FEBBRE A 90  - DAL RITORNO DI TWIN PEAKS AL NUOVO FILM DI VIRZI’, DA “FURORE” AGLI ETERNI LITIGI DEI FRATELLI GALLAGHER: IN PIENO REVIVAL ANNI’90 ARRIVA "NOTTI MAGICHE", LO ZIBALDONE DI BUONANNO-MASTRANTONIO CHE RIEVOCA SIMBOLI, FETICCI, SUPEREROI, IL CODINO DI ROBERTO BAGGIO E LE TETTONE DI PAMELA ANDERSON - VIDEO

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Francesco Persili per Dagospia

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Febbre a 90. In tv arrivano le nuove puntate di “Twin Peaks”, la serie che annoverava tra i suoi fan anche Gorbaciov, torna “X-Files”, Enrico Papi rifà “Sarabanda”, Alessandro Greco ripropone “Furore”, al cinema Paolo Virzì prepara una commedia noir ambientata nell’estate delle "notti magiche", in politica si discute di federalismo e dell’alleanza tra Lega e Forza Italia. E Liam Gallagher litiga, as usual, col fratello Noel per “Champagne Supernova”.

 

Gli anni Novanta sono finiti da un pezzo eppure r-esistono ancora nei telefilm, nelle trasmissioni di culto, nel basso ipnotico di “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana e ne "La Regola dell’Amico" di Max Pezzali, nei revival “abbestia”, nei modi di dire: “Abbasta”. E’ eterno presente più che ritorno al futuro “Notti Magiche – Atlante sentimentale degli anni ‘90” il libro scritto a quattro mani da Errico Buonanno e Luca Mastrantonio, giornalista del Corriere della Sera, e pubblicato dai tipi di Utet.

 

NOTTI MAGICHE NOTTI MAGICHE

Un almanacco illustrato di feticci, speranze, ciucciotti di plastica, schifezze, merendine, "Calippo Frizz", orrori "acetati" dell’ultimo "decennio analogico". Senza Facebook e senza YouPorn ma con il modem 56k, le chat, Moana Pozzi e i rantoli di un bollente 144. E al diavolo la bolletta.

 

Per chi è nato tra la fine dei Settanta e l’inizio degli Ottanta questo libro è come riaprire lo zainetto “Invicta”, riprendere la “Smemoranda” e frullare le trame e le brame di un diario sentimentale che mette insieme Tamagotchi e Game Boy, Beautiful e Mtv, boy band e Spice Girls, il Barbour e le intramontabili Stan Smith, le matite per riavvolgere il nastro della musicassetta e l’estasi pomeridiana davanti alle ragazze di “Non è la Rai”.

 

Ma come è bello qui, ma come è grande qui.  Un vortice di ormoni impazziti e “attimini” da amarcord: le accanite a "Street Fighter", Dan Peterson che si esalta con Hulk Hogan, l’alta fedeltà alle classifiche di Nick Hornby. Altro che lo zibaldone leopardiano, naufragar m’è dolce tra le tette di Pamela Anderson. “Ma che ne sanno i 2000 di quando c’era il walkman e Fiorello al karaoke...”. E di "Pulp Fiction", che era ovunque. Anche all'interno di una discoteca quando la fidanzatina minacciava di tagliartelo davanti a tutti: “Se guardi ancora quella biondina, te lo stacco, ti faccio fare la fine di Bobbit”. Ahia. 

 

 

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È una chiamata in correità per tutti gli adolescenti di allora questo volume. Nessuno si senta escluso. Anche chi adesso è genitore non ha smesso di sentirsi quel ragazzo che fantasticava davanti alle gambe (e “all’origine del mondo”) di Sharon Stone e viaggiava leggero con le “Air” Jordan ai piedi con la certezza che il 2000 sarebbe stato una figata. 

 

Un mondo "disconnesso e apparentemente felice". Il Muro che crolla, "l’Occidente senza nemici, l’Europa senza frontiere" e Brandon di Beverly Hills che passa dal giornalino di classe al Washington Post. Sì certo, come no? Ma cosa credi? Domani sarà meglio. Il “Divin Codino” di Roberto Baggio, la bandana al vento di Pantani, l’economia che correva: c’era la convinzione davvero di vivere nel migliore dei mondi possibili. Anche se erano anni di merda tra Tangentopoli, guerre e stragi mafiose. Superba è la poesia di Alda Merini e guai a chi tocca le nostre “notti magiche”, il mondiale del ’90, quando eravamo tutti Totò Schillaci, l’eroe per caso dagli occhi spiritati. Poi il colpo di testa di Caniggia, gli errori dal dischetto di Donadoni e Serena, la faccia di pietra di Goicoetchea, le lacrime sotto il cielo di un’estate italiana.

 

VAN BASTEN VAN BASTEN

La fine dell’illusione in quella maledetta semifinale contro l’Argentina persa ai rigori e la perdita dell’innocenza con l’addio al calcio di Marco Van Basten, il 17 agosto 1995. Quel giorno quei ragazzi “non abbastanza grandi da restare indifferenti” hanno iniziato a capire che anche "i supereroi non ce la fanno più e possono arrendersi". Il più apollineo dei centravanti ci ha insegnato ad accettare la sconfitta, a fare i conti con gli sgambetti del destino, a prendere coscienza delle fragilità. Game over. Gli anni ’90 cominciano a finire quel giorno, lunga vita agli anni ’90.

 

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Anni colorati e folli, di felpe acriliche e di leggende metropolitane (le figurine con la droga, le vipere dal cielo), di brit pop e di amorazzi che duravano il tempo di una canzone. "Anni in motorino sempre in due" e indimenticabili uscite “in gruppo”. Tutti con una fiducia da matti nel futuro e la tv accesa nel tinello con Mike Bongiorno a regalare ottimismo: “Se sappiamo qualcosa della Ruota della Fortuna è che, a un certo punto, gira”. Allegria!

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