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ITA SPERICOLATA (L’INGENUO AUTOGOL DI UN NUMERO 2) - ALL'INDOMANI DELL'ANNUNCIO DELLA TRATTATIVA CON MSC-LUFTHANSA, L'AD FABIO LAZZERINI VA ALL'ATTACCO DEL PRESIDENTE ESECUTIVO ALFREDO ALTAVILLA, ARTEFICE DELL’OPERAZIONE ITALO-TEDESCA. IL SEGNO DI UNA COABITAZIONE ORMAI INSOSTENIBILE, MA SOPRATTUTTO L'INTENTO DEL MANAGER EX ALITALIA DI ALZARE IL PREZZO DELLA SUA INEVITABILE USCITA - IL GIALLO DELL’AUDIO PUBBLICATO DAL ‘’FATTO QUOTIDIANO’’

 

Giovanna Predoni per www.tag43.it

 

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Il conflitto era già nell’aria da tempo e covava sottotraccia. Ma ora, quasi in concomitanza con l’annuncio del possibile acquisto di Ita Airways, la compagnia di bandiera nata dalle ceneri di Alitalia, alla cordata italo-tedesca formata da Msc e Lufthansa, è scoppiato fragoroso. 

 

A portarlo alla luce del sole ci ha pensato l’amministratore delegato di Ita Fabio Lazzerini con un’intervista a tutta pagina su Repubblica del 30 gennaio in cui l’incipit è dedicato ai rapporti (pessimi) con il presidente esecutivo Alfredo Altavilla. 

 

Il manager, un recente passato di tre anni nell’Alitalia gestione Luigi Gubitosi, marca il territorio attaccando l’ex braccio destro di Sergio Marchionne. «Io sono l’ad di Ita e lui è il presidente esecutivo con deleghe alla finanza, al personale e alle strategie…la storia industriale del nostro Paese dice che le diarchie non sempre hanno funzionato».

 

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L’AD LAZZERINI INVOCA LO SCUDO DEL GOVERNO DRAGHI

Ma è alla domanda se intendesse lasciare che Lazzerini lancio l’avvertimento: «Mai. Questa compagnia è anche una mia creatura…ho goduto della fiducia del secondo governo Conte, che mi ha nominato, e ora ho quella del governo di Mario Draghi». Ovviamente i kingmaker di Altavilla, unanimemente considerato l’artefice dell’operazione Msc-Lufthansa che la scorsa settimana ha sottoposto durante una visita a Palazzo Chigi all’attenzione del governo, non l’hanno presa bene. 

 

Ma al di là delle parole, è la strategia mediatica di Lazzerini che sta interrogando gli esegeti de settore. Perché l’ad è così presente sui giornali quasi sempre per polemizzare con il suo presidente? Perché non perde occasione per dire che il Mef (ministero economia e finanze) e il governo che lo hanno voluto gli fanno da scudo? 

 

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A volte però le intenzioni possono sortite effetti contrari. A Palazzo Chigi questo mettere in piazza il conflitto con Altavilla non è piaciuto per nulla. Oltretutto in un momento così delicato, ovvero all’inizio di una trattativa che può veramente porre fine alla ultradecennale vicenda della nostra compagnia di bandiera, costata oltre 12 miliardi di euro alle tasche dei contribuenti. Che senso ha mostrarsi divisi adesso agli occhi della controparte, ovvero i potenziali acquirenti, dando loro l’impressione di avere un interlocutore debole?

 

IL GIALLO DELL’AUDIO PUBBLICATO DAL FATTO QUOTIDIANO

Ma riavvolgiamo il nastro e facciamo un passo indietro allo scorso novembre quando il Fatto quotidiano pubblicava l’audio integrale di un consiglio direttivo in cui, con linguaggio colorito, Altavilla strigliava i manager presenti, tra cui lo stesso Lazzerini. 

 

Su questa fuga di notizie è in corso un’indagine della procura di Roma che si avvale della Polizia Postale e che già da tempo indaga con attenzione queste vicende, considerate per molti versi correlate alla protezione dell’interesse nazionale. Un episodio che faceva emergere la fino allora sotterranea fronda contro il presidente esecutivo, determinando il precipitare di rapporti che erano tesi sin dall’inizio dell’avventura di Ita. 

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Del resto che la diarchia non funzionasse, anche in presenza di una chiara attribuzione delle deleghe, l’azionista pubblico poteva ampiamente prevederlo. Lazzerini sin da subito ha mal digerito le deleghe esecutive che il premier Draghi ha voluto attribuire all’ex manager Fiat. I sintomi della tensione crescente erano quotidiani. 

 

Fughe di notizie pilotate che miravano a mettere in buona luce il lavoro di Lazzerini anche a rischio di mettere in difficoltà il ministero dello Sviluppo economico e lo stesso ministro Giancarlo Giorgetti, imputati di ritardi nelle procedure di disattivazione di Alitalia in amministrazione straordinaria e di attivazione di Ita come nuovo vettore nazionale. Linea strategica divergente tra Altavilla e l’ad sulla partecipazione alle gare per il marchio, l’handling e gli aerei. Nessun accordo sul piano industriale e sulle campagne di marketing.

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IL MANAGER EX ALITALIA ALZA IL PREZZO DELLA SUA USCITA

Ma siccome niente avviene per caso, la sortita pubblica di Lazzerini potrebbe nascondere altri fini. Il manager sa bene infatti che nel braccio di ferro con Altavilla è destinato a soccombere, non foss’altro che il pallino della trattativa con i possibili nuovi acquirenti è tutto nelle mani del presidente esecutivo. 

 

Evidentemente, con un’intervista piena di pizzini, Lazzerini sta dunque cercando di assicurarsi una via di uscita alle migliori condizioni possibili, tirando in ballo i suoi presunti dante causa: se il governo mi ha voluto qui, ora pensi a trovarmi un’altra destinazione. O a offrirmi condizioni economiche di uscita convenienti. 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI

 

Una grana che certo Palazzo Chigi, all’indomani della sosta che ha coinciso con l’elezione del presidente della Repubblica, avrebbe certo voluto evitare. Ma che ora invece deve affrontare subito, pena il rischio di compromettere o rallentare le trattative per la vendita della compagnia e la tanto attesa uscita dal controllo pubblico.

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