BACK TO BEAT – FERLINGHETTI: ‘OGGI DI FRONTE ALLE TRAGEDIE CHE VIVIAMO È DIFFICILE SCRIVERE POESIE’ – ‘L’AMERICA? IL TERZO MONDO: CAPITALISMO FOTTUTO” – ‘BERGOGLIO È IL PRIMO PAPA CON UN CERVELLO, SPERIAMO NON LO AMMAZZINO’

Mauro Aprile Zanetti per ‘La Stampa'

«Ecco un Ferlinghetti molto più politico, una voce per i poeti del dissenso». Robert Weil, direttore della Liveright Publishing, ha presentato così il nuovo progetto editoriale, Writing Across the Landscape: Travel Journals (1950-2013) di Lawrence Ferlinghetti. L'edizione prevista per il 2015, a cura di Giada Diano in collaborazione con Matthew Gleeson, includerà un'estesa diaristica, appunti di viaggio.

A parte uno dei suoi primi memoir che risale alla fine degli Anni 40 - dove racconta dello sbarco in Normandia andando su e giù per l'Atlantico su una carretta di mare, guidando un pugno di sbarbatelli verso la liberazione dell'Europa dal nazismo -, l'itinerario dell'avventuriero Ferlinghetti ci porta in Cile, a La Paz in Bolivia, «il più povero e miserabile paese in cui io sia mai stato; persino più povero di Haiti», in Messico e Nord Africa, a Cuba, nella Spagna di Franco, nell'Unione Sovietica e in Nicaragua sotto i sandinisti, senza dimenticare la Francia e la sua adorata Italia.

Sessant'anni di viaggi in giro per il mondo? «No, a dire il vero sono 95», corregge lui, ridendo. A dimostrazione che «San Francisco era ed è ancora l'ultima frontiera» di resistenza della Beat Generation, agli antipodi dell'attuale Bit Generation, questa settimana la leggendaria libreria City Lights dedica una serie di iniziative al suo fondatore che compie 95 anni. È un Ferlinghetti in ottima forma, illuminato da una luce serafica, agile e spietato d'intelletto, politico più che mai, lirico nei suoi montanti, stracolmo di umorismo con tinte di cupezza «sull'avvenire della terra e la razza umana».

Gli fa perfettamente eco l'allarme sollevato in questi giorni da Paul Krugman sul «capitalismo patrimoniale» secondo l'accezione di Thomas Piketty. Alla domanda su cosa può dirci dopo un secolo di vita, risponde lapidario: «Questo sarà l'ultimo secolo degli umani sulla terra».

Il poeta di North Beach è molto preoccupato di quanto poco stia facendo la politica. Dopo tutto quello che ha visto (Nagasaki inclusa), tra comunismo e capitalismo, è la poesia che lo ha salvato? «A dire il vero è alquanto difficile scrivere poesie in questi giorni, dinanzi alla tragedia che viviamo come pianeta. E il capitalismo ora è veramente fottuto - il comunismo lo è già stato -, specialmente negli Stati Uniti, dove ogni cosa è veramente incasinata: i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. Se i repubblicani vincono le prossime presidenziali sarà un disastro».

Che ne è della middle class e all'American dream? «Beh, il Paese sta piuttosto diventando un Terzo mondo. E abbiamo l'invasione dell'innovazione.com: il denaro della Silicon Valley che compra la città. Abbiamo anche un sindaco che è completamente a favore di questo business. Uno dei principali pericoli è che il capitalismo nel suo più completo sviluppo è un nemico della democrazia. I poveri perdono persino la loro rappresentanza secondo la linea repubblicana. Ogni trionfo per il capitalismo è una sconfitta per la democrazia».

