bottura

IL PALATO IMMAGINARIO - “I CUOCHI DEVONO PORRE LA TECNICA AL SERVIZIO DELLA MATERIA PRIMA E NON DEL PROPRIO EGO. TROPPE VOLTE DIMENTICANO CHE IL NOSTRO DIALOGO È CON IL PALATO E NON CON LA MENTE DELLE PERSONE” - LO CHEF STELLATO MASSIMO BOTTURA HA APERTO I RISTORANTI DI GUCCI E 13 LOCALI NEL MONDO PER PERSONE IN DIFFICOLTÀ – “ORA VORREI APRIRE UN REFETTORIO A BETLEMME E INTITOLARLO A MIA MADRE MARIA LUIGIA – IL RICORDO DEGLI INCONTRI CON MARCHIONNE CHE MANGIAVA IN UFFICIO FUMANDO…

 

 

Piera Anna Franini per “il Giornale”

 

BOTTURA 33

«Prendi il meglio del passato, rileggilo in chiave critica e portalo nel futuro». È questa la leva maestra del successo dello chef Massimo Bottura, un visionario che fa avanguardia attingendo alla tradizione. Nel nulla della campagna modenese, ha creato un'oasi di bellezza - Casa Maria Luigia - dove l'alta ristorazione fa tutt' uno con l'arte. La sua Osteria Francescana (Modena) compare tra le vette della ristorazione: tre stelle Michelin, e la stelle verde nel 2020, numero uno nella classifica dei World's 50 Best Restaurants nel 2016 e nel 2018.

 

Con il compagno di banco di Ragioneria, presidente e AD di Gucci Marco Bizzarri, ha creato la linea di ristoranti Gucci Osteria con sede a Firenze, LA, Seoul e Tokyo. C'è poi una cosa di cui Bottura va particolarmente orgoglioso, condivisa con la moglie Lara Gilmore: i Refettori di Food for Soul, luoghi dedicati all'accoglienza dei membri più fragili della comunità, dove vengono serviti pasti buoni e nutrienti a partire da eccedenze alimentari, contrastando così lo spreco e favorendo l'inclusione sociale. Si tocca quota tredici, ma l'obiettivo è quello di crescere. E Bottura fa un'anticipazione.

elkann bottura

 

«Vorrei aprire un Refettorio a Betlemme intitolandolo a mia mamma, Maria Luigia. Spero di farcela l'anno prossimo. Già vedo i lunghi tavoli fratini dove far sedere tutte le religioni del mondo, lì, nel vecchio convento di monaci italiani che da oltre un secolo fanno pane per la comunità. È un posto da favola. Che muri... le volte, i giardini, i fasci di luce. Tutto da fare ma tutto già pronto.

 

Lei è credente?

«Credo nelle buone idee. Betlemme potrebbe essere una buona idea ed arrivare al cuore della gente, forse più efficace di tanti incontri diplomatici.

 

MOURINHO BOTTURA BINOTTO

La sua è una vita tra lirica e cucina. Siamo al Metropolitan Club di New York dove cura la cena dei Friends del Festival Verdi di Parma, città di Verdi e di Toscanini.

Lei è cresciuto nella Modena di Pavarotti e della Freni...

«...e aggiungo di auto veloci, dell'arte e di eccellenze in tanti campi. Questa è l'Emilia».

 

..e questa è l'Italia.

«Negli ultimi due anni mi sono talmente re-innamorato del mio Paese. Nel menu Vieni in Italia con me racconto la bellezza dei prodotti, la grandezza degli artigiani, di allevatori, pescatori, casari che ci assicurano materie uniche e sapori spettacolari. Con la Bellezza non si fa la rivoluzione, diceva Camus, ma un giorno la rivoluzione avrà bisogno della bellezza.

 

Dà forza sapere che al nostro fianco ci sono architetti, designer, artisti: l'espressione più alta dell'Italia, figure che tutto il mondo ci invidia. Questa è l'Italia della luce, limpida, pulita. È l'Italia degli imprenditori del Bello e del Buono. L'Italia che voglio comunicare».

renzi merkel bottura

 

L'Italia di tanti successi. Parliamo del suo: qual è il segreto?

«Duro lavoro, cosa che noi Emiliani abbiamo nel sangue. Alzarsi la mattina, andare a letto a notte fonda e nel frattempo aver fatto ciò che si era scelto di fare».

 

Papà non era convinto della sua scelta professionale. La voleva avvocato...

«Vengo da una piccola città dove il pezzo di carta era considerato irrinunciabile. Bon de nient. Tenghe voia fer niint si diceva a chi non voleva fare certi studi. Come tutte le persone che negli anni '60 abbracciavano il successo, anche mio padre riteneva che le sue pianificazioni avessero un valore tale da essere applicabili a tutti. Mamma la pensava diversamente, e non smise di spronarmi a trovare una strada che fosse mia, dove canalizzare le energie».

