emanuele trevi chiara gamberale libero de rienzo

DAGOSPIA E LA MORTE DI LIBERO DE RIENZO – GLI SCRITTORI EMANUELE TREVI E CHIARA GAMBERALE AFFERMANO, DANDO A QUESTO SITO DEL “FASCISTA” (SIC), DI ESSERE GLI UNICI DEPOSITARI DELLA MEMORIA DELL’ATTORE. MA COSA HANNO FATTO LORO DI FRONTE ALLA FRAGILE CONDIZIONE UMANA DELL’AMICO? E I VARI LUCA BOTTURA E BORIS SOLLAZZO, CHE OGGI POLEMIZZANO SU COME I GIORNALI HANNO RACCONTATO LA MORTE DI DE RIENZO E LO CELEBRANO PER “LE SUE BATTAGLIE SCOMODE CONTRO LA VIOLENZA DELLA POLIZIA, IL SISTEMA PENITENZIARIO, LA STRATEGIA REPRESSIVA DELLO STATO”, PERCHE’ NEGLI ANNI PASSATI NON GLI HANNO MAI DEDICATO UNO STRACCIO DI ARTICOLO, UN’INTERVISTA, UN CORSIVO?

DAGONOTA

libero de rienzo

Nota a margine alla lettera-accusa pubblicata su Dagospia dagli scrittori Emanuele Trevi e Chiara Gamberale sulla morte (fin qui oscura) dell’attore Libero De Rienzo. Per gli amici, “Picchio”. Ma di cosa è incolpato questo disgraziato sito? In primis di aver dato la notizia, lanciata dalle agenzie di stampa, sul decesso del protagonista di ‘’Fortpàsc’’ e ‘’Santa Maradona’’.

 

Notizia ripresa da tutti i media con il sospetto degli inquirenti (non nostro) che era stato stroncato da una dose di eroina. Così scrivendo avremmo, secondo i nipotini in fasci del Minculpop, “profondamente turbato una famiglia di persone oneste”. E fin qui ce ne spiace.

trevi vince lo strega

 

Anche se nel raccontare il triste episodio eravamo in buona compagnia del “Corriere della Sera” di Urbano Cairo e Walter Veltroni di cui Trevi e Gamberale sono illustri collaboratori. Ben pagati nonostante i tagli agli stipendi dei redattori, dei collaboratori e dei cassaintegrati in via Solferino. Ma pensiamo pure, che a sconvolgere la famiglia del povero “Picchio” sia stata la fine a 44 anni, in sofferta solitudine, del loro caro congiunto.

 

libero de rienzo

Il figlio rinvenuto e il marito rinvenuto senza vita il 15 luglio nella sua casa soltanto ventiquattro ore dopo la sua fine. E che da giorni non rispondeva più al telefono. E di questa “sofferta solitudine” cosa sapevano i suoi amici più intimi? Gamberale e Trevi che il 9 luglio, una settimana prima della morte dell’attore, festeggiavano con tanto di bottiglia dello sponsor in mano la vittoria al Premio Strega con il romanzo “Due vite”, cosa hanno fatto di fronte alla fragile condizione umana dell’amico?

 

luca bottura (1)

E i vari Luca Bottura e Boris Sollazzo, che polemizzano su come i giornali hanno raccontato la morte di De Rienzo e oggi celebrano per “le sue battaglie scomode contro la violenza della polizia, il sistema penitenziario, la strategia repressiva dello Stato” (vedi pezzo a seguire), cosa hanno fatto loro di fronte alla fragile condizione umana dell’amico? Perché negli anni passati non gli hanno mai dedicato un articolo, un’intervista, un corsivo?

 

boris e marie eve sollazzo

La rete, l’informazione del web, da tempo ha messo fine al potere dei signorini delle lettere che si auto recensiscono nelle terze pagine o si spartiscono (nell’anonimato, quello vero) i premi nel salotto tarocco Bellonci. Già, la morte di Picchio non può avere altri contraddittori se non di chi può salire comodamente in cattedra sui giornaloni boccheggianti in edicola.

