dago

IL 23 MAGGIO DAGOSPIA COMPIE 18 ANNI: ‘È MAGGIORENNE, PUÒ COMINCIARE A FOTTERE’ - INTERVISTA A DAGO - "RESTO SEMPRE UN COATTO CRESCIUTO A SAN LORENZO. DA RAGAZZINO ERO BALBUZIENTE, ESSERE PRESO IN GIRO MI HA DATO LA POSSIBILITÀ DI LEGGERE TANTO" - IL ROMANO ‘RE DELL’ESTICAZZI’, LE QUERELE, L’INFANZIA NEL DOPOGUERRA, GLI AMICI DEL ‘TITAN’, GLI ANNI DA BANCARIO: “IN FILIALE VENIVA ENRUCO NICOLETTI, IL CASSIERE DELLA BANDA DELLA MAGLIANA…”

 

roberto dagostino

Alessandra Paolini per “la Repubblica - Edizione Roma

 

Dalla poltrona nera e rossa a forma di grande fallo, si vede Castel Sant' Angelo che sembra quasi si possa toccare, tanto è vicino. Redazione di "Dagospia" lungotevere Marzio. È qui, tra crocifissi antichi ma tatuati, nani di Biancaneve, immagini di santi alle pareti alternati a foto di sederi di donna (il più bello quello di Moana Pozzi), che incontriamo Roberto D'Agostino.

 

Camicia a fiori sbottonata, tatuaggi ovunque, anelli quasi a ogni dito, orecchino con falce e martello, sigaro in bocca, parla della sua Roma. Di come era e come è adesso. E parla del suo sito che compie 18 anni. «È maggiorenne può cominciare a fottere», dice lui con voce pacata. Pacata perché, spiega D'Agostino, «da ragazzino ero balbuziente, a 19 anni mia madre mi mandò da una logopedista, alcune parole ancora non le pronuncio bene se non parlo piano».

 

RENZO ARBORE E ROBERTO DAGOSTINO

La sfottevano?

«Certo, ma essere preso in giro da piccolo mi ha dato la possibilità di leggere tanto. Ero sempre solo e mi immergevo nei libri».

 

Come mai tante immagini sacre? È credente?

«Sono un grande fanatico dell' iconografia religiosa. E poi amo le chiese: San Pietro in Vincoli, Sant' Agostino. Ogni chiesa ha una storia e spesso sono state costruite sopra templi pagani. Sa che la Cappella Sistina è sorta proprio in quel luogo perché lì sotto c' è la tana del diavolo?».

 

Ma chi lo dice?

«Federico Zeri che è stato un mio amico e maestro, ha passato 5 anni a studiare la Cappella Sistina e un giorno dopo il restauro mi fece vedere una grata in un angolo. "Lì sotto c' è il demonio", mi disse. Io però, ho anche Gesù Cristo tatuato sulla schiena. Un dolore per farlo...».

 

Quanti ne ha di tatuaggi?

ROBERTO D'AGOSTINO CON L ERMAFRODITO

«Tanti. Ho anche il nome di mia moglie e di mio figlio sulle braccia. Ho cominciato tardi però, il primo l' ho fatto a 60 anni: un Cristo che esce da una ferita. È stato un ex voto, dopo un' operazione ai polmoni».

 

Ha un tatuatore di fiducia?

«Gabriele a Campo dei Fiori. Il migliore che c' è a Roma».

 

Lei ha avuto tante vite, ha cambiato tanti mestieri.

«Ho cominciato a lavorare in banca, 12 anni ci sono stato. Filiale della Cassa di Risparmio a Centocelle. Una grande scuola: dovevi stare attento sennò ci rimettevi tu i soldi. Ero contento però, quel posto fisso mi permetteva di riempire il frigo, comprare la Cinquecento. Il lavoro, c'è poco da fare, dà dignità all' uomo. E stando dietro lo sportello avevo uno sguardo aperto sul mondo.

 

Federico Zeri (1921-1998) - Critico Darte

Vedevi di tutto: da me veniva Enrico Nicoletti, quello della banda della Magliana. All'epoca era ancora solo uno strozzino. In banca mi sono accorto per la prima volta come nessuno pagasse le tasse. La gente chiedeva prestiti ma poi non aveva le credenziali sufficienti. Dichiaravano redditi sotto la soglia di povertà ma non erano poveri affatto».

