zingaretti raggi

ZINGARETTI E’ GIA’ IN CAMPO PER IL COMUNE DI ROMA MA NON LO DICE, PER EVITARE L’ACCUSA DI “MOLLARE” IL LAZIO NEL PIENO DELLA CAMPAGNA VACCINALE - IL PD PRONTO A FAR SLITTARE LE PRIMARIE PREVISTE IL 20 GIUGNO PER DARE PIU’ TEMPO ALL’EX SEGRETARIO - QUASI CHIUSA L'INTESA CON I VERTICI NAZIONALI DEL M5S: I GRILLINI NON ROMPONO L’ALLEANZA ALLA REGIONE, NONOSTANTE LA GARA TRA ZINGARETTI E LA RAGGI, NEL LAZIO SI ANDREBBE A VOTARE A DICEMBRE IN ALLEANZA GIALLO-ROSSA CON L'ASSESSORE D'AMATO COME CANDIDATO COMUNE O CON IL GRILLINO SILERI

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

raggi zingaretti

Tutto deciso per le primarie del centrosinistra a Roma, ma anche no. Dovrebbero tenersi il 20 giugno, come si sa, con termine di presentazione delle candidature il 20 maggio. Ma, appunto, anche no. Il fatto è che pure le primarie sono appese alla decisione di Nicola Zingaretti - al momento la sua candidatura per il Campidoglio è più sì che no - e i gazebo, nel caso della discesa in campo dell'ex segretario del Pd, possono aspettare.

 

«Slitterebbero volentieri», dicono nel Pd nazionale. O forse spariranno come per magia. Il fronte filo-Gualtieri infatti sta traballando. Fanno discutere le dimissioni, inaspettate, del deputato Claudio Mancini da tesoriere del Pd romano e si tratta del più grande sponsor della candidatura Gualtieri.

 

zingaretti raggi

IL NUOVO QUADRO

Nel Pd, insieme a Zingaretti il quale ancora per un po' farà il Sor Tentenna ma di fatto è già in campo, si sta definendo una road map di questo tipo. Zingaretti da governatore del Lazio porta a termine la campagna vaccinale, che sta procedendo senza tanti intoppi, e intanto continuerà con le sue frasi del tipo «io penso alla Regione ma anche Roma è nel Lazio» e insieme manderà fendenti all'inquilina del Campidoglio.

 

Comportarsi diversamente, ossia annunciare subito il suo impegno come candidato al Campidoglio, sarebbe un errore da matita blu. La destra lo sbranerebbe gridando al tradimento degli abitanti della regione e all'abbandono della guerra al virus per diserzione, ma anche a sinistra chi fa parte del suo sistema regionale si sentirebbe abbandonato. Infatti l'errore dell'annuncio Zingaretti non lo sta facendo.

 

NICOLA ZINGARETTI E VIRGINIA RAGGI

Ma neppure si tira veramente fuori dal dossier Capitale. Insomma quando la vaccinazione di massa sarà finita, chi sta tirando la volata per lui - e sono Letta, l'ex ministro Boccia e tutti i big dell'attuale nuovo corso dem, per non dire di Conte in partibus infidelium cioè nel campo M5S - racconta che un bel pezzo della campagna elettorale per Roma sarà fatto e Nicola potrà dire: «Ho salvato insieme al Lazio anche Roma dal virus e ora la salvo dal declino e cerco di farla rinascere». Andrà così? Cosi si spera, e fortemente, in casa dem, magari sottovalutando la forza della Raggi che specie nelle periferie ha un radicamento forte come i sondaggi non smettono di segnalare. E il primo a non sottovalutare la forza di Virginia è proprio Zingaretti.

 

VIRGINIA RAGGI E NICOLA ZINGARETTI

L'INCASTRO

Questa road map ha ancora bisogno di altro tempo. Anche perché l'ex segretario del Pd - che il suo partito già vede con troppo anticipo e scarsa scaramanzia come il sindaco del Giubileo 2025 e perfino gli avversari temono questo e si veda la battuta che circola nel centrodestra: «Se non smettiamo di cincischiare su Bertolaso finisce che farà il commissario al Giubileo di Zingaretti» - oltre a voler vincere a Roma non vuole regalare a Salvini e a Meloni la presidenza del Lazio.

 

Perciò, prima di decidersi sul Campidoglio, vuole garanzie sulla Regione. Che Conte gli sta dando e infatti sembra che tra il Pd nazionale e i vertici nazionali di M5S si stia chiudendo l'accordo, non senza riserve però da parte dei grillini eletti alla Pisana e delle neo-assessore in giallo nel governo Zingaretti. L'intesa è questa: M5S non rompe con Nicola alla Regione, nonostante la gara tra lui e la Raggi, si andrebbe a votare a dicembre e in alleanza rossogialla. Con l'assessore D'Amato come candidato comune o con il grillino Sileri?

alessio damato nicola zingaretti

 

IL LODO BOCCIA

Il problema è vedere quanto alla fine prevarrà la parola di Conte in un movimento impazzito. Saprà garantire fino in fondo la road map dell'accordo su Zingaretti? La vera incognita su questo percorso è l'evanescenza del grillismo, e non certo la definizione delle primarie che, come Calenda dice dall'inizio ma anche nei dem sono in tanti a pensarla così, si montano e si smontano a piacimento e ubi maior minor cessat.

 

Guarda caso i cosiddetti 7 nani - soprannome affibbiato agli aspiranti delle primarie - vengono descritti come smarriti nel sottobosco delle manovre e delle trattative pro-Zingaretti. Il cui nome manda in soffitta la gara da gazebo per il Campidoglio ma non quella per i Municipi. E avrebbe un altra conseguenza: Gualtieri come super-assessore al Bilancio del Campidoglio, nel caso il sindaco dovesse diventare l'amico, e compagno, Nicola.

 

pierpaolo sileri

Quanto poi alle dimissioni da governatore, vale il lodo Boccia in questa road map. Zingaretti si dimetterà a ottobre, se avrà vinto le Comunali, così per la Regione si vota a dicembre e non si sovrappongono due elezioni: quella romana in gara contro M5S rappresentato dalla Raggi e quella laziale in rossogiallo. Il segretario Letta sta lavorando perché tutti questi incastri vadano a posto, e il suo predecessore anche.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO