fuksas raggi

IO SONO FUKSAS E VOI NON SIETE UN... - ''FUFFAS'' SCENDE DALLA "NUVOLA" E PLANA SUL CAMPIDOGLIO: “MEGLIO ANCHE BERTOLASO DELLA RAGGI MA IO VORREI ZINGARETTI” - “CI VUOLE UNO CHE CI CAPISCA, NON UN 5 STELLE CHE SA SOLO DIRE "NO" A TUTTO. QUANDO LA RAGGI HA CONFESSATO ALL’INAUGURAZIONE DELLA "NUVOLA" CHE LEI QUELL'OPERA NON L'AVREBBE FATTA, UNO COSA DEVE PENSARE?" (CHE AVEVA RAGIONE!) - "IL PD HA ELETTO  IL LETTA SBAGLIATO" - LA BORDATA CONTRO LA MADIA E CALENDA

Antonello Piroso per “la Verità”

 

FUKSAS 19

«Ma come? Lei viene a domandare a me cosa penso del caos intorno alla figura del prossimo candidato di centrosinistra alla carica di sindaco di Roma, quando non lo sanno manco loro? Loro: i maggiorenti del Pd, i 5 stelle e i vari gruppetti o cespugli che popolano quella galassia».

 

È una chiacchierata tra il sardonico, lo sconsolato, il preoccupato, ma comunque sul filo della provocazione paradossale, quella con il romanissimo architetto Massimiliano Fuksas, chiuso nel suo studio nella Capitale (gli altri sono a Parigi, Dubai, Shenzhen in Cina), città da cui non si sposta «dal gennaio scorso, a causa del Covid».

 

Mao Zedong sulla soap opera delle candidature per il Campidoglio sentenzierebbe: «Grande è la confusione sotto il cielo». «Solo che lui continuava: "Quindi la situazione è eccellente". Ecco, a me non pare che ci sia da rallegrarsi per quanto sta succedendo all'ombra del Colosseo. Intanto voteremo dopo l'estate, anche perché mi pare che forse, a parte Giorgia Meloni, a livello locale e nazionale le elezioni non le voglia nessuno. Meglio far decantare la situazione, come si diceva una volta. Tanto più in costanza di una crisi a testata multipla».

RAGGI FUKSAS 1

 

In che senso?

«C'è quella sanitaria, poi quella economica, quella sociale, quella sul fronte delle relazioni tra le persone, con l'azzeramento della socialità, e poi quella - atavica - della politica, che abbiamo risolto con l'arrivo di Mario Draghi al posto di Sua Vanità, il già "avvocato del popolo" Giuseppe Conte, che solo il Pd poteva elevare al ruolo di "faro dei progressisti". Elevato al quadrato, visto che poi è stato scelto dall'Elevato primigenio, Beppe Grillo».

 

Sostiene Pier Luigi Bersani: «Mezza Italia ha sparato tutti i giorni addosso al governo Conte. Il populismo delle élite».

«A quanto sta il partito di Bersani nei sondaggi? Poco sopra il 2%, mi pare. Così, giusto per capire chi è in sintonia con l'opinione pubblica e chi no».

 

MATTARELLA ALLA NUVOLA DI FUKSAS

Nicola Zingaretti è stato sostituito da Enrico Letta

«Il Letta sbagliato. Quando ho sentito che avevano scelto Letta, mi sono detto: finalmente ne hanno fatto una giusta. Perché io avevo capito si trattasse dello zio. E invece era Letta il Giovane. Cui prima era stato chiesto di candidarsi a sindaco di Roma, ma ha rifiutato.

 

Più facile farsi carico del rilancio del partito, evidentemente. Parlando seriamente: il perno del centrosinistra è in mano a ex giovani democristiani. Letta, Dario Franceschini, lo stesso Matteo Renzi non era della Margherita? Abbiamo un centrosinistra senza sinistra, e un centrodestra senza centro, sbilanciato a favore di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Per questo, per sparigliare penso che Zingaretti dovrebbe candidarsi lui a sindaco».

 

massimiliano fuksas a otto e mezzo parla di giorgia meloni

Intanto sono tutti appassionatamente (Meloni esclusa) nell'esecutivo di Draghi. Uomo della Provvidenza?

«No. Più pragmaticamente, l'uomo giusto al posto giusto nel momento giusto. Una volta ci si riferiva al governo come "la stanza dei bottoni", definizione che era di Pietro Nenni. Ecco, adesso se non altro c'è uno che sa quali sono i bottoni, a cosa servono, quali bisogna spingere prima e dopo, senza dover consultare - come faceva Conte - il manuale d'istruzioni, magari scritto da Rocco Casalino».

 

Non l'avrei detta affascinato dall'uomo solo al comando, immagine che non si confà a un uomo di sinistra. A meno che lei non lo sia più.

massimiliano fuksas a otto e mezzo

«No, lo sono ancora. Ma chi come me in gioventù era affascinato dall'idea della rivoluzione e mai da quella del potere (considerato come un fine anziché come mezzo), oggi ha capito che la prima rivoluzione si fa con la competenza, la capacità - per cultura specifica o esperienza - di capire i termini di un problema, sviscerarli e adottare la soluzione più celere ed efficace. In nome del bene pubblico comune, puntando a ridurre ritardi, sperequazioni e disuguaglianze che il Covid ha aggravato».

 

«Non importa il colore del gatto, l'importante è che acchiappi i topi»: per tornare al comunismo cinese rivisitato da Deng Xiaoping.

 

«Se vuole. Ma quando a guidare la Capitale d'Italia c'è una signora che all'inaugurazione del nuovo centro congressi all'Eur...».

nuvola fuksas

Quello della Nuvola di Fuksas

«Chiamiamolo pure così. Quando tu hai la sindaca che alla cerimonia confessa con orgoglio che lei quell'opera non l'avrebbe fatta, beccandosi i fischi dei presenti, rivendicando una linea di continuità con il no alle Olimpiadi a Roma, uno cosa deve pensare? Che i 5 stelle sanno solo dire no: no tav, no tap, no vax».

 

Ma anche no al vincolo dei due mandati, un altro mantra vergato col sangue che il M5s sta mandando in soffitta con una clamorosa retromarcia. E infatti la sindaca intende ricandidarsi.

NUVOLA DI FUKSAS

«Guardi, alle ultime elezioni non ho votato, né al primo turno né al ballottaggio, dove approdarono la Raggi e Roberto Giachetti del Pd. Ma ora se il duello fosse tra Guido Bertolaso e Virginia Raggi, potrei prendere seriamente in considerazione l'idea di votare Bertolaso».

 

Cioè per il centrodestra

«Per uno che ci capisce sicuramente più della Raggi. Amministrare Roma è una sfida da far tremare i polsi: con le pressioni di lobby, corporazioni, commercianti, bancarellari, portatori di interessi legittimi e illegittimi. Non è questione di destra o sinistra: si tratta di trovare un city manager all'altezza delle sfide che ci attendono».

NUVOLA DI FUKSAS

 

In via meramente ipotetica, visto che la leader di Fratelli d'Italia ha già annunciato che non si candiderà, ma se lo scontro finale fosse Meloni-Raggi?

«Votare Meloni sarebbe un po' troppo pure per me, non per lei, che anzi trovo diretta e coerente con se stessa, ma per le frange estremiste di destra che si trascina dietro».

 

Un intervento che sicuramente va fatto subito?

taglio del nastro della nuvola raggi fuksas veltroni renzi rutelli

«Quello su buche, manto stradale e tombini che saltano ogni volta che piove. La gente muore in incidenti causati anche dalle condizioni in cui versano arterie a lunga percorrenza come via Cristoforo Colombo e via Palmiro Togliatti. E se prova a girare con auto elettrica con le ruote piccole come faccio io alla mia età (77 anni, nda), attraversando via Nazionale, il quartiere Aventino, l'Ostiense e il Portuense, il tragitto è un supplizio. Del resto, a Roma a occuparsi di trasporti e rifiuti sono più che altro le cronache giudiziarie e le indagini della magistratura».

 

guido bertolaso sbrocca

Tra i papabili per la guida della Città Eterna è comparsa anche Marianna Madia, che ha perso la battaglia per diventare capogruppo Pd alla Camera.

raggi

«Cioè la candiderebbero al Comune come risarcimento? E i romani chi li risarcirebbe, in caso di sua vittoria? Scherzi a parte, ha accusato la Serracchiani di essere una cooptata, invece lei com' è entrata in politica? Non fu paracadutata da un giorno all'altro in lista da Walter Veltroni, dichiarando candidamente di voler portare in Parlamento la sua "straordinaria inesperienza"?».

 

zingaretti calenda

Visto che ha parlato di competenze per gestire Roma, Calenda appare più preparato di altri

«Però il punto è che il pariolino Calenda rischia di risultare il candidato della Ztl, il centro storico - dove lui, io e pure lei, Piroso, viviamo - insieme a una minoranza di romani, 125-130.000. Gli altri vivono fuori, la vera città è lontana da via del Corso o dal Pantheon.

 

MARIANNA MADIA

Non ci può ricordare degli altri quartieri e delle periferie solo in campagna elettorale. Altrimenti chi ci abita ti ci "manda", come si dice a Roma. E dove ti mandano, è facilmente immaginabile. Se la ricorda la canzone di Alberto Sordi? "Te c'hanno mai mandato a quel paese?/ Sapessi quanta gente che ce sta/ Tenemoce abbracciati stretti stretti/ Che tanto prima o poi c'annamo tutti"».

ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

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