"NON VOTEREI LA FIDUCIA AL GOVERNO M5s-PD" - CARLO DE BENEDETTI SCATENATO DALLA GRUBER: "ABBIAMO VISTO DI TUTTO, RICCHI PREMI E COTILLON. IL PREMIO DEL TRASFORMISMO, A CONTE. DELLA FALSITA', A RENZI. SALVINI HA CONFUSO IL VIMINALE CON IL QUIRINALE. PREMIO ASSOLUTO, ALLA MAGGIORE INCOMPETENZA, A DI MAIO - SUL POVERO ZINGARETTI CI SONO STATE TANTE PRESSIONI: FRANCOFORTE, BERLINO, VATICANO, AMBASCIATA AMERICANA" - IL GOVERNO DURERA' FINO A..." - POI ESALTA IL NUOVO DIRETTORE DE "LA REPUBBLICA" VERDELLI: "HA RESTITUITO UN'ANIMA AL GIORNALE" - LA REPLICA DI CALABRESI - IACOBONI TWEET+VIDEO
 

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TWEET DI JACOPO IACOBONI Carlo De Benedetti, voterebbe la fiducia al governo M5S-Pd? "No. Abbiamo visto di tutto, ricchi premi e cotillon. Il premio del trasformismo, a Conte. Della falsità a Renzi. Salvini ha confuso il Viminale col Quirinale. Premio assoluto, alla maggiore incompetenza: Di Maio"

 

-Spettacolare sincerità di Cdb: "Ci sono state talmente tante pressioni, sul povero Zingaretti. Francoforte, Berlino, Vaticano, ambasciata americana"

 

- De Benedetti sull'Avvocato del popolo (aka avvocato di se stesso): "Per lui sedersi col Pd, con la Lega, è la stessa cosa. Lui che aveva firmato i decreti sicurezza, la Diciotti. Per lui è la stessa cosa. è un trasformista, un manager, della politica"

 

CARLO DE BENEDETTI
 
Per Carlo De Benedetti “le elezioni sarebbero state meglio“. L’imprenditore ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7 spara sul nuovo governo: “Io non voterei la fiducia“, spiega, per poi aggiungere che “il Pd rischia di più da questa alleanza, ma è destinato a restare. Invece i Cinquestelle sono destinati a scomparire“.
 
La posizione di Carlo De Benedetti, favorevole al ritorno alle urne, è anche quella tenuta del quotidiano La Repubblica del quale è stato editore fino a due anni fa, quando ha lasciato al figlio Marco, giocando comunque un ruolo decisivo nel passaggio dalla direzione di Mario Calabresi a quella di Carlo Verdelli: “Leggo La Repubblica con grande entusiasmo tutte le mattine e talvolta anche le sere. Verdelli ha restituito un’anima al giornale che è ora un giornale dove si discute, una cosa che si era persa anche per nostra incapacità“, risponde infatti De Benedetti alla Gruber.
 
Proprio ospite della trasmissione Otto e Mezzo in passato aveva criticato il quotidiano. “Per fortuna”, ha detto rispondendo alla domanda sul cambio di direzione, sostenendo poi di non avere influenza sulla linea editoriale di La Repubblica. “Non è ispirata da me – ha detto – ma certo non faccio mistero delle mie idee”. L’imprenditore è convinto che con le elezioni “gli italiani avrebbero scelto tra chi vuole rimanere con l’Europa e chi vuole stare con la Russia. Gli europeisti avrebbero vinto e ci saremmo tolti di torno Salvini“. Per De Benedetti “Conte è un manager della politica con marionette intorno” e il suo governo durerà “finché lo vorrà Renzi“.
 
Infatti prevede che l’ex premier e segretario Pd “farà un partito tra 2-3 mesi che fiancheggerà il governo con la scusa di un riequilibrio al centro”. De Benedetti che in passato era stato fan di Renzi ora si dice “deluso” e spiega: “Mi aveva affascinato molto la sua intelligenza. È una spugna”. “I padri di questo governo si chiamano Renzi e Grillo, non mi sembra un grande albero genealogico”, prosegue. “Ho trovato bellissimo il discorso di Conte al Senato lo scorso 20 agosto – aggiunge – Ma poi ho ritenuto inadeguato sedersi con il Pd dopo aver firmato tutti i decreti sicurezza, la Diciotti. Gestisce la politica come se dovesse rispondere agli azionisti, che per lui sono il popolo“.
 
Quindi De Benedetti ribadisce che non voterebbe la fiducia la governo perché “ad agosto è successo di tutto, l’unico che si è comportato in maniera impeccabile, cioè secondo quanto previsto dalla Costituzione, è stato il Presidente Mattarella“. Per l’imprenditore “il premio del trasformismo va a Conte, quello della falsità a Renzi. Salvini ha confuso il Viminale con il Quirinale, pensava che tutto dipendesse da lui ma per fortuna non è così”.
 
“Ma il premio assoluto per maggiore incompetenza spetta a Di Maio, che è riuscito a far richiamare il proprio ambasciatore dalla Francia, un paese che ci è sempre stato amico, e adesso fa il ministro degli Esteri“, afferma De Benedetti. Per poi chiudere con la profezia: “Il Pd rischia di più da questa alleanza, ma è destinato a restare. Invece i 5 Stelle sono destinati a scomparire. Non credo nei partiti che non hanno un forte radicamento culturale“.

 

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