 

marchionne

E lei ne ha tante.

«I miei ragazzi di 20 anni si chiedono da dove vengano. Sono sempre stato così, uno nasce con questo carico di dinamismo».

 

La signora Maria Luigia, la mamma, è stata la sua stella polare.

«Mi ha aiutato in tutti i passaggi. Tra l'altro era appassionata di cucina. Mia mamma era una bravissima cuoca perché amava cucinare, mentre mia nonna era meno brava perché doveva cucinare».

 

Al punto che Bizzarri si auto-invitava a pranzo.

«Mi sembra ancora di sentirlo, Pronto Luisa..., che è poi diventato il titolo di un piatto, è il riso primavera, assieme a i passatelli il prediletto di Marco (Bizzarri)».

 

sergio marchionne fuma una sigaretta

Torniamo alla mamma.

«Nel novembre 2013, sembrava che ci stesse lasciando, allora le sussurravo nell'orecchio Forza che ti preparo un risottino ai tartufi per il compleanno. Il giorno dopo riprese forza e si alzò, io preparai il risotto per tutta la corsia. Tornata a casa, le comunicai che avremmo fatto il primo Refettorio, l'Ambrosiano di Milano. Era la persona più felice di questo mondo. Se ne andò in gennaio».

 

Lei guarda sempre avanti. E sogna.

«Il sogno è alla base del futuro. Il futuro devi averlo dentro, è coraggio perché ti mette sempre in discussione dunque non è facile da accettare.

Coraggioso è il nome del cittadino che vive nel futuro».

 

La tradizione che ruolo ha?

«Dobbiamo guardarla in chiave critica e mai nostalgica, prendendone il meglio per portarlo nel futuro. Così rinnovi anche le tradizioni. I tempi cambiano, la società si evolve e noi dobbiamo saper cavalcare le evoluzioni».

 

Con la tradizione dei tortellini, entra in campo il Tortellante, laboratorio di pasta fresca che coinvolge famiglie con figli autistici. Ennesimo suo progetto.

BOTTURA

«Nonne e i giovani adulti diversamente abili collaborano per tenere vive tradizioni come quella di piegare il tortellino a mano. Questi ragazzi sono bravissimi nella ripetitività delle cose, per loro è più difficile maneggiare l'irrazionale che ripetere minuziosamente gli stessi passaggi. In Emilia abbiamo una forte spinta sociale e senso comunitario, io so di aver avuto tanto dalla vita e per questo voglio restituire, il Tortellante me lo consente».

 

È considerato un Talento ribelle e in quanto tale analizzato (nell'omonimo libro) da Francesca Gino, docente alla Harvard Business School. Che effetto fa essere un caso di studio di Harvard? Come si sta nei panni del talento ribelle?

«A dire il vero, non bado mai a quello che faccio. Cerco sempre di pensare molto lentamente e di analizzare prima di prendere una decisione. Sento molto il carico di responsabilità».

 

Più di prima?

bottura

«Essere considerati un punto di riferimento ha fatto aumentare in modo esponenziale le responsabilità, mi piace il confronto con i collaboratori ma la decisione ultima è sempre mia. I ragazzi mi hanno dedicato un piatto intitolandolo If I' m Wrong I' m Right (Se ho torto, ho ragione), che è poi la storia della mia vita. Tutti a dirmi Non fare il Refettorio, io lo faccio e ho ragione. E ancora, "Non aprire i ristoranti Gucci. Io li apro e sono un successo. Ricorderò sempre l'appuntamento al buio con Marco Bizzarri e Alessandro Michele, direttore creativo Gucci: 15 minuti e il format era già chiaro».

 

Vero, ma in quel quarto d'ora convergevano tre menti non proprio ordinarie.

Massimo Bottura

«E che per questo potevano anche scontrarsi. Però Alessandro Michele era molto rispettoso della sua idea, io della mia, e su tutto c'era rispetto vicendevole. Questo fece sì che le scintille fossero positive. Marco ascoltava e prendeva appunti su un taccuino. Alla fine disse, Ok. Il progetto parte. È stata vincente l'idea di portare il meglio dell'Italia nel mondo e di accordare libertà creativa ai cuochi scelti per il progetto».

 

Liberi sì. Ma dopo aver raccomandato...?

«Di porre la tecnica al servizio della materia prima e non del proprio ego. Troppe volte i cuochi dimenticano che il nostro dialogo è con il palato delle persone e non con la mente delle persone».

Pellegrino Artusi Massimo Bottura

 

Lei ha un palato unico al mondo. Così disse lo chef Alain Ducasse.Prima di questa osservazione, ne era consapevole?

«La consapevolezza me l'hanno data i cuochi con cui ho lavorato. Parto da Georges Cogny, Porterai Modena nel mondo, mi disse. Dopo avermi strappato gli appunti presi nella sua cucina, Ducasse mi esortò a seguire il mio palato Hai un dono, coltivalo e credi in te stesso.