 

Sempre nell’ipotesi che la droga fosse arrivata nella sua casa romana di Madonna del Riposo a “riempire un vuoto”. Un vuoto che Pier Paolo Pasolini considerava per quelli giudicati “diversi” soprattutto un “vuoto culturale”.

 

CHIARA GAMBERALE E EMANUELE TREVI

E a quale titolo, e con quali argomenti, la ditta dalla virgola catoniana Trevi&Gamberale si permette di calunniare Dagospia che, a loro sentire, sarebbe colpevole di nascondersi dietro l’anonimato dei suoi articoli, “una pratica tipicamente fascista” (sic)?

 

Forse non vale neanche la pena ricordare ai due apostoli della verità (negata) che il filosofo Adorno sosteneva: “Di quello che si può parlare, bisogna parlare”. E rammentare loro quanto scriveva e osservava il poeta e saggista Franco Fortini contro il silenzio degli “intellettuali generici che scrivendo su per i giornali si fingevano obbligati solo alle proprie parole firmate, e con boria cresciuta rigogliosa sulla mala coscienza”.

 

libero de rienzo con la moglie

E aggiungeva: “Volevano far credere di credere ancora alla favola della indipendenza, come se ogni loro parola non prendesse colore delle aniline infuse nei contesti, da quel che li circonda e li fa lievitare: istituzioni redazionali, politiche della cultura, poteri visibili e no”.  

 

LIBERO DE RIENZO, POLEMICHE SU COME I GIORNALI NE HANNO RACCONTATO LA MORTE

Giuseppe Candela per Il Fatto Quotidiano

 

libero de rienzo

Il 15 luglio scorso l’attore Libero De Rienzo è stato trovato senza vita. Morto a soli 44 anni, stroncato da un infarto, con il successivo ritrovamento di eroina nella sua abitazione. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per morte in conseguenza di altro reato disponendo l’autopsia.

 

La scomparsa dell’attore di Fortpàsc e Santa Maradona ha aperto un dibattito sul ruolo del giornalismo nel racconto della tragica vicenda, categoria finita nel mirino nei giorni scorsi. Dettagli scabrosi ritenuti inutili e irrispettosi, titoli acchiappaclick, mancanza di rispetto verso la famiglia senza reali certezze: questo il tono dei commenti di utenti comuni sui social.

 

“Ma quindi l’idea che di come è morto Libero De Rienzo non ci interessi nulla e che dovreste lasciarlo in pace non vi sfiora”, scrive l’autore Luca Bottura. Critiche arrivano anche da Mario Adinolfi: “È inutile il fascicolo aperto dalla procura di Roma su Libero De Rienzo per “morte come conseguenza di altri reati”. C’è chi cerca gloria sui giornali parlando di tracce di droga. A che serve? Una volta accertato che non s’è trattato di atto violento, si lascino in pace i morti.”

maccio capatonda herbert ballerina

 

A stretto giro si aggiungono le opinioni dell’attore Herbert Ballerina (“Ma come è possibile che il primo idiota che passa possa scrivere tutto ciò vuole? Ma giornalisti di cosa???“) e della giornalista Francesca Barra (“Con Libero De Rienzo si sta oltrepassando un limite che mortifica la famiglia e non (ancora) verità, viene da chiedersi a cosa servono i dettagli morbosi“).

 

libero de rienzo

Accuse che sono piovute anche da chi fa parte della stessa categoria. “Dettagli minuziosissimi e ‘scabrosi’ sulle ‘bustine’ e le ‘polveri’ manco parlassimo della serie ‘Narcos’: davvero non ci si poteva limitare a scrivere, dell’attore scomparso, che era un padre amorevole? E davvero è illegittimo il sospetto che tanti vogliano vendicarsi di Picchio e delle sue battaglie scomode – contro la violenza della polizia, il sistema penitenziario, la strategia repressiva dello Stato?“, scrive Boris Sollazzo su Il Dubbio in un articolo dal titolo eloquente “Noi cronisti e la spazzatura su Libero De Rienzo”.

