donald trump benito mussolini

TRUMP VUOLE I PIENI POTERI: TRASFORMERÀ GLI USA IN UNA DITTATURA? – GLI ATTACCHI AI DIRITTI INDIVIDUALI, I RICATTI AI GIORNALISTI E I POTERI SEMPRE MAGGIORI ALLA PRESIDENZA: LA DERIVA AUTORITARIA DEGLI STATI UNITI È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI. E NESSUNO FA NIENTE PER FERMARLA – NATHALIE TOCCI: “I CAMBIAMENTI RAPIDI E RADICALI SALTANO ALL’OCCHIO E TENDONO A SUSCITARE UNA REAZIONE. AL NETTO DEI MERCATI, QUELLA REAZIONE ANCORA STENTA AD ARRIVARE NEGLI STATI UNITI, MA LA SPERANZA È CHE SI FACCIA SENTIRE PRESTO. SE NON ARRIVA, LA DEMOCRAZIA IN AMERICA SARÀ GIÀ MORTA. SEMPLICEMENTE NON CE NE SAREMO ACCORTI…”

Estratto dell’articolo di Nathalie Tocci per “La Stampa”

 

nathalie tocci 2

Gli Stati Uniti stanno scivolando verso la dittatura? Dittatura è una parola forte e ancora prematura. La Russia di Vladimir Putin è una dittatura, come lo è la Corea del Nord di Kim Jong Un. Invece, Stati indubbiamente autoritari come la Cina o l’Iran, che manifestano un articolato sistema di potere e non una struttura verticale che inizia e finisce con un solo uomo al comando (perché sempre di uomini si tratta), non possono essere etichettati come dittature; per non parlare di Paesi come la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, l’Ungheria di Viktor Orbán o l’Israele di Benjamin Netanyahu. Autoritari sì, e sempre di più, ma dittature ancora no. […]

 

donald trump

Ma tanto è vero che gli Stati Uniti non sono una dittatura quanto è vero il fatto che abbiano imboccato la via dell’autoritarismo. È passato poco più di mezzo anno dall’inizio della seconda presidenza Trump e già si fatica a definire gli Usa una democrazia liberale.

 

Una democrazia liberale vanta elezioni libere, e su questo gli Stati Uniti continuano ad avere il bollino blu. Potrebbero perderlo in futuro: basti pensare alla determinazione di Trump di eliminare il voto per corrispondenza […].

 

Uno dei momenti più bassi dell’incontro tra Trump e Putin in Alaska è stato proprio quando il presidente americano, inveendo contro il voto per posta, si è vantato in un’intervista con Fox News che il dittatore Putin la pensava allo stesso modo. Altrettanto preoccupante è il ridisegno dei distretti elettorali in Texas per favorire i candidati repubblicani, inducendo la California, governata dai democratici, a fare la stessa cosa per neutralizzare lo squilibrio a favore del Gop.

 

elon musk riceve la chiave della casa bianca da donald trump

Ma se le elezioni libere sono una condizione necessaria di una democrazia, non sono sufficienti. […] Diritti e libertà, stato di diritto e separazione dei poteri sono altrettanto importanti, se non di più. E su tutti questi aspetti, l’America di Trump accelera verso l’autoritarismo.

 

Sui diritti, gli ultimi mesi hanno visto il dispiegamento della Guardia nazionale contro cittadini in California. Ora Trump minaccia di fare lo stesso a Chicago. Ci sono stati arresti e deportazioni di massa, a partire dal caso di Kilmar Ábrego Garcia, un uomo salvadoregno che viveva da anni negli Stati Uniti regolarmente, ingiustamente espulso a El Salvador e ora, al suo ritorno, nuovamente arrestato senza prove.

 

DONALD TRUMP CON LA FOTO DELLA MANO DI KILMAR ABREGO GARCIA

Studenti sono stati arrestati e hanno visto revocare i visti di studio per aver espresso opinioni contrastanti con quelle dell’Amministrazione, come nel caso di Mohammed Kalili per le critiche su Israele. Le libertà accademiche sono sotto assedio, con la crociata di Trump contro le università della Ivy League.

