alessandro sallusti

"AVREI POTUTO VIVERE TRANQUILLAMENTE MA DOPO 12 ANNI ERA ORA DI RINUNCIARE A TANTE CERTEZZE" - L'EDITORIALE DI COMMIATO DI ALESSANDRO SALLUSTI DAI LETTORI DE "IL GIORNALE": "SONO STATI ANNI FANTASTICI. NEL MENTRE HO SUBITO UN ARRESTO PER REATO DI OPINIONE, MI HANNO MESSO DUE BYPASS E DUE STENT CORONARICI, HO VISSUTO LA PIÙ GRAVE CRISI DELL'EDITORIA E UN PIZZICO DI CORONAVIRUS" - IL COMUNICATO VELENOSO DEL CDR: "LA REDAZIONE HA ASSECONDATO IL MANAGEMENT DURANTE QUESTO DIFFICILE CAMBIO DI DIREZIONE, EVITANDO DI…"

alessandro sallusti

1 - MAI DIRE «ORMAI» DOPO 12 ANNI DI BATTAGLIE LASCIO «IL GIORNALE»

Alessandro Sallusti per "il Giornale"

 

A volte le cose sono più semplici di come appaiono o di come si vorrebbe farle apparire. E questo mio ultimo giorno da direttore del Giornale dopo dodici anni di servizio è esattamente così. Per provare a spiegarlo prendo in prestito un capitolo dell'ultimo romanzo di uno dei miei scrittori preferiti, Fabio Genovesi (Il calamaro gigante, edizione Feltrinelli) in cui l'autore (che dopo la passione per la scrittura ha quella per il ciclismo, per cui c'è da fidarsi) fa girare la storia attorno al concetto che «il più grande regalo che possiamo fare a noi stessi, forse, è mai dire ormai».

 

silvio e paolo berlusconi

Ecco, giunto dove sono, potrei dire «ormai sono arrivato», oppure «ormai sono vecchio per tentare nuove avventure». Ma anche «ormai» mi sono accasato nella famiglia di Paolo Berlusconi e di sua figlia Alessia (i miei editori) che è una famiglia estremamente accogliente, generosa e amante della libertà.

 

Così come «ormai» mi è stato concesso il privilegio di dare del tu al presidente Silvio Berlusconi, cioè a uno dei due o tre straordinari uomini che il nostro secolo ci ha regalato e a cui la storia, ne sono certo, prima o poi riconoscerà i meriti in tutti i campi. Ecco avrei potuto vivere tranquillamente di «ormai», ma un giorno, anche grazie a un fortunato incontro, mi si è insidiato nella testa un altro «ormai» che ha avuto la meglio: ormai, dopo dodici anni, era ora di rinunciare a tante certezze e affrontare nuove sfide, senza rancore né particolari calcoli.

 

ALESSANDRO SALLUSTI

E quindi eccoci qui, al famoso articolo di commiato dai lettori che nessun direttore vorrebbe mai scrivere ma che io oggi mi sento di fare in totale serenità. Posso solo dire che sono stati dodici anni fantastici. Certo, nel mentre ho subito un arresto per reato di opinione, mi hanno messo due bypass e due stent coronarici, ho vissuto la più grave crisi dell'editoria di sempre e ovviamente un pizzico di Coronavirus.

 

Ma sia io sia il vostro Giornale siamo ancora qua, e questo è quello che conta. Insieme ai colleghi di questa redazione, ho difeso a spada tratta libertà politiche e culturali perennemente sotto attacco. Li ringrazio tutti e auguro loro ogni bene. In quanto all'editore, beh, ogni parola in più potrebbe sembrare ruffiana o di circostanza. Preferisco dimostrare in futuro con i fatti la stima che ho maturato nei loro confronti. «Ormai» è fatta, un saluto a tutti, ma soprattutto a voi lettori. Grazie.

 

silvio e paolo berlusconi

2 - COMUNICATO DEL COMITATO DI REDAZIONE

Da "il Giornale"

 

La redazione del Giornale, con professionalità e senso di responsabilità, ha assecondato il management dell'azienda durante questo difficile cambio di direzione, evitando sia di polemizzare per la particolare strategia di comunicazione adottata, sia di dar seguito a inevitabili gossip e alle piccole provocazioni della rete. Abbiamo continuato a produrre il Giornale migliore possibile, esattamente come abbiamo fatto per tutti i mesi a precedere, nonostante la «solidarietà», il trasloco e la difficile situazione di smartworking emergenziale. I risultati si sono visti, anche in termini di copie recuperate in edicola (cosa di cui ringraziamo i lettori).

SILVIO BERLUSCONI ALESSANDRO SALLUSTI

 

Ora, passato lo choc, siamo fiduciosi del fatto che azienda e proprietà compiranno tutti i passi giusti per scegliere e fornirci un nuovo direttore, adeguato alla sfida con la concorrenza. E al nuovo direttore parliamo fin da subito: ti aspetta un compito impegnativo, perché questa testata ha un patrimonio da difendere. Un marchio portatore di una tradizione prestigiosa, i suoi lettori fedeli e attenti, una redazione che ha saputo affrontare le sfide più impegnative, le stesse che ora attendono anche te, verso il 50esimo compleanno del Giornale, al quale mancano tre soli anni.

 

ALESSANDRO SALLUSTI

Ecco perché, per rispetto di questa storia e all'indomani dell'uscita improvvisa del precedente direttore - appresa su internet e rimasta in sospeso per 24 ore contro ogni consuetudine - la nostra fiducia a te non sarà scontata.

 

Dipenderà dal tuo impegno per valorizzare questo patrimonio e per difenderlo da ogni insidia; dalla tua capacità di traghettare il Giornale in un mercato editoriale che cambia con nuove tecnologie; e dal tuo impegno a tutelare l'organico di una redazione che si è fortemente spesa per la salvaguardia dell'azienda e dell' informazione dei lettori, e lo ha fatto nell' unico modo possibile: incrementando la produttività a fronte dei pesanti sacrifici economici e numerici richiesti dall' azienda negli ultimi due anni.

Il Comitato di redazione.

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTRA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...