 

marco mensurati

Nel mirino, anche sui social, finisce il quotidiano Repubblica che affida la replica al giornalista Marco Mensurati: “Ci sono un paio di domande che in queste ore da più parti ci vengono poste con una certa insistenza (e con diversi gradi, diciamo così, di civiltà). Era proprio necessario raccontare tutti i dettagli della morte dell’attore Libero De Rienzo? E poi ancora, e forse soprattutto, non si poteva omettere il dettaglio del ritrovamento dell’eroina? La risposta, ovviamente, è sì, era proprio necessario. E no, non si poteva omettere un particolare così rilevante.”

 

Fortapasc libero de rienzo

“Muore un attore bravissimo e amato come De Rienzo, un padre di famiglia, un insolito e laterale intellettuale della malconcia scena italiana, e il suo pubblico, i suoi amici, i suoi affini, non vorrebbero altro che stringersi nel dolore in una composta e silenziosa celebrazione. Il compito di un giornale e di un giornalista, però, non è quello di celebrare. Ma di raccontare i fatti.

 

E se la notizia, come in questo caso, è una bustina di eroina trovata nella casa dell’attore, non pubblicarla sarebbe un errore. Grave. E pericoloso. Perché salterebbero i meccanismi di controllo e di imparzialità che sono alla base del rapporto con i lettori”, continua Mensurati che poi si sofferma su chi ha criticato il lavoro dell’intera categoria:

 

libero de rienzo 1

“Colpisce in particolare che molte delle critiche arrivate ai giornali provengano da una ben determinata categoria di persone. Intellettuali del cinema, professionisti della comunicazione, persone per dirla in breve che avevano una frequentazione diretta e personale con De Rienzo e con la sua famiglia.

 

In molti di questi casi l’impressione che si è avuta è che gli amici stessero implicitamente, e in maniera umanamente comprensibile, invocando una sorta di trattamento di favore per un congiunto, un affine (anche solo intellettualmente). Nulla di più.”

maddalena urbani 2

 

Così il giornalista ricorda l’assenza di critiche quando la testata raccontò la storia di Maddalena Urbani, figlia di Carlo Urbani, il medico che isolò la Sars: “Parlammo del ritrovamento del suo corpo, della morte per probabile arresto cardiaco, del sequestro dell’eroina e degli psicofarmaci, scrivemmo dell’autopsia e delle indagini partite dalle analisi del suo telefonino e infine raccontammo dell’arresto dell’uomo che le aveva dato la droga. Nessuno del circolo intellettuale che oggi ringhia contro i giornali ci trovò niente di strano. Quelle erano notizie, noi stavamo facendo il nostro mestiere. E loro non erano amici di Maddalena.”

 

libero de rienzo 33

Al dibattito si aggiunge anche la voce del sito Dagospia che replica a modo suo alle critiche delle scorse ore: “Dagospia deve tacere su De Rienzo eroinomane e persino l’amica ‘Repubblica’ deve venir meno al primo compito di un giornale: dare le notizie. E giù telefonate, pressioni, tweet e stupore social. ‘Che schifo che lo dicono’.

 

Già, che vergogna dire la verità quando è un nostro compagno che muore di eroina! Non dovremmo nascondere la polvere sotto il tappeto persiano? Si può, si deve dire dell’assessore leghista che gira con la pistola credendosi un John Wayne, ma va taciuto che il povero De Rienzo teneva l’eroina sul comodino. I nostri amici non si toccano: è la prima regola di tutte le congreghe, dei patti di sangue.

 

libero de rienzo A ma soeur

E poi è tutta gente che vive in periferia come il ministro Orlando, che fa giusto un po’ di sport al Tennis club, che è all’Ultima spiaggia per un tuffo che poi, guarda caso, finisce sempre a scrivere per i giornali della borghesia. Ecco la grande ambizione: nascondere i vizi e pubblicare per la casa del Berlusca, scrivere per il giornale degli Agnelli e assicurarsi, così, recensioni per i prossimi libri e nuove relazioni con ‘Gli amici della domenica’. Che poi, la domenica, è il giorno della Messa, quello da santificare come facevano i democristiani – che, però, loro, ci credevano davvero.”

 

libero de rienzo

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...