
“SE FINIRÀ LA GUERRA CON LA RUSSIA, SONO PRONTO A LASCIARE: ESSERE RIELETTO NON È IL MIO OBIETTIVO” – ZELENSKY FA CAPIRE DI ESSERE PRONTO A TOGLIERSI DI MEZZO SE PUTIN ACCETTERA’ DI FERMARE LA GUERRA: “VOLEVO RESTARE E AIUTARE IL MIO PAESE IN UN MOMENTO DRAMMATICO, È QUESTO CHE HO SEMPRE VOLUTO. IL MIO OBIETTIVO È PORRE FINE ALLA GUERRA. CON UN CESSATE IL FUOCO DI TRE O SEI MESI, MI IMPEGNO A CONVOCARE LE ELEZIONI…”
Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica”
ZELENSKY - ASSEMBLEA GENERALE NAZIONI UNITE
Presidente Zelensky — domanda Barak Ravid di Axios — se Putin si accorderà per un cessate il fuoco di tre o sei mesi, lei si impegna a convocare le elezioni? «Sì». Dunque, se fosse davvero Zelensky l’ostacolo per la pace, come Mosca ripete in ogni occasione in cui evita di impegnarsi per fermare il conflitto, ora questo ostacolo non c’è più. Anzi, il presidente ucraino va persino oltre: «Se finirà la guerra con la Russia — aggiunge — sono pronto a lasciare: essere rieletto non è il mio obiettivo. Volevo restare e aiutare il mio Paese in un momento drammatico, è questo che ho sempre voluto. Il mio obiettivo è porre fine alla guerra».
volodymyr zelensky e donald trump a new york
L’epilogo di questa missione americana del presidente ucraino è un concentrato di incontri strategici e di affermazioni sibilline come quella in cui premette che l’Ucraina non bombarda civili, «non siamo terroristi», ma lascia intendere che il Cremlino e i centri del potere russo non sono più off limits: «I funzionari si accertino di sapere dove si trovano i rifugi antiaerei. Se non fermeranno la guerra, ne avranno bisogno. Devono sapere che se ci attaccano, risponderemo», dice avvertendo di avere l’appoggio esplicito del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per colpire obiettivi russi in profondità come infrastrutture energetiche e fabbriche di armi.
Sono considerazioni che vanno lette insieme alle parole di Trump sul via libera alla vendita di armi americane alla Nato «perché ne faccia quello che vuole». Non ci saranno dunque limiti, imposti dagli americani, sugli obiettivi da colpire.
I partner Nato più aggressivi potranno girarle a Kiev senza imporre le restrizioni finora vigenti sull’uso a medio e lungo raggio. È in questo contesto che vanno probabilmente lette anche le parole del consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, quando nell’intervista a Repubblica dice che con «certi strumenti» che «ci portino alla parità» la situazione «può cambiare radicalmente» e la Russia «può subire perdite molto ingenti». […]