monica guerritore anna magnani

LA ROMA DEI GIUSTI - NON MI SAREI PERSO PER NULLA AL MONDO “ANNA”, IL BIOPIC SU ANNA MAGNANI SCRITTO, DIRETTO E INTERPRETATO DA MONICA GUERRITORE A 67 ANNI, DAL BUDGET NON HOLLYWOODIANO - LA GUERRITORE E’ CORAGGIOSA A ESPORSI IN UN RUOLO DEL GENERE, MA SPESSO ESAGERA. NON FA LA MAGNANI, FA LA GUERRITORE CHE FA LA MAGNANI E SI BUTTA IN UN PERSONAGGIO CHE È TROPPO LONTANO DA LEI - DETTO QUESTO IL FILM ME LO SONO VISTO VOLENTIERI. MI SONO ANCHE DIVERTITO… - VIDEO

 Marco Giusti per Dagospia

 

monica guerritore anna

“Ce devi sta’”. Insomma… ce sto, ma fino a un certo punto. Certo. Non mi sarei perso per nulla al mondo “Anna”, il biopic su Anna Magnani scritto, diretto e interpretato da Monica Guerritore a 67 anni, dal budget non hollywoodiano, ma sempre più di quello de “Il grande Boccia”, prodotto dal marito Roberto Zaccaria con Tommaso Ragno, truccatissimo, come Roberto Rossellini, il suo grande amore,

 

Beatrice Grannò, una delle ragazze di “The White Lotus”, come una giovane Carol Levi, l’ormai immancabile Roberto De Francesco, appena visto nel ruolo di festaiolo gay in “Gli occhi degli altri”, come il suo fedelissimo avvocato, Antonio Zavatteri, appena uscito da “Petra”, come Alberto Moravia e una serie di attori un po’ meno noti come Carlo Ponti, Cesare Zavattini, Vittore Di Sica, Fellini e Amidei.

 

In pratica tutto il cinema italiano. E’ coraggiosa Monica Guerritore, appena uscita da un successo come la serie “Inganno” diretta da Pappi Corsicato, dove era la bollente Donna Gabriela, adorata anche in Spagna, a esporsi in un ruolo del genere che porta a inevitabili confronti con una star come la Magnani degli anni dell’Oscar.

monica guerritore e tommaso ragno in anna

 

Sicuramente meno bella di lei, magari un po’ più giovane, la Magnani era del 1908, sia a Cannes quando vinse il Grand Prix (non c’era ancora la Palma d’oro) Rossellini per “Roma città aperta” come miglior film, sia quando vinse l’Oscar nel 1956 come migliore attrice lei con “La rosa tatuata” di Sidney Lumet dal dramma di Tennessee Williams. Il coraggio è quindi nell’affrontare senza nessun trucco la faccia, inconfondibile, della Magnani e nel riprenderne la camminata, i movimenti delle mani e l’altrettanto inconfondibile voce.

 

Ora. La Guerritore, se vuole, è bravissima. In “Vita da Carlo”, dove nella stagione dell’anno scorso si scopava anche Carlo Verdone alla faccia delle attrici più giovani, era fantastica. Perché era reale, credibile. Era credibile anche come madre di Totti in “Speravo de morì prima”. Perfetta. L’abbiamo adorata nel supercamp “Inganno” come sessantenne (beh… anche qualcosa di più) scopatrice di maschi più giovane in “Inganno”. Dirò di più.

beatrice granno' monica guerritore anna

 

Adoriamo il fatto che si butti nelle scene di sesso con il suo corpo senza trucchi a quest’età. Anche se già lì, quando c’erano le scene con i maschi della sua età la cosa diventava meno camp e quindi più triste. Lì il realismo, diciamo, non serviva. Anzi… In “Anna” come Anna Magnani spesso esagera. Non fa la Magnani, fa la Guerritore che fa la Magnani e si butta in un personaggio che è troppo lontano da lei. Io lo capisco che tutto il film, in realtà, vive su due scene. Quando cammina per le strade di Roma la notte dell’Oscar, che vincerà, alla ricerca di gatti che devono mangiare.

 

monica guerritore in anna

E quando si scopa il poro Ragno-Rossellini coi capelli pittati di nero tutti indietro e le borse sotto gli occhi finte. Nella prima scena, appena apre bocca, esagera. Non si rende conto che le battute da Magnani diventano finte. Nella seconda scena non ci credi che questi due signori siano la Magnani e Rossellini che scopano. E anche fossero loro, non voglio vederli. Sono due padri della patria.

 

tommaso ragno monica guerritore in anna

 E se la Guerritore, senza essere la Magnani, se magna in un sol boccone Ragno, bravissimo attore ma non così maschio come Rossellini, almeno nella mia testa di figlio del Neorealismo, il vero Rossellini non si sarebbe mai fatto mangiare come fa Ragno nel film dalla vera Magnani, che, per quanto dura e prepotente fosse, non aveva la forza del Rossellini di “Roma città aperta” e “Paisà”. Tralascio tutto il resto.

 

L’incontro con Carlo Ponti alla Vasca Navale con due inutili comparse che fanno De Sica e Zavattini muti per “La ciociara”, incontro che termina con la battuta “Dite a Ponti che la Ciociara non lo faccio”, quando capisce il trappolone. Cioè o obbligarla a far la madre di Sophia, non propria una verginella di 12 anni, o obbligarla a rifiutare e lasciare il ruolo a Sophia come madre della verginella di 12 anni. Ruolo che la porterà all’Oscar. E spingerà la Magnani tra le braccia di Pier Paolo Pasolini per “Mamma Roma”.

 

tommaso ragno monica guerritore in anna

Tralascio l’incontro con un Moravia che non ha nulla di Moravia, con un Montanelli che sembra uscito da “Inganni”. Non capisco perché, da regista, la Guerritore abbia voluto allargare il suo racconto a tutta la vita della Magnani. Bastava il viaggio nella notte romana, l’attesa per l’Oscar, i ricordi di Rossellini, Serato, del figlio Luca, le canzoncine dell’avanspettacolo con Totò. Il grande set del centro di Roma avrebbe funzionato meglio di qualsiasi altra cosa. La storia di Anna che vaga nella notte è una meraviglia e non servivano studi. Né grandi attori.

 

tommaso ragno monica guerritore in anna

E invece ha voluto mettere una serie di inutili divagazioni, perfino la Bergman che vede “Roma città aperta” a Hollywood, di ralenti, di musicona, di faccioni. Uffa. Detto questo il film me lo sono visto volentieri. Mi sono anche divertito. E la storia della Magnani come la racconta la Guerritore è probabilmente molto vicina alla realtà. In uscita il 6 novembre 2025.

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