 

Quando è diventato disc jockey?

«La musica è sempre stata la mia passione, la sera a turno finito andavo in radio. E stando ancora in banca facevo il critico musicale anche per alcuni giornali. Barbara Palombelli, che avevo conosciuto durante la luna di miele del mio primo matrimonio in un villaggio turistico dove lei faceva l'animatrice, veniva a prenderli per poi farli pubblicare. Ma già nel '64 ero fisso a via Asiago, alla Rai, per partecipare a "Bandiera Gialla" con Renzo Arbore. La sera poi io, Loredana Bertè e Renato Zero, andavamo al Piper.

gabriele donnini

 

La svolta è arrivata con il Titan, un locale in via della Meloria che voleva portare a ballare i compagni. All'epoca la disco music era appannaggio dei ragazzi di destra, quindi bisognava creare un posto alternativo che piacesse anche a chi aveva fatto il '77. Gli anni precedenti, quelli dal '68 al '78 erano stati tremendi. Grande emancipazione sessuale, certo, finalmente le donne prendevano la pillola e al Titan si faceva sesso pure sui divani, ma c'era tanta violenza. A Roma era guerra civile e dovevi stare attento in quale quartiere giravi se avevi addosso l'eskimo».

 

dago e renato zero 5

I suoi amici dell'epoca?

«Arbore è e resta uno dei miei migliori amici. Un grande signore. Poi c'è Renato Zero. Lui abitava alla Montagnola in un palazzo di poliziotti e si vestiva da Zero nel mio portone. Una volta facemmo un incidente a piazza Fiume. Finimmo dentro un negozio di pompe funebri: tutti insanguinati tra le bare. Ci portarono al Policlinico e Renato, che ancora non era famoso ma già indossava tutine attillatissime ed era truccato, fu ricoverato nel reparto delle donne. Hai voglia a spiegare che era un maschio...».

 

I suoi ricordi dell' Estate romana?

«Renato Nicolini era un genio, aveva capito che l'unica vera rivoluzione era quella culturale. Mi chiamò per creare a Villa Ada una manifestazione dove si ascoltava musica e si ballava. Cinquemila persone a sera: tutti a dimenarsi con l'Ally Galli. Perché volevamo la spensieratezza degli anni Sessanta, far tornare la gente a divertirsi con leggerezza: la "guerra civile" era alle spalle».

renzo arbore e dago

 

Lei vive in centro, ma è nato a San Lorenzo.

«In via dei Volsci. Mamma bustaia, papà saldatore. San Lorenzo allora era un po' un ghetto: stretto tra il Verano, la ferrovia e la ferita mai rimarginata del bombardamento del '43. Pensi, da Pommidoro a mangiare i miei non mi hanno mai portato perché lì sotto c'era, in tempo di guerra, un rifugio antiaereo. E mia madre non se la sentiva di affrontare quei ricordi».

renato nicolini

 

Lei è considerato un cattivone col suo "Dagospia". Riceverà un sacco di lamentele...

«Ogni giorno. Ma io non mi lascio intimidire, resto sempre un coatto di San Lorenzo. Una volta Sgarbi lo stavo per menare in tv... Ma so anche chiedere scusa, se sbaglio».

ROBERTO DAGOSTINO BARBARA PALOMBELLI

 

E il romano che tipo è?

«Il romano è accusato di essere cinico. In realtà è il re dello esticazzi!. È disincantato e si annoia subito. Per tre mesi, tanti anni fa, a Roma venne Liza Minelli col padre, mi pare dovesse girare un film. A una cena gli chiesero di cantare e lei si stizzì. La volta dopo però si concesse, la gente grata applaudiva. Lei ci prese gusto e cominciò a cantare a ogni party. Alla fine tutti a sbuffare: "Togliieteje er pianoforte: Ancora co' sto New York New York?...e mo' basta!".

 

Come si finanzia il suo sito?

«Con la pubblicità, ma i soldi mi servono tutti per pagare le querele».

dago neon by donnini

Dago dal tatuatore foto Gilda Aloisi per Rolling Stone jimi hendrix al titanliza minnelli a fantastico titan titan titan interno ron galella liza minnelli con frank sinatra Enrico Nicolettititan Dago dal tatuatore foto Gilda Aloisi per Rolling Stone

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)