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“SERGIO MATTARELLA È VISIBILMENTE PREOCCUPATO” – UGO MAGRI: “CON L’EUROPA A RISCHIO PARALISI, IL CAPO DELLO STATO FA SENTIRE LA PROPRIA VOCE CONTRO GLI ‘STERILI’ EGOISMI CHE BLOCCANO TUTTO. L’UNIONE NON PUÒ ESSERE OSTAGGIO DELL’UNANIMISMO” – “SULLE NUOVE REGOLE DI BILANCIO L’ITALIA, IN PARTICOLARE, SI STA GIOCANDO IL PROPRIO DESTINO. LA DIFESA DELLE RISPETTIVE RAGIONI VA ACCOMPAGNATA DA NERVI SALDISSIMI”. QUELLI CHE NON SEMBRA AVERE GIORGIA MELONI…

1. MATTARELLA: "IN EUROPA BASTA SOVRANITÀ SOLITARIE ORA VOTO A MAGGIORANZA"

Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “La Stampa”

 

SERGIO MATTARELLA - CONFERENZA DEGLI AMBASCIATORI

Con l'Europa a rischio paralisi, […] Sergio Mattarella fa sentire la propria voce contro gli «sterili» egoismi che bloccano tutto. L'Unione non può più essere ostaggio dell'unanimismo. Il presidente auspica un «sempre maggiore ricorso al voto a maggioranza» come antidoto contro le impuntature di questo o di quello.

 

Coglie l'occasione offerta dalla Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori, in corso alla Farnesina, per sollecitare scelte condivise e senza veti sul Patto di stabilità, terreno di scontro tra gli Stati membri anche all'ultimo Consiglio Ue. Sulle nuove regole di bilancio l'Italia, in particolare, si sta giocando il proprio destino. La difesa delle rispettive ragioni, suggerisce l'inquilino del Colle, va accompagnata da nervi saldissimi.

 

SERGIO MATTARELLA EMMANUEL MACRON E GIOCONDA MELONI - MEME

Serve «ferma chiarezza», certo, ma anche «pazienza» perché l'importante a questo punto è portare a termine il negoziato. La peggiore disgrazia sarebbe lasciarlo in sospeso, rinunciare a concluderlo, accettare il nulla di fatto con l'ennesimo rinvio. «Tirare avanti per inerzia» segnerebbe la fine politica dell'Europa.

 

Il presidente è visibilmente preoccupato. Ascolta le parole di Antonio Tajani, capo della diplomazia, e subito interviene con la sua denuncia dei pericoli che sta correndo l'umanità. È in forse addirittura «la sopravvivenza del pianeta», avverte, per il sommarsi contemporaneo di guerre e crisi climatiche.

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

[…] Vede un disegno che mira a sostituire il diritto internazionale con la «prepotenza» e che non esita a far leva su eserciti privati di mercenari, sulla militarizzazione dello spazio, sulle risorse energetiche e alimentari impiegate come armi strategiche. La cooperazione internazionale è precipitata ai minimi. Il prezzo lo pagano gli innocenti, nell'Ucraina come in Medio Oriente.

 

[…] Ma il cuore dell'allarme è l'Europa, che il Cremlino vorrebbe «frantumata, in pezzi, impotente». Il pericolo è rappresentato dalle tesi nazionaliste, dalla miopia di quanti contrappongono l'Europa degli Stati a un'Europa sempre più integrata, e ripropongono nel dibattito pubblico un modello di «sovranità solitaria» che sarebbe «soltanto apparente, illusorio e sterile», in quanto le sfide sono più grandi dei singoli Paesi.

 

EVITA DE' NOALTRI - VIGNETTA BY MACONDO

È la democrazia che rende protagonisti i cittadini, non sono certo i confini di una volta. E tra sei mesi, rammenta Mattarella, «saremo parte di quel grande esercizio di sovranità popolare rappresentato dall'elezione del Parlamento europeo». Un'occasione per dare voce alla gente, per farla contare davvero.

 

2. LA SPINTA DI MATTARELLA «RESILIENZA E PAZIENZA PER CHIUDERE I NEGOZIATI SUL PATTO DI STABILITÀ»

Estratto dell’articolo di Marzio Breda per il “Corriere della Sera”

 

ignazio la russa sergio mattarella giorgia meloni

Mattarella lancia l’elogio del buon compromesso. Lo fa in controtendenza rispetto a un clima generale dominato da diktat e prove di forza. Prende un caso che ci tocca da vicino, in quanto membri della Ue, e lo eleva a paradigma di altre trattative difficili. Dice: «Come ogni costruzione umana, l’Unione europea non è perfetta: è un cantiere permanente, da puntellare quotidianamente con il lavoro di tutti, unendo, insieme, resilienza, ferma chiarezza e pazienza, come necessario per la conclusione dei negoziati in atto per il patto di Stabilità e crescita».

 

Ecco il banco di prova nel quale, per lui, servirebbe una forma di autodisciplina, nel grande gioco europeo. Cioè uno sforzo costruttivo per condividere le politiche di bilancio pubbliche, in modo da tenere uniti i Paesi che aderiscono alla moneta unica.

 

sergio mattarella e ursula von der leyen a palermo

Un terreno di confronto tornato problematico nelle ultime settimane e per il quale esorta tutti gli interlocutori a muoversi, appunto, con «chiarezza e pazienza», ma a un patto: che la partita si concluda. Altro che procedere di rinvio in rinvio, magari condizionando così la campagna elettorale per le Europee. Una volta, a Bruxelles si fermavano gli orologi quando si voleva portare a termine una mediazione. Adesso per lui è lo stesso. Infatti, aggiunge, «non bisogna tirare avanti per inerzia».

 

È questo uno degli snodi del discorso che il presidente ha rivolto ieri al nostro corpo diplomatico. Riflessione più severa di quella consegnata venerdì scorso agli ambasciatori stranieri, per quanto tocchi analoghi allarmi. Dalla crisi climatica alle guerre, che «pongono a rischio la sopravvivenza del pianeta». Di qui l’importanza del multilateralismo, con i suoi fori internazionali, come l’Onu e la Ue, per i quali giudica non più rinviabili alcune riforme, partendo dalla fine del voto all’unanimità a Bruxelles. […]

sergio mattarella con emmanuel macron al louvre davanti alla gioconda sergio mattarella emmanuel macron al louvre di parigi

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