La conversazione tocca anche l'ex premier italiano Berlusconi: Ferlinghetti non si capacita di come possa ancora essere in giro. Scherza sulla sua ossessione per l'altezza, e racconta degli stivali di Castro che per l'appunto lo rendevano anche più alto di lui quando furono faccia a faccia a Cuba agli albori della rivoluzione. Quando sente dei lavori socialmente utili che dovrà fare Berlusconi, ride di cuore tra l'ipotesi di badante per anziani o in convento con le suore.

Di papa Francesco, di cui condivide «la rivoluzione con la tenerezza», dice: «È il primo con un cervello, speriamo non lo ammazzino». «Il mio primo viaggio come poeta all'estero - continua - fu con Allen Ginsberg a Concepción in Cile. Poi andai a Machu Picchu, su cui scrissi la poesia Hidden Door, ispirato a Las alturas di Pablo Neruda. Lo stesso anno a Cuba, in un bar, io e mia moglie Kirby incontrammo due giovani che dissero di essere poeti e collaboratori di Lunes de Revolución. Avevano pubblicato Ginsberg, Kerouac, Corso, e anche alcune delle mie poesie.

Quando realizzarono che ero io, dissero che avevano letto tutto di me, chiedendomi se volevo incontrare Fidel. Perché no, risposi». Ed ecco, verso la fine del pasto, l'epifania: «Questo uomo grande e alto venne fuori dalla cucina in divisa militare, fumando un sigaro. Chiesi ai giovani poeti se mi potevano presentare. E loro risposero che non lo conoscevano. L'unica cosa che potevo dire in spagnolo era: "Soy amigo de Allen Ginsberg"».

Ferlinghetti ride molto divertito e continua: «Allen l'aveva incontrato a New York al Lenox Hotel, quando cercava finanziamenti. I governi e le banche non gli volevano prestare denaro. Così andò a cercarlo in Unione Sovietica, perché noi gli avevamo girato le spalle. Fu stupido da parte degli americani. Quando incontrai Fidel mi sorprese vedere che quel "feroce dittatore" era zoppicante e tremolante. Era tutto solo, quando venne fuori guidò una jeep aperta senza guardie. Era l'inizio della rivoluzione cubana, il tempo dell'euforia, quando tutto era grandioso.

Pablo Neruda era in città, allora questi giovani poeti mi dissero che avrebbe fatto un reading di fronte a tutti i castristi e mi chiesero se volevo andare a sentirlo. Quando entrai nel Senato vidi una ressa: tremava ogni cosa! Entrarono tutti con una divisa militare e il sigaro in bocca. C'era grande eccitazione. Quando salì sul palco ci fu un applauso di massa. Tempo dopo ebbe molte discussioni e un sacco di disaccordi con Cuba. Neruda era comunista. Fidel non era uno di quelli del gruppo originario. Era uno di quegli studenti universitari, intellettuali. Non erano gli operai del partito. Anni dopo, quando ero in Nicaragua, lessi che Fidel aveva dichiarato: "Non sono un seguace del comunismo, ne sono una vittima". Beh, è ancora vivo!».

Ultimo flash di Ferlinghetti: un passaggio sul suo viaggio in Russia, prendendo la Transiberiana nel 1967, gli permette di descrivere la vita sotto Stalin. «C'era un enorme striscione che glorificava l'anniversario dei 50 anni della Rivoluzione, e un'orda umana lungo la strada, tutti vestiti di nero. Sembravano completamente infelici. Andai in un cinema: non mostravano che film di propaganda, con musica marziale, truppe che marciavano. Il pubblico sedeva in assoluto silenzio per tre ore, dopo di che si trascinava fuori muto. Era così patetico. Era la gloria del 50° anniversario del comunismo!».

 

 

LAWRENCE FERLINGHETTI FERLINGHETTIferlinghetti FIDEL CASTRO E PAPA RATZINGER feltrinelli e fidel castro STALIN E CHURCHILL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO INCONTRA PHILOMENA LEE E STEVE COOGANUno scatto di Jack Kerouac NERUDAPIVANO E GREGORY CORSO-1960patti smith william burroughs by allen ginsberg

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO