACCIA DI UNA GUERRA COMMERCIALE SERVE A COLPIRE I VERI PARACULI DEL DUMPING INTERNAZIONALE (LA CINA) E SPAVENTARE GLI ‘AMICI’: IL PRESIDENTE HA PARLATO DI ESENZIONI PER CANADA E MESSICO, E VEDRAI CHE PURE L’ARCIGNA UNIONE EUROPEA AVRÀ DELLE CONCESSIONI. È LA TECNICA NEGOZIALE DI TRUMP, SCRITTA PURE NEI SUOI LIBRI…

  1. DAZI: CINA, SE GUERRA USA DAREMO NECESSARIA RISPOSTA

trump donald

 (ANSA) - Una guerra commerciale non è mai la giusta soluzione colpendo "sia il promotore sia il bersaglio in un mondo globalizzato": nel caso maturi, "la Cina darà una giustificata e necessaria risposta", ha affermato il ministro degli Esteri Wang Yi, in merito alle tensioni con gli Usa. "Noi speriamo che la Cina e gli Stati Uniti abbiano un dialogo calmo e costruttivo su basi paritarie e trovino una soluzione 'win-win'". Malgrado elementi di competizione, i legami tra Cina e Usa "sono definiti più di partnership che di rivalità".

 

Citando gli ultimi sondaggi utili, Wang ha rilevato che più del 50% del popolo americano considera con favore la Cina, risultato di un costante miglioramento registrato negli ultimi anni. "Spero che la gente non si concentri solo sui problemi delle relazioni tra Usa e Cina, ma guardi anche con attenzione agli aspetti positivi", aggiunto il ministro nella gremita conferenza stampa tenuta a margine del Congresso nazionale del popolo.

 

donald trump a dubai

"Più la Cina si sviluppa, più grande può essere il suo contributo al mondo", ha detto Wang ribadendo la volontà di Pechino sullo sviluppo pacifico e la cooperazione di mutuo beneficio. La Cina è impegnata nella "lunga marcia" di modernizzazione e non vuole sostituire gli Usa a livello internazionale. "Alcuni americani affermano che la Cina si sostituirà al ruolo degli Usa nel mondo. Questa conclusione è fondamentalmente sbagliata", ha concluso il ministro.

 

 

  1. DAZI: UE, ECCEZIONI A PAESI FORSE BUON SEGNO

 (ANSA) - "Non sappiamo ancora cosa succederà" ma il fatto che "nessuno abbia ancora visto il testo" sui dazi che il presidente Usa Donald Trump firmerà e le potenziali eccezioni ad alcuni Paesi del Nafta, forse dalla Gran Bretagna e altri "in un certo senso sono una buona notizia perché è il segno che forse possiamo ancora evitare i danni". Lo ha affermato il presidente della Commissione Ue per la crescita Jyrki Katainen, assicurando che "stiamo ancora cercando di convincere gli americani che non è una buona idea mettere i dazi sull'acciaio". E, ha avvertito, "non c'è bisogno di tornare indietro agli anni Trenta, basti pensare agli inizi del 2000 quando gli Usa li imposero e in pratica significò migliaia di posti lavoro persi per gli americani", quindi "non può venire niente di buono da questa strada".

donald trump impianto di riconversione dell'alluminio

 

  1. TRUMP PRONTO A FIRMARE I DAZI DAI TUBI AL WHISKEY «RAPPRESAGLIA» UE

Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera

 

L' ultimo tentativo lo hanno fatto martedì mattina, 6 marzo, il segretario di Stato Rex Tillerson e il capo del Pentagono James Mattis.

 

In una riunione nello Studio Ovale, scrive il Washington Post , hanno avvertito Donald Trump: la stretta sui dazi «mette a rischio» i rapporti con gli alleati più stretti degli Stati Uniti. Vale a dire Unione Europea, Canada, Messico, Giappone. Le pressioni, a quanto pare, hanno dato qualche frutto. «Sono possibili eccezioni per Messico, Canada e altri Paesi, da valutare caso per caso», ha dichiarato ieri la portavoce della Casa Biana Sarah Sanders.

gli operai dell acciaio americano con trump

 

Già oggi il presidente potrebbe firmare l' ordine esecutivo per applicare una tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio. La decisione ha provocato le dimissioni del consigliere economico Gary Cohn, contrario alla manovra.

Da Bruxelles ieri è arrivata la risposta della Commissione europea: un elenco di prodotti made in Usa da colpire con tariffe da definire. Il valore totale delle merci è pari a 2 miliardi e 830 milioni di euro, cioè un terzo rispetto all' export europeo soggetto ai dazi trumpiani. È il limite massimo consentito dalle norme dell' Organizzazione mondiale del commercio per il cosiddetto «ribilanciamento» dei sovrapprezzi.

 

La lista, inviata ai Paesi membri per eventuali aggiustamenti, è per il momento riservata. È stato, però, possibile ottenerne una copia: quattro pagine con 187 voci, di cui 103 nel settore «ferro e acciaio» per un valore di 853 milioni di euro. Il resto viene da articoli tessili e agricoli. Ci sono dunque i semilavorati siderurgici, barre, tubi, cavi e poi «motocicli» (la Harley Davidson non è citata esplicitamente), motori per le barche da diporto, jeans, maglioni di lana, t-shirt, kit per il trucco da donna, «attrezzatura per manicure e pedicure», diverse qualità di riso, i fagioli rossi, il succo di arancia e di cranberries, il Bourbon Whiskey del Kentucky, sigari e sigarette, tabacco da pipa e da masticare. Tutte cose che potrebbero costare di più per i consumatori europei. Sul versante dell' export verso gli Stati Uniti, invece, l' Italia figura al terzo posto dei Paesi danneggiati, alle spalle di Germania e Olanda e prima di Svezia, Spagna, Francia e Regno Unito.

Melania Trump

 

La Ue, dunque, risponde nei limiti delle regole, ma allargando il campo. È un segnale politico. Come dire: anche noi siamo in grado di rilanciare. Una prospettiva che preoccupa Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario: «In una guerra commerciale nessuno vince. E ci sarà un calo della crescita». La diplomazia europea a Washington è ancora al lavoro. Nelle scorse settimane, secondo indiscrezioni raccolte dal Corriere , una delegazione guidata dall' ambasciatore Ue, David O' Sullivan, ha incontrato il repubblicano Paul Ryan, lo Speaker della Camera.

 

trump gary cohn

Risposta di Ryan: «Sono d' accordo, con voi. Ma anch' io sono rimasto spiazzato». Lo stesso Mattis si è trovato di fronte a un piano diverso da quello iniziale. In un «memo» del 22 febbraio, scriveva: «Siamo preoccupati per l' impatto delle tariffe sui nostri alleati chiave. Sono preferibili interventi mirati ed è essenziale spiegare che il nostro obiettivo è la sovrapproduzione cinese».

 

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...