LA CORTE DEI CONTI APRE UN FASCICOLO SUL CASO DELLE PRESUNTE FATTURE FITTIZIE DI "REPORT" - IL RIFERIMENTO È A UN'INCHIESTA SU SIGFRIDO RANUCCI, DATATA 2014, CHIUSASI NEL 2019 CON L'ASSOLUZIONE - IL GIORNALISTA ERA STATO ACCUSATO DALL'EX SINDACO DI VERONA, FLAVIO TOSI, DI AVER COMPRATO DOSSIER ANONIMI PER COSTRUIRE UN'INCHIESTA CONTRO DI LUI, EMETTENDO FALSE FATTURE…

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Antonella Baccaro per il "Corriere della Sera"

 

SIGFRIDO RANUCCI SIGFRIDO RANUCCI

La Corte dei conti apre un fascicolo istruttorio sul caso delle presunte fatture fittizie della trasmissione Report. Il riferimento è a un'inchiesta sul conduttore Sigfrido Ranucci, datata 2014, chiusasi nel 2019 con la sua assoluzione. Il giornalista era stato accusato dall'ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, di aver comprato dossier anonimi per costruire un'inchiesta contro di lui, emettendo false fatture.

 

La sentenza che chiuse il caso tra l'altro recita: «Il Ranucci, al solo fine di ottenere materiale utile per l'inchiesta, si fingeva disponibile a pagare detta cifra con denaro della Rai ricorrendo a documentazione fiscale di comodo». Ranucci su Facebook ricorda che da quell'inchiesta «scaturirono diciannove tra querele e richieste di risarcimento». Per i giudici, il comportamento del giornalista sarebbe corretto, sottolinea in una nota il consigliere di amministrazione Rai Riccardo Laganà. Intanto però si moltiplicano gli enti che dovranno valutare la condotta di Ranucci.

SIGFRIDO RANUCCI SIGFRIDO RANUCCI

 

In campo c'è già la commissione di Vigilanza Rai, il cui presidente Alberto Barachini, ieri ha rivolto una richiesta di chiarimenti ai vertici dell'azienda, dopo che, nella scorsa riunione di commissione, è emerso uno scambio di messaggi tra Ranucci e due commissari in cui sarebbero volate accuse e parole grosse da parte del primo. Lo stesso Barachini ha voluto informare degli ultimi avvenimenti i presidenti di Camera e Senato.

 

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Infine ieri il Copasir, la commissione parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha ascoltato uno dei due commissari coinvolti: Andrea Ruggieri (FI) sui dossier, di cui avrebbe parlato Ranucci nei messaggi, relativi a esponenti politici. L'audizione ha anche prodotto uno scontro ieri nell'Ufficio di presidenza della Vigilanza tra il senatore del M5S, Primo Di Nicola, e la capogruppo di Fratelli d'Italia, Daniela Santanché.

 

Il primo si è domandato «se la commissione di Vigilanza stesse operando correttamente sul caso Ranucci e se questo caso stesse rimbalzando sempre in maniera corretta dalla commissione di Vigilanza al Copasir».

 

Santanché ha replicato che «non è prerogativa di noi commissari di Vigilanza Rai giudicare l'operato di un'altra Commissione». Intanto Barachini ha inviato una lettera anche alla presidente e all'amministratore delegato della Rai, Marinella Soldi e Carlo Fuortes, in cui chiede che la Vigilanza venga «costantemente e tempestivamente aggiornata circa l'apertura, gli sviluppi e gli esiti puntuali derivanti dall'Audit, con l'ulteriore richiesta di precisare l'oggetto specifico su cui le procedure di verifica interna si sono concentrate».

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Inoltre sono state richieste «in tempi solleciti» ulteriori audizioni dei vertici Rai. Con una nota ieri viale Mazzini ha subito offerto «piena collaborazione da parte della Rai» poiché «è nel pieno interesse dell'azienda fornire tutte le informazioni». Ma sul punto è intervenuto anche il deputato Luciano Nobili (Italia Viva) attaccando i vertici Rai perché intervengano senza perdere altro tempo: «Fino a quando pensano di poter nascondere la testa sotto la sabbia?».

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