 

Jiro Ono, il grande maestro giapponese di sushi, a 85 anni lasciò per la prima volta il suo locale per partecipare a un evento per i pescatori e i contadini colpiti dal disastro di Fukushima. Quando gli chiesero cosa l'avesse spinto a uscire per la prima volta dal suo ristornate, rispose Me lo ha chiesto Bottura, che per me è il più grande palato del mondo, è l'unico uomo che può entrare nel mio ristorante senza prenotazione».

 

Con un palato come il suo si nasce o lo si può anche costruire col tempo?

«Penso sia questione di allenamento».

 

Come l'ugola per i cantanti?

Massimo Bottura

«Proprio così. Per me è stato vitale viaggiare continuamente. Assaggiare il meglio del mondo ti evolve, affina il palato. Poi guai a partire dal presupposto che un tacos a Città del Messico è un tacos e basta evitando di andare nella criticità dei sapori. Così come non devi dare per scontato che un sushi a Tokyo è sushi, semmai devi analizzare l'acidità del riso, la qualità del calamaro, vedere come hanno lavorato la sardina che ti servono sopra. Questo è un approccio che apre mondi, altrimenti ti perdi nella quotidianità».

 

Tra gli amici fidati c'era Sergio Marchionne. Cosa ha rappresentato per lei quest' Italiano impareggiabile?

«Un po' come Jean Todt, Marchionne capì subito il mio modo di vedere le cose. Veniva spessissimo all'Osteria Francescana, mangiava in ufficio per via del fumo».

 

Nel senso che consumava i capolavori Bottura fumando?

MASSIMO BOTTURA BEYONCE

«Eh sì. Era come uno di famiglia. Aveva un modo di fare e di dire che ti coinvolgeva subito. Mi diceva continuamente Massimo, adesso devi chiudere il cerchio dell'ospitalità creando un posto all'altezza della Francescana, che dia la possibilità agli ospiti di poter passare qualche giorno a Modena in una location privata e di qualità, dove si respiri l'aria della campagna emiliana. Un giorno vidi un'azienda agricola sequestrata dal tribunale.

 

Decisi di visitarla con Marchionne, tra i rovi si intravedeva un viale, non riuscivamo ad andare oltre il cancello. In 30 secondi lui fece quest' analisi: Siamo a cinque minuti dall'uscita autostradale di Modena Sud, 20 minuti dall'aeroporto di Bologna e da Maranello. È un posto privato, estremamente protetto.

 

Prendilo. Girammo la jeep, e rientrammo. Così nacque Maria Luigia. Ripercorrere i momenti passati assieme mi fa venire i brividi. Mi raccomandava sempre, Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami. Non ascoltare nessuno, vai avanti per la tua strada. Io telefonavo alla sua segretaria, tempo 5 minuti e avevo già il suo riscontro».

 

Il piatto preferito di Marchionne?

casa maria luigia massimo bottura

«Mangiava di tutto, però prediligeva la cucina italiana nella sua essenza. Quindi materia prime semplici e appena toccate dalla tecnica. Sapori netti e puliti. Una cucina molto mediterranea».

 

Nel frattempo lei è approdato a Maranello con il ristorante Cavallino.

«John Elkann era sempre al fianco di Marchionne, così è poi nato un fortissimo legame con John. Nel primo lockdown, ogni giovedì mi incontravo da remoto con lui, la moglie Lavinia e tutti i collaboratori. Volevamo qualcosa che comunicasse al mondo intero la forza di un'Italia di grande qualità. La qualità delle idee, perché noi italiani siamo quello. Ecco il Cavallino».

 

Se dovesse dare un titolo alla sua vita?

«Domanda difficile... Ieri una giornalista del New Yorker mi ha chiesto quale sarà il prossimo sogno. Le ho risposto che devo ancora sognarlo perché quelli fatti sono stati tutti realizzati. Allora come titolo direi Una vita vissuta come un sogno».

 

Ma coi piedi per terra.

massimo bottura

«Questo è fondamentale. Poi, c'è mio figlio e i suoi problemi a tenermi coi piedi per terra e a ricordarci che la vita ha priorità diverse rispetto a quelle che troppe volte ci poniamo».

jessica rosval e massimo bottura john elkann botturaferrari botturamassimo botturaalessandro michele di guccialessandro michele 2massimo bottura harvey keitelanjelica houston massimo botturamassimo bottura gwyneth paltrowmassimo bottura gwyneth paltrow 1massimo bottura tra dakota johnson e saoirse ronanmassimo bottura scarlett johanssoncasa luigiaMASSIMO BOTTURA massimo botturamassimo bottura elton johnbotturamassimo bottura massimo bottura e la mogliemassimo bottura salma hayekmassimo bottura apre osteria gucci a los angelesmassimo bottura adrien brodymassimo bottura snoop doggmassimo bottura spike leebradley cooper massimo botturabrad pitt con massimo botturamassimo bottura jessica rosval

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?