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MELONI E MANGANELLI: FURIBONDA ROTTURA TRA SERGIO MATTARELLA E LA DUCETTA - INCAZZATISSIMO, IL PRIMO INQUILINO DEL COLLE SABATO MATTINA CHIAMA LA PREMIER PER AVVERTIRLA DELLA DURISSIMA NOTA CONTRO LE MANGANELLATE DELLA POLIZIA A PISA. E DALL'UNDERDOG DER COLLE OPPIO, COME RISPOSTA AL CAPO DELLO STATO, PARTE UN SILENZIOSO ''ME NE FREGO!''. NON SOLO: DATO CHE LA POLIZIA NON PUO' ESSERE SOLO NEL CUORE DI SALVINI, INCARICA DONZELLI DI FARE UNA DICHIARAZIONE DI SOLIDARIETA' CON I BALDI AGENTI DI PISA - VOCI DAL COLLE NON ESCLUDONO UN NUOVO INTERVENTO DEL CAPO DELLO STATO - VIDEO

LA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE UN CORTEO PRO PALESTINA A PISA

 

 

1. DOPO LE CARICHE SUGLI STUDENTI MATTARELLA CHIAMA GIORGIA MELONI. L’ALLARME DEL COLLE

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli e Concetto Vecchio per www.repubblica.it

 

sergio mattarella e giorgia meloni

Non solo il colloquio reso pubblico con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ma anche una chiamata con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’allarme di Sergio Mattarella rispetto […] alle manganellate della polizia contro i cortei pacifici degli studenti a Firenze e Pisa, è stato da lui condiviso anche con la premier.

 

[…] Il capo dello Stato, che venerdì aveva invitato ad abbassare i toni e stigmatizzato la violenza di certi attacchi alla premier, nelle ore successive alle cariche ha sentito anche la premier. E nel pomeriggio di sabato ha scelto di far conoscere all’opinione pubblica, con una nota dai toni durissimi, la sua preoccupazione. «L’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare. Con i ragazzi i manganelli esprimono fallimento».

la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 4

 

Un richiamo che non ha indotto finora Meloni a spendere una parola e che non sembra smuovere troppo né Fratelli d’Italia né la Lega (e neanche, nonostante accenti meno duri, Forza Italia).

 

E così ieri il vicepremier Matteo Salvini […] ha fatto l’esatto contrario: «È giusto analizzare se sia stato fatto tutto, se qualcuno ha ecceduto, ma non è accettabile che chi rischia la propria vita per la sicurezza e la democrazia venga tirato in ballo nella contesa politica. Giù le mani da uomini e donne in divisa», ha spiegato a margine della scuola di formazione politica della Lega.

 

[…] Questo mentre FdI conferma le accuse alla sinistra di soffiare sul fuoco, come fa il capogruppo alla Camera Tommaso Foti. Mentre per Nicola Procaccini, eurodeputato, è in corso un «ingiusto tiro a bersaglio» sui poliziotti; servono legge e ordine, «è così che si tiene in piedi lo stato di diritto, sennò si scade nell’anarchia». Quindi linea dura (a seconda...) nella gestione dell’ordine pubblico. Ma quanto accaduto nelle piazze toscane riporta il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al centro del ciclone. E agita il clima in tutto il Paese. […]

kit corteo per manifestazioni vignetta andrea bozzo per il giornalone la stampa

 

2. TELEFONATA CON MELONI, POI LA NOTA DI MATTARELLA DOPO I MANGANELLI AGLI STUDENTI: I TIMORI DEL COLLE IN VISTA DEL G7

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

C’è stata una telefonata tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni. È avvenuta sabato mattina, quando la premier era appena arrivata a Kiev. Il presidente della Repubblica ha voluto informare Meloni che da lì a poco avrebbe pubblicato una nota che sarebbe suonata come una critica all’azione di governo, quella del chiarimento con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, quella in cui Mattarella parla di manganelli come «fallimento» del ruolo che lo Stato dovrebbe esercitare a difesa della sicurezza dei suoi cittadini.

 

La notizia e i tempi delle telefonata danno una cornice nuova a tutto quello che è avvenuto dopo, comprese le reazioni politiche alla presa di posizione – senza precedenti – di Mattarella, e le due note con cui è sembrato che Fratelli d’Italia volesse dare una risposta stizzita al Capo dello Stato. Il breve colloquio […] è servito a Mattarella anche per esporre le sue preoccupazioni. Manganelli, pestaggi, […] sangue sui volti e sull’asfalto, qualcosa che non va come dovrebbe andare in una democrazia compiuta. Sono immagini che risucchiano l’Italia indietro nel tempo, in un incubo, in una ferita mai sanata.

matteo piantedosi giorgia meloni

 

Genova 2001. Il clima di tensione crescente che portò a quell’estate infernale, alla morte annunciata di un manifestante, due mesi prima che il crollo di due grattacieli cambiasse la storia del mondo, lo ricordano in tanti dentro le istituzioni, tra i politici, ai vertici delle forze dell’ordine. Lo ricorda certamente Mattarella. L’Italia si preparava a ospitare il G8 a Genova, una città di mare, fortificata per un assedio.

