giancarlo siani

CHE SENSO HA DARE OGGI IL TESSERINO A GIANCARLO SIANI? – MARCO CIRIELLO: “IN MOLTI DIRANNO CHE VOLEVA DIVENTARE PROFESSIONISTA, MA DARGLIELA ALLA MEMORIA, A 35 ANNI DA QUEGLI SPARI SOTTO CASA SUA, EQUIVALE A DARE OGGI LA PATENTE NAUTICA A YANEZ" - "QUELLA TESSERA NEGLI ANNI OTTANTA DAVA LAVORO, ADESSO È UN ORNAMENTO. QUELLO CHE ERA UNO STATUS NELLA SOCIETÀ, ATTUALMENTE È UNO STATUS SU FACEBOOK. BISOGNAVA LASCIARE GIANCARLO UN "ABUSIVO"...” 

 

 

Marco Ciriello per Dagospia

 

il tesserino verde di giancarlo siani

Nella città che parla con i santi non fa meraviglia che si possa dare una tessera a un morto. E persino il più surrealista degli scrittori o il più credente dei dialoganti da statua chiederebbe una ragione valida. Solo che la ragione valida è superata, come tutto in Italia.

 

Pure la morte, che era una cosa seria ai tempi di Totò, è diventata un motivo di contrattazione, così, Giancarlo Siani, a 35 anni dalla sua uccisione, lascia la condizione di abusivo e diventa giornalista professionista: come tutti quelli che fanno le scuole di giornalismo e da disoccupati prendono la tessera.

 

MARCO CIRIELLO

Mentre scompare dalla storia la condizione di abusivo – l’essere un trapezista da redazione in attesa di riconoscimento, assunzione e diritti, lo racconta Antonio Franchini, dimostrando che a Napoli negli anni Ottanta ogni cosa era abusiva: anche i pensieri – smette di esistere una categoria, che era stata già linguisticamente sostituita dai precari, che fanno comodo ai giornali e puliscono la coscienza dell’inutile ordine dei giornalisti.

 

giancarlo siani e la sua mehari 1

Tra l’altro, in una strana sincronicità, esce dall’ordine Vittorio Feltri – il più politicamente scorretto dei giornalisti – segnandone l’ipocrisia e si consegna al morto Siani uno status di professionista che serve ai vivi, all’ordine, ai nuovi tecnici della militanza d’albo, alle redazioni senza fumo, alla stratificazione di commemoratori che appendono più in alto il poster di Giancarlo, tanto è leggiere, se fa piccirille, o al massimo affresco per il soffitto in sala riunioni e poi murale in periferia.

 

È il tempo degli status che dai social arrivano ai ricordi, che mettono in ordine un passato che non può essere ordinato, che non può essere imbiancato, perché c’è un sangue che non va via, un sangue che puzza, e anche molte ombre sulla morte del cronista abusivo del “Mattino”: abbiamo una verità giudiziaria, ma come in molti altri casi, non abbiamo una verità forte, unica, soddisfacente, che sarebbe stata molto più importante di una tessera giornalistica.

VITTORIO FELTRI

 

Abbiamo i killer ancora stipendiati – in carcere –, e forse alcuni mandanti che si sono messi in salvo dai tormenti della memoria. In molti diranno che Giancarlo voleva diventare professionista, che voleva quella tessera, ma dargliela alla memoria, dopo la morte, a 35 anni da quegli spari sotto casa sua, equivale a dare oggi la patente nautica a Yanez.

 

Quella tessera negli anni Ottanta dava lavoro, adesso è un ornamento. Quello che era uno status nella società, attualmente è uno status su Facebook.

 

Siani è già nella storia del giornalismo, è già romanzo, è già epica, è già oltre tutta la sua generazione con tessera e pensione e appartamenti e privilegi, era già professionista per autocertificazione e articoli divenuti imprescindibili: senza il suo ultimo pezzo su i muschilli non ci sarebbero le paranze di Roberto Saviano e senza le sue inchieste precedenti non ci sarebbe nemmeno “Gomorra”, senza il suo sacrificio non ci sarebbero stati tanti abusivi assunti nei giornali, senza la sua forza e la sua curiosità di ragazzo che non voleva essere eroe ma solo firma – che non viene garantita da una tessera ma dalla scrittura e dalle storie –, in molti (compreso me) non avrebbero fatto questo lavoro; e saperlo libero nella sua clandestinità equivaleva a sentirlo fratello nella nostra indipendenza fuori dalle redazioni, sulle strade, in bilico.

murale in memoria di giancarlo siani

 

È la fisicità di Giancarlo che ci ha garantito l’epica, dare la tessera in assenza di fisicità è una operazione da giornalismo in smart working. Sanare la sua condizione d’abusivo significa condannarlo alla normalità, dargli il posto – certo, lo voleva, ma da vivo – da morto, ha senso? Siamo oltre Nanni Loy.

 

L’antimafia d’ordinanza gli ha consegnato un loculo suppletivo, un titolo che oggi non ha valore – la tessera verde, la tessera rossa, un rito di un mondo spazzato via da una professionalità cresciuta e coltivata fuori dagli albi dell’ordine –, gli danno un titolo del passato in un presente senza titolo, nell’Italia dell’uno vale uno, banalizzando il suo – involontario – sacrificio.

il tesserino verde di giancarlo siani

 

Già la sua Mehari era diventata una macchina da luna park, chi aveva bisogno di un nuovo status ci faceva un giro, una foto, e via andare, ad ogni giro una medaglia, ad ogni medaglia un salto di grado, dimenticando che fosse una bara. Ma è ormai Napoli che ha smarrito il suo rapporto con la morte, il sapersi restituire alla terra fino a farsi carne di questa, come diceva Ignazio Buttitta, con una sola biografia, quella autentica, senza riscritture.

 

Bisognava lasciare la Mehari sotto casa, e farne un monumento, conficcarla come un chiodo in quella strada-teatro. E bisognava lasciare Giancarlo un abusivo. Invece, in questa storia, è sparita la sostanza delle cose. Giancarlo Siani che già da ragazzo era passato a eroe, ora diventa eroe giornalista-professionista, e vissero tutti felici, contenti e con la tessera.

federico monga paolo siani e roberto fico nella nuova sede del mattino dedicata a giancarlo siani

giancarlo siani e la sua mehariSAVIANO ALLA GUIDA DELLA MEHARI DI GIANCARLO SIANI

LA MORTE DI GIANCARLO SIANI

 

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...