ceronetti

ADDIO AL FILOSOFO IGNOTO - GUIDO CERONETTI. FLAGELLATORE DEI PERICOLI DEL PROGRESSO E DELLA TECNOLOGIA. INFINE, GIORNALISTA, MA PER PAGARSI DA VIVERE - PARISE: ''HA IL DONO DI SAPERE TUTTO PRIMA DI SAPERLO, LA CONOSCENZA DELLE COSE E DELLE PAROLE AVVIENE NEL SUO MINUSCOLO VENTRE VUOTO DI ASCETA VAMPIRO" - MISANTROPO MANCATO MA SOLO PERCHÉ GLI PIACEVANO LE DONNE. UNA LUNGA BIOGRAFIA

MORTO SCRITTORE E POETA GUIDO CERONETTI  

 (ANSA) - E' morto a Cetona Guido Ceronetti, scrittore, poeta e drammaturgo, che amava Celine. Colpito da una broncopolmonite non si è più ripreso. Aveva compiuto 91 anni, in ospedale, il 24 agosto. Lo comunica la casa editrice Adelphi con cui aveva pubblicato nel 2017 la raccolta di aforismi e pensieri 'Messia' e nella primavera del 2018 'Odi', una scelta sue traduzioni delle odi di Ovidio.

 

ceronetti

Nato a Torino il 24 agosto 1927, Guido Ceronetti da molti anni si era ritirato in Toscana dove aveva una casa, a Cetona, per dedicarsi soprattutto alla scrittura. Nel 2008 aveva avuto il vitalizio della legge Bachelli per i "cittadini illustri". Esemplare il suo 'Viaggio in Italia', uscito in volume nel 1983, compiuto a piedi, con treni locali e corriere da Nord a Sud, dal Po avvelenato a ''uno dei peggiori luoghi'' del paese, Napoli. Intellettuale contro, grande amico di Cioran, che aveva introdotto in Italia, e appassionato di Celine, era traduttore dal latino (Marziale, Catullo e Giovenale) e dall'antico ebraico (cinque libri della Bibbia).

 

Poeta oltre che scrittore e drammaturgo, aveva una grande passione per il teatro nata con le marionette, fatte anche con le sue stesse mani, e condivisa con la moglie Erica Tedeschi con la quale nel 1970 aveva dato vita al Teatro dei Sensibili. Spettacoli a cui assisterono Eugenio Montale, Guido Piovene, Natalia Ginzburg, Luis Bunuel e Federico Fellini. Famose le sue interviste impossibili, dialoghi immaginari tra un intellettuale contemporaneo e un personaggio storico, andate in onda nel 1974 sul secondo programma di Radio Rai.

 

Ceronetti ha partecipato alla Resistenza occupandosi di stampa clandestina e nel dopoguerra ha vissuto scrivendo su vari giornali e riviste. Ha cominciato a pubblicare libri a partire dagli anni '70 e ha pubblicato con Einaudi e Adelphi. Nel 2017 gli era stato dedicato il documentario 'Il filosofo ignoto'.

 

 

Da www.cinquantamila.it

 

Biografia di Guido Ceronetti

  

• Torino 24 agosto 1927 - Cetona 13 settembre 2018. Scrittore. «Ho scritto sui giornali per avere da vivere, ma il meglio di Ceronetti viene fuori dai versi».

• «Ha scritto di sé: “Torinese per foglietto anagrafico, l’accento incorreggibile, i ricordi”. Dai quali estrarre “i parenti ossessivi, il fascismo martellato e chiesa chiesa chiesa”. Poi ci sono stati i lampi dell’Antigone di Sofocle, le cattive traduzioni della Bibbia, il senso di colpa e il lampioncino davanti alle case di tolleranza. Della sua gioventù “la cosa più spensierata era il tram. Il cinema era col contagocce, per molti anni puro e semplice miraggio”» (Pino Corrias).

CERONETTI

 

• «Sono sempre stato anticomunista, sempre... Forse, subito dopo la guerra ho avuto una certa simpatia, però non mi sono iscritto al partito il giorno dopo aver visto La corazzata Potëmkin, come innumerevoli giovani. Antifascista non è neanche da dire, da quando ci si è risvegliati, l’8 settembre. I miei non erano fascisti né antifascisti, erano bravi cittadini come tanti. Mio padre ha fatto tutta la Grande Guerra, ha vissuto Caporetto e il Piave, detestava Cadorna. Incontrò mia madre, che era cassiera in un cinemino, andando a vedere i film muti» (a Paolo Di Stefano) [Cds 8/5/2011].

 

• «Il “pestigrafo” armato di basco nero sulla testa, che le cronache riescono malissimo a inquadrare: è infatti saggista, poeta, scrittore, traduttore, regista, impresario teatrale; e poi instancabile flagellatore dei pericoli del progresso e della tecnologia. Infine, giornalista: ha cominciato durante la guerra, con racconti umoristici e pezzi culturali, e non ha mai smesso. Come regista e produttore teatrale, ha cominciato nel 1970 insieme a Erica Tedeschi, con il Teatro dei Sensibili, fatto di marionette e di ombre cinesi» (Alessandro Riva).

 

«Al teatro, mi ci sono dedicato tardi. A 40 anni. Ero un biblista, ma con mia moglie volevamo adottare dei bambini e pensavamo che sarebbe stato bello intrattenerli facendo per loro un teatro di marionette, consapevoli che quando avremmo detto alle assistenti sociali che ai nostri figli avremmo fatto vedere le marionette invece che la tv ci avrebbero chiesto chissà quante carte. Invece ci bocciarono direttamente la richiesta: dissero che io ero vecchio perché avevo 40 anni, anche se mia moglie ne aveva solo 25. A quel punto il teatro di marionette l’abbiamo fatto per i vicini di casa. Poi sono arrivati gli intellettuali, e ora eccomi qui» (ad Anna Bandettini) [Rep 8/10/2010].

 

CERONETTI

• «Ha il dono di sapere tutto prima di saperlo, la conoscenza delle cose e delle parole avviene nel suo minuscolo ventre vuoto di asceta vampiro, di flâneur diurno, di pellegrino italico. (…) La sua prosa è in perenne ebollizione, manda lampi, rombi, sciabolate di fuoco, risate luciferine commiste a lievi sorrisi dolci e funebri» (Goffredo Parise).

• «Immagine lieve e perentoria, ha la grazia smarrita dell’antico Viandante, la magrezza dello Sciamano, l’andare segreto del Mago, la nativa indipendenza degli animali, l’acume visibile del Mestatore, l’unicità del Marionettista» (Giosetta Fioroni).

 

• «Un nemico giurato della folla. Un misantropo mancato (mancato, dichiara, forse per troppo amore delle donne). Un avversario giurato della tecnologia. Un laico con venature di tradizionalismo, sgorgate dal mondo classico, dai Salmi o dall’Ecclesiaste. Un letterato colto e poliglotta. Un pessimista ai limiti del catastrofismo» (Nello Ajello).

 

• Sostanzialmente misoneista: ama la stilografica, la macchina da scrivere, il telegrafo e il cinema; disdegna biro, computer, cellulare e televisione. Nel febbraio 2009 è però apparso nella trasmissione televisiva Che tempo che fa (Rai Tre), dove ha presentato il suo ultimo libro Le ballate dell’angelo ferito (Il Notes magico ed.). «Ci sono momenti in cui bisogna rassegnarsi all’inconoscibile, all’indecifrabile. È così, non ci si può fare nulla, meglio limitare i commenti. Ho amato (e amo) tantissimo Ceronetti. Vederlo in tv mi ha creato sconcerto. Ma è un problema mio, non suo» (Aldo Grasso) [Cds 12/2/2009].

 

• Ha tradotto e commentato alcuni tra i libri biblici più ostici (Qohélet o l’ Ecclesiaste nel 1970,Il Libro di Giobbe nell’82) o più famosi (Il libro dei Salmi uscito in prima edizione nel 1955, ilCantico dei Cantici vent’anni dopo), oltre a diversi classici della letteratura latina come gliEpigrammi di Marziale (1964), Le poesie di Catullo (1969), Le satire di Giovenale (1971). InCome un talismano (1986), che deve il titolo a un verso di Eugenio Montale, ha raccolto le sue traduzioni di singole poesie dei grandi poeti moderni: da Konstantinos Kavafis a Thomas S. Eliot, da Antonio Machado ad Arthur Rimbaud.

 

CERONETTI COVER

• «Il Ceronetti saggista ha uno stile inconfondibile, “apocalittico” e satirico, molto polemico nei confronti di ogni conformismo e di ogni forma di consumismo e particolarmente sensibile alla distruzione del paesaggio. I suoi brevi saggi, prevalentemente pubblicati sul quotidiano La Stampa, sono raccolti in diversi volumi (Difesa della luna del 1971, La carta è stanca del 1976, La musa ulcerosa del 1978, La vita apparente dell’82, Albergo Italia dell’85).Nel Silenzio del corpo del 1979, Ceronetti espone la sua poetica rivendicando il carattere terapeutico della verità: “Faccio il medico cercandola”.

 

In Un viaggio in Italia. 1981-1983dell’83, l’autore parte da una nuova “passione per l’Italia... più severa, più dolorosa”, mentreL’occhiale malinconico dell’88 riprende l’amore per il viaggio, nel tempo e nello spazio, e dalla guerra di Spagna passa alla tragedia della Valtellina nel 1987» (l’Espresso).

 

• «Cultore della lettera come irrinunciabile testimonianza vitale e amicale (“Le anime morte non scrivono né ricevono lettere”), egli vi dispensa pensieri e giudizi sugli argomenti più vari (l’antichità, la medicina, l’ambiente, la morte, il Papa), che emanano non tanto da uno spirito intelligente (del quale alla fine non sapremmo che cosa farcene) quanto da un vero e inusitato saggio moderno, capace di offrire piccole o grandi illuminazioni, sempre comunque emancipate dalla stolida tirannia dell’opinione corrente».

 

• «Mi piacque molto la sfida del ministro dell’Ambiente, Willer Bordon, alla potenza vaticana, per le antenne radio di Cesano, pericolose per la salute della gente della zona, ma venne deplorato e perfino ridicolizzato nel suo stesso governo». Nel 2006 scrisse che avrebbe votato «per il margine in penombra del chiattone, del Narrenschiff unionista, che si presenta come Rosa-nel-Pugno».

 

CERONETTI 1

• «Ripeto spesso un verso di Miguel Hernández: "Me duele a España". A me duole l’Italia: è un destino dell’Italia il dolere, perché dell’Italia importa l’anima, l’Italia è metafisicamente importante, e qui lo sfregio lo risenti visceralmente. Mi considero un patriota del Risorgimento anche se non espongo la bandiera: la verità è che bisogna soffrire per l’Italia e con l’Italia anche se si è stranieri. Il mio Viaggio in Italia è una testimonianza per l’Italia di un italista. Posso dirmi un italista» (a Paolo Di Stefano) [cit.].

 

• «Una guerra atipica, incruentissima – eppure guerra vera, senza quartiere, senza infingimenti – è da fare, con mobilitazione generale includente giovani leve e vecchie, donne, uomini e ragazzini rigorosamente privi di kalashnikov: la guerra all’Inglese, all’anglofonia d’occupazione, all’americofonia tecnologica, all’angloegemonia che implacabilmente va stritolando le lingue dell’Europa continentale e seppellendo in sabbie mobili senza ritorno la meno reattiva di tutte: questo italiano nostro di penuria, analfabetizzato, stupidamente arreso all’angloamericano.

 

La diseducazione linguistica conduce dritto all’indifferenza a tutto: valori etici, culturali, religiosi. (…) Cittadini, una lingua così vaiolosa è un danger serio per tutti! Una lingua materna non è surrogabile da una sussidiaria, imposta con prepotenza. È in vista una diffusa confusione mentale. Alzate senza paura barriere linguistiche. Difendendo l’italiano proteggete voi stessi» [Cds 14/1/2010].

 

• «Il libro al computer è la fine di un modo di pensare, e probabilmente del pensare stesso. Non è più la mano ma la macchina a guidare, ispirare, uniformare gli stili. Del resto i tanti romanzi che escono in questi anni, nel loro realismo arcipiatto figlio dell’elettronica, non appartengono più alla scrittura» (a Mario Baudino) [Sta 30/12/2009].

CERONETTI

• «L’arte è sempre trascendente anche per chi la pratica. Viene, chissà, dall’anima del mondo, da Dio, dagli angeli. Il mistero letterario è sempre stato insondabile. È ancora così» (a Nello Ajello) [Rep 6/7/2011].

 

• «L’arte è finita da quando gli artisti non hanno più malattie veneree» [Il silenzio del corpo, Adelphi 2001].

 

• «Quando si parla di uomini pubblici, di uomini di Stato, non bisogna negargli una certa misura di piaceri privati, perché il bene pubblico dipende anche da questo. (…) Mai le donne (e neppure i ragazzi) sono da rinfacciare a un capo o a un ministro, purché ne godano entro limiti che non prendano a modello Tiberio o Nerone. Tutto quel che scarica in privato l’uomo pubblico dalle tensioni spaventose, di cui s’intumorisce tra la folla, nei colloqui, nei viaggi continui, nelle assemblee, è frescura per il bene pubblico; senza piaceri privati, l’uomo che governa o legifera perde, specialmente oggi, la dimensione umana» [ibidem].

guido ceronetti EUROPA

 

• «L’ottimismo è come l’ossido di carbonio: uccide lasciando sui cadaveri un’impronta di rosa» [ibidem].

• «Ero, in gioventù, un lacrimoso filantropo e sono, in vecchiaia, un asciutto filantropo. Pulito, ma filantropo. Darmi del misantropo è quasi ferirmi. Non so da quali pozzi mi venga, ancora, tanta passione umana. Certo non spreco le adulazioni, se sta lì tutta la misantropia…» [Pensieri del tè, Adelphi].

 

• «Un elementare senso del pericolo (territoriale, identitario, genericamente nazionale, e in questo caso anche religioso) dovrebbe suggerire la semplice idea che, quando gli sbarchi sulle coste italiane diventano di migliaia, si pone un problema di difesa militare. Quello che è strano, in questo dramma dell’assurdo, è che si invochino aiuti e scatti di alleanze per prenderne sempre di più, per predisporre modi di accoglienza e non per stabilire e proteggere – umanamente ma fermamente – un confine militarmente invarcabile. Un paragone classicissimo è la faccenda del cavallo di legno che sorprese l’eccessiva credulità dei poveri Troiani, che per metterselo in casa avevano addirittura squarciato le mura» [Sta 5/4/2011].

 

• «La verità, nelle predicazioni unanimemente buoniste, è certamente impossibile trovarla» [ibidem].

guido ceronetti x

• «Diffido delle proclamazioni di amore universale: siamo sette miliardi di àntropi su questa nave di pazzi, e amarli, tutti in blocco, è non amare nessuno» [Rep 18/9/2013].

• «Mi affascina indagare il male e la condanna dell’uomo al male. Mi sembra che sia un inevitabile cuore di pensiero. In un certo senso mi ritengo un criminologo. Ho perfino un vasto archivio artigianale di casi importanti: dai delitti di Villarbasse a quelli efferati della banda Manson» (ad Antonio Gnoli) [Rep 17/3/2013].

 

• «La vita rimescola dati e dadi; l’ultima parola, su tutto, la dirà il silenzio».

• «L’oratorio mi fece anche aborrire la Juventus: c’erano dei manigoldi che mi sbattevano contro il muro con minaccia di strozzarmi se non gridavo con loro viva la juve. M’impuntavo e le prendevo; per rivalsa, nella torva cretinità puerile, cercai riparo nelle coglie, a quel tempo formidabili, del Torino. Durò pochi anni: ma capirai c’era gente come Guglielmo Gabetto, Valentino Mazzola, Eusebio Castigliano, tutti i morti di Superga...».

 

• Animalista e vegetariano dal 1957. «Per quanta giustizia possa esserci in una città, basterà la presenza del mattatoio a farne una figlia della maledizione. Per quanto nobile possa essere una ricerca della medicina, la sperimentazione su esseri viventi ne farà sempre una figlia della maledizione» [Il silenzio del corpocit.].

 

Guido Ceronetti

• Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, In un amore felice (Adelphi ed.). «Vi è contenuta l’umanità del vecchio Aris, che si innamora, ricambiato, della trentenne Ada, una sensitiva che talvolta vede prima quel che accadrà. Siamo nel ’57, in una città portuale, mentre nel grande mondo si verificano apparizioni di Ufo. Perché l’idea di scrivere un romanzo?

 

“Il romanzo è nato da ore di noia passate in clinica per una riabilitazione. Mi trovavo a Novaggio, in Svizzera, mi annoiavo, si avvicinava l’autunno e mi sono detto: mi metto a scrivere qualcosa che mi salvi dalla depressione. Il romanzo è venuto così, in modo rapsodico. Sono partito per scrivere la storia di un amore felice, perché mi causava un vero disagio il pensiero che gli amori siano quasi tutti infelici”» (a Paolo Di Stefano) [cit.].

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?