MELANIE FRANCESCA DA ‘CHIAMBRETTI’ QUALCHE ANNO FA…
REGINA E SCHIAVA A DUBAI - TRIBOLAZIONI DI UNA OCCIDENTALE D' ORIENTE
Carlo Baroni per il ‘Corriere della Sera’
Quando due mondi si incontrano può succedere di tutto. Di capirsi o di respingersi. L' indifferenza non fa parte delle scelte possibili. Oriente e Occidente, oggi più di ieri. E ci metti dentro la storia, la politica e, in questo caso, l' amore. Fanno da collante o ci dimostrano che siamo pianeti lontanissimi. Dipende tutto dal tipo di occhiali che ci mettiamo. Quelli dell' esperienza aiutano a vedere più lontano. Anna ha deciso di indossarli. Anche se, talvolta, sono incrostati di luoghi comuni e pregiudizi. Inevitabile.
E non è detto che luoghi comuni e pregiudizi portino sempre lontano dalla verità. Anna è la protagonista de L' occidentale di Melanie F. (dietro questo nome c' è Melanie Francesca, un' artista che ha esposto quadri anche a Parigi e vive a Dubai con la famiglia), uscito per Cairo Editore.
Anna è una donna con disegnato addosso tutto quanto fa parte del suo mondo. Dagli abiti ai capelli. E l' apparenza, questa volta, non inganna. Suo marito vive in un' altra galassia. Si chiama Mahmoud, un ricco businessman degli Emirati. Si potrebbe dire che gli opposti si attraggono.
Che ti viene voglia di pensare che ci abbiano provato per scommessa a mettersi insieme. Abitano tra Abu Dhabi e Dubai e non è una brutta vita. Anna si sente regina e schiava. Padrona di tutto quello che altre donne si sognano: case da favola, gioielli e auto che non finiscono più. E costretta, però, a mettersi i fuseaux sotto le minigonne, a «limare» i tacchi delle scarpe, parlare quando si deve. Il problema è che le due Anne devono convivere. Ha un bambino, Amir. L' ancora che la tiene salda quando la burrasca si fa impetuosa.
Anna lontano da casa riscopre la sua identità che qualche volta sconfina nelle rivendicazioni. Nei diritti acquisiti delle donne che qui sono un miraggio davvero. E il deserto è tutto intorno. C' è anche Mister Press a farle da grillo parlante. E può essere la sua buona e la sua cattiva coscienza. Il vecchio capo (o qualcosa di più) che dall' altra parte del mondo la invita ad aprire gli occhi. A ricordarsi di avere una dignità. Lo fa con il cinismo e la durezza dell' uomo che le ha viste tutte. Forse ha ragione.
Certo, non lascia margini ad altri modi di vedere il mondo. Il nostro è giusto, il vostro è sbagliato.
Le sfumature non esistono. A pensarci bene è l' altra faccia di Mahmoud, il marito di Anna. Anche lui fieramente convinto di incarnare il meglio. La religione, il lavoro, l' educazione dei figli... Il rapporto con le donne: rispetto sempre, parità mai. E il resto non riesce a scalfirlo. Eppure, a suo modo è tollerante. O perlomeno cerca di esserlo, cerca il dialogo.
Dopo averti chiuso la porta in faccia. Ma è solo per farsi accettare quando decide di aprire uno spiraglio.
Le differenze culturali si superano solo se c' è una parvenza di cultura. Un ponte costruito con mattoni diversi ma che ha lo stesso scopo: reggere il giorno che ci passi sopra e ricordarti che il di qua e il di là ti aprono a mondi che a guardarli da lontano sembrano ostili ma basta avere il coraggio di sconfinare per capire che la diversità ti fa più ricco.
Lui e Mister Press, due maschi che nascondono dietro la forza un oceano di insicurezze. E ci voleva una donna per rimettere tutto a posto.