 

Ventitré anni dopo i leader delle grandi potenze democratiche si ritroveranno, a giugno, di nuovo in Italia. In Puglia, circondati dal lusso di Borgo Egnazia, in un format più ristretto, G7, perché al tavolo non è più invitata la Russia di Vladimir Putin.

 

sergio mattarella giorgia meloni

Mancano tre mesi. E il clima non è dei migliori. La guerra di Gaza è stato un detonatore di rabbia e rivendicazione. Centri sociali, studenti e movimenti di sinistra che si battono per i diritti dei palestinesi sono sempre più in strada. Le manifestazioni sono aumentate e il numero di incidenti e di polemiche con le forze dell’ordine si stanno facendo preoccupanti.

 

Il G8 di Genova è lo spettro con cui fare i conti. La storia che non si deve ripetere. È questo il timore che filtra dal Colle, e che ha personalmente espresso Mattarella con i suoi consiglieri, prima di sentire Piantedosi e Meloni.

 

sergio mattarella alla cerimonia degli auguri di natale al quirinale

Il capo dello Stato punta a spostare l’attenzione di tutti sul contesto: una violenza verbale e simbolica crescente, un conflitto che si radicalizza giorno dopo giorno e rende poco oggettiva l’analisi dei più semplici fatti di cronaca, con la destra a favore della polizia a prescindere, e la sinistra con i manifestanti a prescindere.

 

Un tifo tribale che intossica il clima. Il giorno prima della nota del Quirinale rivolta al ministro dell’Interno, Mattarella aveva esplicitamente espresso «piena solidarietà» a Meloni, dopo gli insulti ricevuti (dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, del Pd) e per la sua immagine bruciata in piazza.

 

la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 5

Il combinato dei due interventi rende l’idea di dove siano orientate le preoccupazioni di Mattarella: alla degenerazione dei toni del confronto politico, «all’intollerabile serie di manifestazioni di violenza – sono parole sue di tre giorni fa – insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale».

 

Una parte di Fratelli d’Italia legge la strigliata sui manganelli e sull’«autorevolezza delle forze dell’ordine» come un atto dovuto, per riequilibrare politicamente la difesa di Meloni del giorno prima. Una tesi che sostiene, in totale anonimato, un alto dirigente meloniano.

 

Forse è una lettura che pecca di eccesso di malizia, ma dà l’idea di come ragiona una parte dei vertici della destra italiana. E qui forse c’è da tentare una precisazione, per fare luce meglio su cosa è accaduto nelle due ore del tardo pomeriggio dell’altro ieri, quando Fratelli d’Italia ha pubblicato, in risposta a Mattarella, due note.

 

LA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE I CORTEI PRO-PALESTINA A PISA

La seconda firmata dal deputato Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione del partito. La prima nota è molto dura, e si conclude teorizzando una responsabilità della sinistra che «spalleggia i violenti ed è la causa dei disordini». Per tempistica suona – male – come una replica a Mattarella.

La nota esce mentre Giorgia Meloni e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, il demiurgo della comunicazione di FdI, sono in Ucraina, impegnati con il G7. Dopo la telefonata del presidente della Repubblica, al mattino, appena arrivati a Kiev, Fazzolari si fa aggiornare da Roma su quanto accaduto a Firenze e a Pisa.

la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 2

 

Usciti dalla riunione dei leader, due ore dopo il primo comunicato, la decisione di Meloni è la seguente: Donzelli dovrà metterci la faccia con un’altra nota, ammorbidendo in parte i toni e le accuse che sembravano scagliate verso Mattarella. La premier scarica la responsabilità sul suo uomo, sempre molto solerte contro gli avversari, senza però sconfessarlo.

 

Nel bollettino serale della propaganda di FdI, Ore Otto, l’attacco di Donzelli non trova spazio. Sta di fatto, però, che Meloni non lo smentisce. E anche ieri, per tutto il giorno, la presidente del Consiglio tace, e non commenta quanto accaduto dopo gli scontri con gli studenti.

matteo salvini giorgia meloni matteo piantedosi 3LA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE I CORTEI PRO-PALESTINA A PISALA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE I CORTEI PRO-PALESTINA A FIRENZE E PISALA POLIZIA CARICA GLI STUDENTI DURANTE I CORTEI PRO-PALESTINA A PISAla polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 3

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