1- GOVERNI “INFILTRATI” DA BANCHIERI DI OGNI RISMA LO SANNO BENISSIMO E LE BANCHE “NAZIONALI” SONO LE VERE REGISTE DELL’OPERAZIONE FUGA DALL’EURO, NELL’INDIFFERENZA GENERALE. PIÙ CHE DIBATTERE SULLA MIOPIA DELLA C. I. MERKEL, QUELLO CHE CONTA È SPOSTARE I CAPITALI DOVE NON VENGONO TASSATI O, PEGGIO, INVESTIGATI 2- LA RICERCA: NEI PARADISI OFF-SHORE L’EQUIVALENTE DEL PIL DI USA E GIAPPONE. QUASI 10 MILA MILIARDI DI DOLLARI NEI CONTI CIFRATI NELLE MANI DI SOLE 91 MILA PERSONE. LA SCAPPATOIA DELLE BANCHE SVIZZERE: DEPOSITI APERTI A PANAMA E SINGAPORE 3- IN TUTTO CIÒ, IL MINISTRO DELL’ECONOMIA GRILLI TROVA IL TEMPO PER LANCIARSI IN UN’IMBARAZZANTE DIFESA DELLE FONDAZIONI BANCARIE GUIDATE DA AGUZZINO GUZZETTI

a cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS

1- DOVE SONO FINITI I SOLDI...
Gli italiani lo sanno bene, anche se ovviamente non sono i soli. Più che dibattere sull'euro, o sulla miopia della C. I. Merkel, quello che conta è spostare i capitali dove non vengono tassati o - peggio ancora - investigati. Una montagna di denari, specie in tempi di crisi e con lo spauracchio di patrimoniali e Tobin Tax, continua ad arrivare silenziosamente nei paradisi fiscali e nei centri off-shore del pianeta.

Governi "infiltrati" da banchieri di ogni risma lo sanno benissimo e le banche "nazionali" sono le vere registe dell'operazione, nell'indifferenza generale. Poi succede che un ex capo economista della McKinsey, e non quattro pericolosi attivisti di Attac, faccia due conti rielaborando dati ufficiali. Ed ecco il risultato di fronte al quale i ministri dell'Economia e i banchieri centrali del G8 dovrebbero arrossire.

"Ecco come i super ricchi del Pianeta sottraggono al fisco 21 mila miliardi. La ricerca: nei paradisi off-shore l'equivalente del Pil di Usa e Giappone. Quasi 10 mila miliardi di dollari nei conti cifrati nelle mani di sole 91 mila persone. La scappatoia delle banche svizzere: depositi aperti a Panama e Singapore" (Repubblica, p. 9).

S'indigna anche il Corriere: "Il tesoro nascosto nei paradisi fiscali vale quanto il Pil di Usa e Giappone. E un terzo dell'evasione offshore viene da Paesi in via di sviluppo", dove, non a caso, i paesi "sviluppati" mantengono una classe digerente corrotta in cambio dello sfruttamento delle risorse nazionali.

Il Giornale dei Berlusconi e dei Dell'Utri, grandi esperti del ramo, regola la fastidiosa faccenda in poche righe a pagina 19. I veri miliardari spediscono i soldi fuori, anche attraverso le controllate estere delle banche che poi sventolano il tricolore nei loro spot. Per tutti gli altri, ci sono Mediolanum e le gestioni di Ennio Doris.

2- NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN...
In tutto ciò, il ministro dell'Economia trova il tempo e le energie per lanciarsi in un'imbarazzante difesa delle fondazioni bancarie guidate da Guzzino Guzzetti, sulle quali il Tesoro dovrebbe esercitare per legge compiti di vigilanza, anziché di ufficio stampa.

Punto nel vivo (ma perché?) il golfista Grilli secerne un'articolessa su Repubblica (p. 1-24), in risposta alle critiche dei professori Boeri e Guiso, in cui ripete la solita solfa delle banche "vicine al territorio" e tesse l'elogio della "stabilità bancaria", assicurata attraverso investimenti di lungo periodo e non con quelle "logiche di breve e brevissimo periodo che sono tra le principali cause della crisi". Cielo, un attacco a quel mondo delle banche d'affari che il signor ministro conosce così bene?

3- GOVERNARE COL TERRORE...
"Draghi pronto a intervenire con acquisti di titoli di Stato, ma in Bce è scontro con i falchi" (Repubblica, p. 3). Intanto, il Btp italiano apre con uno spread che sfonda quota 510 sui colleghi crucchi e a Piazza Affari (meno 2,5% in apertura) e titoli come Unidebit, Generali e Intesa sono già sospesi per eccesso di ribasso. Legati mani e piedi ai famosi mercati, giustamente ci aspettano giorni da incubo. E nuove fughe di capitali.

Intanto, non c'è solo la Sicilia, come ci ricorda una bella inchiesta della Stampa: "Dieci città a rischio fallimento. In cima alla lista Napoli e Palermo. Boom di commissariamenti negli ultimi due anni. Un miliardo di euro di debiti e l'ombra dei crediti inesigibili" (pp. 1-3). Morta la Sega Nord, nessuno dice che il Centro-Nord sarebbe ampiamente in compagnia di Olanda e Germania. Troppo impopolare.

4- LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE (T'ADORIAM, MONTI DIVINO)...
"Il politico guarda al voto, lo statista no". Monti in Russia cita De Gasperi. E spiega: i mercati? Conta l'economia reale" (Corriere, p. 5). Tutti rapiti dall'auto-pippa del Rigor Montis e meno male che il Giornale di Feltrusconi lo piglia un po' per i fondelli: "Io, statista": ora Monti si sente De Gasperi" (p. 3).

Poi passa il Messaggero e si accorge che il Banana andava in Russia per farsi gli affaracci propri: "Al Cremlino il nuovo stile di Palazzo Chigi. Nessuna concessione alla diplomazia del ‘cu-cu' del suo predecessore. Solo incontri in una cornice rigorosamente ufficiale" (p. 2). Insomma, con il Rigor Montis da esportazione, niente bunga bunga in dacia e contratti per il gas agli amici degli amici. Del resto queste orribili e pacchiane pratiche del Sire di Hardcore, il Messaggero le ha coraggiosamente investigate e denunciate per anni.

5- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
Incredibilmente, le contro-riforme del lavoro di questi anni hanno già colpito chi dovevano colpire e adesso arrivano le lacrime di coccodrillo di chi le ha appoggiate in ogni modo: "Precari otto assunti su dieci. Posto fisso per il 20% degli assunti" (Corriere, p.1).

Così, dopo averlo creato scientemente, si lamentano che c'è un problema di "sostenibilità delle pensioni". Insomma, il famoso buco dell'Inps. E per la serie, ecco chi l'ha presa nella giacca in questi anni, altra rivelazione-choc sulla prima pagina del Messaggero: "Stipendi fermi da dieci anni. Indagine di Bankitalia sulle retribuzioni reali nette dei lavoratori dipendenti".

6- FINIS-MECCANICA E I SALDI DI STATO...
Che Unicredit e Finmeccanica possano essere le prime vittime della debolezza italiana sui mercati finanziari non è certo un segreto. Però Roma ci mette anche del suo, almeno per il colosso di Stato della difesa. E oggi, su Affari&Sfiganza di Repubblica (p.1), Massimo Giannini spedisce una bella cartolina di auguri a Orso Orsi.

"Finmeccanica, squassata dagli scandali e con una perdita di 2,5 miliardi, vuol fare un po' di cassa facile vendendo ai tedeschi della Siemens il gioiello Ansaldo Energia. Tralascio le lacrime di coccodrillo per l'ennesima dissipazione industriale a spese di un'azienda ad alto valore tecnologico. Ma a Grilli e Passera vorrei chiedere: è credibile che una svendita del genere la faccia il pluri-inquisito Giuseppe Orsi?". Invece, gran silenzio. Ad agosto si piazza il colpo, o si aspetta che "il lavoro sporco" lo facciano le procure di Roma e Napoli?

7- QUANTI CORVI PER RATZINGA ZETA...
Su Repubblica, Marco Ansaldo anticipa i risultati dell'inchiesta vaticana sulle fughe di documenti. E come volevasi dimostrare, non è stato solo il maggiordomo. "La governante, il ghostwriter e l'ex segretario di Benedetto. Altri tre Corvi attorno al Papa. Il filo comune che sembra legare i rapporti tra Ingrid Stampa, il vescovo Clemens e il cardinale Sardi sarebbe l'avversione per padre Georg Gaenswein. Sono già stati allontanati dagli incarichi" (p. 12).

8- ULTIME DA UN POST-PAESE...
"Angusto e insicuro", chiuso il canile della Brambilla. Dal Comune di Lecco smacco per l'ex ministra" (Repubblica, p. 21). E noi speravamo che l'ex roscia del Banana fosse almeno esperta di bastardini.

colinward@autistici.org

 

 

paradisi-fiscalievasione-fiscalePARADISI FISCALIANGELA MERKEL Berlusconi bacia Dell'UtriGIUSEPPE GUZZETTI resize Draghi e GrilliMARIO MONTI CON GLI OCCHI CHIUSI jpegGiuseppe-Orsigb40 viittorio grilli corrado passeraFINMECCANICA

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...