MILIARDI BUTTATI NELLO SCIACQUONE CATODICO - SE LA MANOVRA-SUPPOSTA PUÒ SPREMERE LE TASCHE DEGLI ITALIANI, PERCHÉ L’UOMO DEL MONTI NON VA PRIMA A RISCUOTERE I 16 MLD € CHE SPETTANO ALLO STATO PER LA BANDA TELEVISIVA SUPERSTITE (UHF)? - BASTEREBBE REVOCARE LA DECISIONE DEL GOVERNO BERLUSCONI CHE HA CONCESSO LE FREQUENZE A RAI E A MEDIASET (GUARDA CASO!) A PREZZI STRACCIATI - SKY, SENTITA PUZZA DI INCIUCIONE, S’È RITIRATA DALLA CONTESA…

Giovanni Valentini per "la Repubblica"

Vi sembrano pochi, in questi tempi di vacche magre o magrissime, 16 miliardi di euro? Sono più di quelli - soltanto 11, si fa per dire - dell´ultima manovra d´emergenza chiesta dall´Unione europea al nostro Paese.

Eppure, lo Stato italiano non appare tanto interessato a sfruttare un cespite di sua proprietà, stimato appunto intorno ai 16 miliardi, come se fosse incedibile al pari del Colosseo o della Torre di Pisa. E invece, questo è orientativamente il valore delle frequenze che il governo Monti potrebbe ancora ricavare dalla banda televisiva superstite (Uhf), in aggiunta ai 3,5 già incamerati, se revocasse o correggesse la decisione di "regalarle" agli operatori tv - in primis Rai e Mediaset - ratificata dal fu governo Berlusconi, contro cui s´è schierata ora Sky ritirandosi polemicamente dalla gara.

Se noi, poveri cittadini e contribuenti, dobbiamo accettare la reintroduzione dell´Ici sulla prima casa e l´aumento degli estimi catastali per salvare la Patria, non sarebbe il caso allora di rivalutare anche le frequenze televisive che appartengono allo Stato e sono quindi un bene comune? Posto che, secondo gli esperti, il valore di mercato è di 50 milioni di euro per 1 megahertz di banda tv, quello dei 320 MHz residui ammonterebbe alla più che rispettabile cifra di 16 miliardi. Ma, in base a calcoli di carattere più generale, il "benessere sociale" generato dall´uso più efficiente delle frequenze potrebbe essere addirittura dieci volte superiore al valore intrinseco dello spettro elettromagnetico.

Non è, dunque, una minaccia o uno spirito di vendetta che incombe sul sistema televisivo italiano. Quanto, piuttosto, un´esigenza fondamentale di rigore e di equità che potrebbe anche contribuire a rendere più credibile e forse più accettabile la richiesta di sacrifici a carico degli italiani. E, come spiega il professor Antonio Sassano dell´Università di Roma, in un capitolo scritto insieme a Carlo Cambini (Politecnico di Torino) e a Tommaso Valletti (Imperial College London e Università di Tor Vergata) nel libro Invertire la rotta a cura di Stefano Rodotà e altri, si tratta di "una risorsa scarsa per la quale la domanda è prevista in forte aumento per i prossimi venti anni": non a caso nel Regno Unito il suo valore è stimato in 24 miliardi di sterline all´anno.

Lo "spettro", per stare alla definizione tecnica, è l´insieme di tutte le frequenze elettromagnetiche che - come le onde dell´oceano - attraversano l´etere per "trasportare" la tv, la telefonia mobile, le trasmissioni radiofoniche o via satellite, le comunicazioni militari. Non sono quindi né della Rai né di Mediaset. Sono proprietà di tutti noi. E perciò non possono essere alienate, ma soltanto assegnate in concessione, cioè affittate, per un periodo più o meno lungo e a fronte di un canone più o meno adeguato. Tant´è che in certi casi le concessioni possono essere anche sospese o addirittura revocate.

Il fatto è che, nell´eterno Far West della tv italiana, alle frequenze televisive vengono applicati tre diversi trattamenti. Abbiamo quelle già "affittate" alla Rai, a Mediaset e alle altre emittenti nazionali, con un canone irrisorio pari ad appena l´1% annuo del rispettivo fatturato; quelle che sono state "vendute" a forfait per tre miliardi e mezzo di euro, o meglio assegnate fino al 2029, senza canone annuale e con divieto di cessione a terzi; e infine quelle "regalate" dal governo precedente fino al 2031, attraverso la procedura ancora in corso del "beauty contest" (concorso di bellezza) che ovviamente favorisce i più "belli" e i più "ricchi", vale a dire il vecchio duopolio Raiset: queste ultime, per di più, sono anche cedibili. Insomma, una giungla dell´etere.

Sarebbe quanto mai opportuna, dunque, una razionalizzazione di questa considerevole risorsa pubblica, sia per recuperare denaro attraverso la sua rivalutazione sia per liberare lo spettro a favore della banda larga o ultralarga e quindi dello sviluppo di Internet (compreso l´e-commerce e quant´altro). Tutto ciò, oltre che per ovvi motivi economici, per ragioni che attengono soprattutto alla libera concorrenza e al pluralismo dell´informazione.

Quanto conta questa complessa partita nel gioco politico intorno alla tenuta e alla durata del governo di "impegno nazionale"? E quanto ha pesato sulla scelta di Berlusconi di sostenerlo in extremis? Nessuno può dirlo con certezza. Ma in ogni caso né il presidente del Consiglio, Mario Monti, già Commissario europeo all´Antitrust, né il suo ministro dello Sviluppo economico (e delle Comunicazioni), Corrado Passera, possono liquidare e archiviare automaticamente la pratica delle frequenze: 16 miliardi di euro, tanto più in questa situazione, non valgono una messa. E al di là delle belle parole e delle buone intenzioni, non c´è maniera migliore per dimostrare in concreto l´assenza di qualsiasi conflitto d´interessi, anche solo retrospettivo.

 

SILVIO BERLUSCONI Antenne MediasetLEIAndrea-ZappiaSkyMediasetRai

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…