massimo ghini

"NEL FILM 'UNA FAMIGLIA MOSTRUOSA' INTERPRETO UN VAMPIRO SNOB CHE PARLA COME L’AVVOCATO AGNELLI? D’ALTRONDE LUI È STATO UN VAMPIRO IN TUTTI I SENSI..." - L'INTERVISTA A MASSIMO GHINI - "BELLA CIAO" CANTATA IN CHIESA, I VILLAGGI CON FIORELLO  - I CAZZIATONI DI STREHLER (“GLI ERO SIMPATICO, MI APOSTROFAVA DIVERTITO: UHÈ, ROMANACCIO!”), GREGORY PECK CON GLI ZOCCOLI E GLI INIZI POLITICI CON VELTRONI… - VIDEO

 

 

Emilia Costantini per corriere.it

 

MASSIMO GHINI 1

La prima volta che si è sentito attore è stata servendo la Santa messa: «Mi proposero di fare il chierichetto nella mia parrocchia e accettai subito — racconta Massimo Ghini —. La celebrazione del rito cattolico è una rappresentazione: si indossa un costume, si compiono determinati gesti, si dicono frasi e si intonano canti da copione. Diciamo la verità: è un vero e proprio spettacolo... È stato lì, da ragazzino e davanti a un altare, che ho avvertito dentro di me i primi sintomi, i primi segni di un’anima da attore. E pensare che ero stato battezzato di nascosto...».

 

Perché?

«Mio padre era un esponente del partito comunista, quindi assolutamente contrario. Mia madre e mia zia, invece, erano credenti e, quando avevo già compiuto 2 anni, riuscirono a organizzare il battesimo in gran segreto nella chiesa di Sant’Eusebio: talmente segreto, che entrai dal portone principale e uscii da quello secondario... L’anno seguente i miei genitori si sono separati e ho svolto i miei primi anni di scuola in un istituto di Salesiani... ecco perché poi sono approdato al ruolo di chierichetto».

ghini 19

 

Adesso, però, interpreta quello del Conte Vladimiro, un vampiro snob, tra zombie, fantasmi e licantropi, nel divertente film «Una famiglia mostruosa» , con la regia di Volfango De Biasi.

«Si potrebbe dire, dalle stelle del Paradiso alle stalle dell’Inferno — ride Ghini —. È un ruolo che mi ha molto divertito, ma la prima difficoltà nel doverlo affrontare e la prima domanda che mi sono posto è stata: come parla Dracula? Il vampiro di solito o non parla, oppure se parla non può avere un accento... di conseguenza dovevo trovare un linguaggio asettico, che rispecchiasse in qualche modo il mio rango nobiliare. Così, una mattina mi viene in mente un’idea: e se parlassi come parlava l’avvocato Agnelli? D’altronde lui è stato un vampiro in tutti i sensi... quindi andava benissimo per il personaggio, e così ho fatto».

 

ghini de sica

Dal recitare la Santa messa come chierichetto a recitare con Giorgio Strehler: come ci è arrivato?

«È una lunga storia. Avevo terminato, a fatica e con varie bocciature, il liceo scientifico: basti dire che in matematica avevo 4, tanto che il professore una volta mi chiese: ma perché hai scelto lo scientifico se in questa materia sei una frana? Oltretutto ero un contestatore nato, sempre molto polemico, sono stato persino cacciato da scuola perché partecipavo ai cortei sessantottini e mi mettevo fuori dall’istituto urlando al megafono per agitare gli altri studenti e incitarli a non entrare in classe. Tant’è, ma alla fine riuscii a superare l’esame di maturità.

 

massimo ghini

Mi iscrissi alla facoltà di Legge, per tenere buoni i miei, senza avere alcuna intenzione di studiare seriamente, ma nel frattempo lavoricchiavo con compagnie di filodrammatici, finché decisi di provare a entrare all’Accademia d’arte drammatica.

 

MASSIMO GHINI 1

Pensavo di essermi preparato bene per superare il provino, l’esame di ammissione e invece... mi bocciano. Ci rimasi malissimo, era come sentirmi dire: tu non puoi fare questo mestiere. Poi parto per il servizio militare, altra tragedia, finché una sera, grazie a un amico ben introdotto mi ritrovo a cena in un ristorante romano con il mitico Gianni Santuccio: gli fui subito simpatico e facemmo amicizia».

 

E allora?

«Ero sempre alla ricerca di lavoro, perché essendo molto tignoso non volevo chiedere soldi ai miei, volevo sentirmi libero. Vado a Milano, chiamo al telefono il grande attore che mi invita a cena addirittura al Santa Lucia, punto d’arrivo di una carriera, per me punto di partenza. Santuccio, senza conoscere minimamente le mie ipotetiche qualità attoriali, mi presenta agli altri commensali come un giovane artisticamente interessante.

 

massimo ghini enrico mattei. l’uomo che guardava al futuro

Mi propongono di tentare un provino per far parte del “Re Lear”, cui stava lavorando Strehler. Quel giorno al Piccolo ero l’ultimo in lista, aspetto sei ore prima di poter essere ammesso: le ore più lunghe della mia vita. Finalmente salgo sul palcoscenico e recito un monologo, non ricordo più quale, davanti al regista seduto in platea: silenzioso, nel buio della sala, non proferisce parola. Ma una settimana dopo mi chiamano al telefono, dicendo: sei stato preso».

 

Chissà quanta felicità...

«Felicità? In realtà, pensai: non è vero, qualcuno si è sbagliato. Perché un regista famoso come Strehler mi accetta in compagnia e quelli dell’Accademia mi hanno bocciato? E invece era proprio vero... certo, un piccolo ruolo, impersonavo uno dei servi, dicevo un paio di battute, però tra quelle più belle del dramma. E poi a Strehler ero simpatico, mi apostrofava divertito: uhè, romanaccio!».

massimo ghini manuela arcuri non si ruba a casa dei ladri

 

Perché parlava con accento dialettale?

«Assolutamente no, anzi, mi ero ben preparato nella dizione, però a lui piaceva chiamarmi così, era un brontolone, mai cattivo, né volgare, sempre elegantissimo con i suoi capelli azzurri... Un padreterno.

 

Quando beccavo certi suoi cazziatoni, non ci dormivo la notte, eppure erano una spinta efficace a dare il meglio... Tuttavia, oltre al Maestro, nessun altro mi rivolgeva la parola e fui molto sorpreso quando, un giorno, vengo convocato da Nina Vinchi, la signora del Piccolo. Per me era come essere stato convocato dal preside del liceo...».

massimo ghini christian de sica vacanze ai caraibi

 

Il motivo della convocazione?

«Io vado, busso alla porta del suo ufficio, entro, lei era al telefono e mi fa cenno di sedere, mentre continua il suo colloquio telefonico con toni di durezza. Mi aspettavo il peggio. Finalmente riaggancia la cornetta, mi guarda dritto negli occhi e mi fa: senta Ghini, si ricordi una cosa, qui siamo a Milano, non a Roma, è chiaro?».

 

E lei che cosa risponde?

«Che fino a qui c’ero arrivato... Poi ha attaccato un pistolotto senza alcun motivo... mi sembrava una suora che ti convoca per dirti quello che puoi e che non puoi fare... Comunque quelle mie due battute nel “Re Lear” sono state un grande inizio: con lo spettacolo debuttammo all’Odéon di Parigi».

gregory peck sophia loren arabesque 1

 

Dall’Odéon al villaggio Valtour: come c’è finito e per quale motivo?

«Terminate le repliche, e la relativa tournée del “Re Lear”, ero talmente giovane e sconosciuto che mi ritrovo di nuovo senza lavoro, avevo un gran bisogno di guadagnare. Avevo conosciuto Rosario Fiorello, che lavorava come animatore, e gli chiesi se potevo fare qualcosa anch’io, avrei accettato persino di fare il barista. Siccome però nel villaggio c’era un anfiteatro, gli proposi di organizzare uno spettacolo tratto da “La gatta Cenerentola”».

 

MANUELA ARCURI MASSIMO GHINI

Un’opera di Roberto De Simone per gli ospiti di un villaggio turistico?

«Sì, una follia, eppure a Rosario piacque l’idea, aveva fiducia in me e fu un gran successo, anche perché io so cantare piuttosto bene. Quando frequentavo le scuole medie venni preso nella Schola Cantorum di una Chiesa in via Giulia. Lì il problema, all’inizio, fu che non conoscevo le canzoni del Santo Natale, provenendo da una casa di comunisti non conoscevo i testi. Il maestro organista mi chiese: che canzone sai? E io rispondo: Bella ciao. Lui non si scandalizza, me la fa cantare tra le sacre mura religiose e sentenzia: questo canta bene, è intonato. All’epoca la mia voce era da soprano, crescendo mi è venuta quella da contralto, pure nel canto c’era il germe della recitazione».

massimo ghini massimo d alema pier carlo presutti foto di bacco

 

L’incontro con Gregory Peck come è avvenuto?

«Franco Zeffirelli stava cercando per il suo spettacolo “Maria Stuarda” con Rossella Falk e Valentina Cortese, un attore per il personaggio di Mortimer. Vengo invitato a raggiungerlo nella sua mega villa a Positano. Mi faccio prestare un’auto e parto. Arrivo davanti al cancello, suono, nessuno risponde. Era agosto, faceva caldo ed ero tutto sudato anche per l’emozione.

 

massimo ghini sigfrido ranucci foto di bacco

Trascorrono venti minuti almeno e a un certo punto sento in lontananza rumore di zoccoli, di qualcuno che era evidentemente sceso nella spiaggia privata. Infilo la testa tra le sbarre del cancello e pian piano mi appare la figura di un omone, almeno un metro e 90: era proprio lui, il mitico Peck che, in costume, si avvicinava al cancello. Vengo assalito dal panico... un infarto. Lui mi guarda e mi chiede con voce suadente: do you want come inside? E io tutto tremante rispondo con voce stridula: yes. Mi apre, entro, resto da solo impalato... e mi chiedo: quando racconto agli altri che mi ha aperto il cancello Gregory Peck, chi ci crede?».

 

fiorello

Ha mai raccontato bugie?

«Non sono bugiardo in modo bieco, lo sono nel senso che, facendo l’attore, rappresento sempre la bugia, la mia professione è fatta di interpretazioni che sono verosimiglianze mai vere, quando recito non sono io, sono un altro, di conseguenza mento. Però, la bugia reale più grande che ho detto esiste: quando ero giovane affermavo di essere stato ammesso all’Accademia D’Amico, ma di essermene andato perché mi avevano chiamato per uno spettacolo. Mi vergognavo di dire che ero stato bocciato».

 

Si è mai sentito snobbato dalla critica?

«Sempre, perché sono un eclettico e per questo considerato superficiale. Non mi lamento più dei rari premi che ho ricevuto, tra i quali un Nastro d’argento alla carriera. Mi sono lamentato talmente tante volte, che ho capito di aver fatto autogol».

 

Giorgio Strehler

E con la sua carriera politica, che iniziò giovanissimo insieme con Walter Veltroni, entrambi militanti della Fgci, ha definitivamente chiuso?

«Sì, io con i capelli lunghi, lui con gli occhiali Ray-Ban... legammo subito e siamo rimasti amici. Adesso mi candido sindaco di Roma: faccio ancora in tempo?».

MASSIMO GHINI NEL FILM LA VOLTA BUONAMASSIMO GHINI NEL FILM SENZA PELLEmassimo ghini figliVELTRONI PASOLINIluca barbareschi massimo ghini foto di baccoGIORGIO NAPOLITANO E MASSIMO GHINI sabrina ferilli massimo ghini come l’america

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…