 

 

E mentre alcune, a partire da Harvard, tentano di tener testa all’Amministrazione, altre, come la Columbia […] hanno accettato ingerenze senza precedenti. Così come sono sotto attacco i media, per ultimi Abc e Nbc. Giornalisti e media sono sempre più inclini all’autocensura, da quando Jeff Bezos, ancora prima dell’elezione di Trump, ha negato al Washington Post, di sua proprietà, la possibilità di dare l’endorsement a Kamala Harris, per timore di inimicarsi il probabile futuro presidente.

Kilmar Abrego García con Chris Van Hollen

 

Infine, l’attacco frontale allo stato di diritto e alla separazione dei poteri. Ed è forse qui che la trasformazione dell’America verso l’autoritarismo è più radicale.

 

In sei mesi Trump ha intimidito gli studi legali che hanno rappresentato i suoi oppositori o intrapreso cause contro le sue politiche. Nei primi mesi dell’Amministrazione, con la scusa farlocca dell’efficienza e del taglio alla spesa pubblica, e per mano dell’ex sostenitore Elon Musk, Trump ha abolito o svuotato le agenzie da lui considerate strutturalmente critiche delle sue politiche, a partire dall’agenzia per la cooperazione Usaid, l’agenzia per la protezione dell’ambiente e il Dipartimento per l’Istruzione.

 

donald trump meme

Ora il bersaglio prediletto è diventata la Banca centrale, la Federal Reserve, che si ostina a mantenere la sua indipendenza. Trump ancora non ha compiuto il passo decisivo di rimuovere il governatore Jay Powell, non certo per riverenza verso la democrazia ma per paura della reazione dei mercati, gli stessi che già nel caso della guerra dei dazi lo hanno costretto a mitigare i suoi istinti più radicali. Ma passi di avvicinamento ne ha compiuti, con il licenziamento di Lisa Cook, membro del consiglio dei governatori della Fed. Il licenziamento di Cook segue un copione già noto. Laddove un funzionario pubblico dichiara o pubblica fatti o opinioni che contrastano le presunte verità dell’Amministrazione, quegli individui vengono brutalmente rimossi.

 

Questo è stato anche il caso della direttrice dell’ufficio per le statistiche sul lavoro, Erika McEntarfer, licenziata dopo la pubblicazione di un rapporto con dati preoccupanti sull’economia americana.

 

DONALD TRUMP IN VERSIONE MUSSOLINI

D’altronde, Trump sostiene la teoria,ia dell’esecutivo, ossia che il potere esecutivo debba risiedere esclusivamente nella presidenza. Il potere crescente della Immigration and Customs Enforcement Agency, che risponde direttamente al presidente e sembra agire in base a regole opache, va nella stessa direzione. L’esecutivo unitario non equivale a una dittatura, ma l’intenzione è quella, e la strada sembra tracciata.

 

E ciò che rende il viaggio americano verso l’autoritarismo ancor più inquietante è la sua velocità. Putin, Erdogan, Orbán e Netanyahu sono al potere da decenni. Ci hanno messo molti anni per diventare i leader autoritari che sono oggi. Ciò che in questi Paesi è accaduto nel corso di molto tempo, in America sta accadendo in pochi mesi.

 

donald trump e jerome powell 10

E non esistono superpotenze o organizzazioni sovranazionali con il potere di frenare la deriva autoritaria di Washington. Insita in questa velocità c’è, però, una speranza. I cambiamenti lenti sono più difficili da decifrare, e quindi da frenare e ostacolare. Quelli rapidi e radicali saltano all’occhio e tendono a suscitare una reazione. Al netto dei mercati, quella reazione ancora stenta ad arrivare negli Stati Uniti, ma la speranza è che si faccia sentire presto. Una cosa però è certa: se non arriva, la democrazia in America sarà già morta. Semplicemente non ce ne saremo accorti.

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...