libri

L’EPIDEMIA NON SI SFOGLIA - A CAUSA DEL LOCKDOWN, CROLLO DEL 75% NELLE VENDITE DI LIBRI NELLE SCORSE SETTIMANE - NON SOLO: ALLA FINE DEL 2020 SARANNO 23.200 TITOLI IN MENO PUBBLICATI (CHE VISTE ANCHE CERTE BOIATE, NON E’ PROPRIO UN MALE) - L'APPELLO DI RICARDO FRANCO LEVI, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE EDITORI: "MI APPELLO AL GOVERNO E AL PARLAMENTO. ACCENDETE UN FARO SUL NOSTRO MONDO DEL LIBRO. LO STATE PERDENDO…”

Raffaella De Santis per www.repubblica.it

 

Lo scenario, inutile cercare di edulcorarlo, è fosco. Ogni giorno un segno meno, ogni giorno nuove perdite che erodono il mondo dell'editoria. Gli ultimi dati del bollettino dell'Osservatorio Aie, istituito per monitorare l'andamento del mercato editoriale in questa fase di lockdown delle librerie, sono preoccupanti.  

libri

 

L'impatto del Covid-19, aggiornato al 30 marzo, è drammatico: gli editori stimano che, su base annuale, saranno 23.200 i titoli in meno che verranno pubblicati a causa della drastica riorganizzazione dei piani editoriali (la scorsa settimana erano valutati intorno ai 18.600). È una cifra enorme, meno titoli significa meno copie stampate: nel 2020 si calcola che potranno essere 49 milioni in meno. Gli effetti di una riduzione così drastica ricadranno naturalmente a cascata sulle varie articolazioni della filiera del libro.

 

Se ci si sposta a guardare cosa sta succedendo nel mondo delle librerie, i motivi di sconforto aumentano. I dati del mercato e dei canali trade (librerie, online e grande distribuzione) registrano un -75% nel valore delle vendite delle scorse settimane. Ricardo Franco Levi, presidente dell'Associazione italiana editori (Aie), torna a lanciare l'allarme al mondo della politica perché non sia cieco verso l'industria del libro: "Da più parti si levano appelli per sostenere la cultura. Non è casuale, l'allarme è evidente. Per questo chiediamo con forza al governo e al parlamento di intervenire: accendete un faro sul mondo del libro. Lo state perdendo".  Tanto più che l'Osservatorio fotografa anche una crescita nell'uso degli ammortizzatori sociali da parte degli editori: al 30 marzo il 64% (era il 61 la scorsa settimana) dichiara di aver avviato le procedure per la cassa integrazione o la sta programmando.

 

libri

Gli editori sono comprensibilmente nervosi, cercano di attutire come possono i colpi: il 31% dichiara di aver cambiato il proprio piano editoriale, tagliando le uscite o riposizionandole nei primi mesi dell'anno. Qualcuno usa la tecnica del "digital first" e anticipa titoli in digitale aspettando che le librerie riaprano per mandare in commercio il cartaceo. Ben il 98% % degli editori valuta il danno subito come "significativo" o "drammatico" per l'intera filiera. La percezione è quella di una "crisi profonda" che non potrà essere guardata esplodere senza intervenire.

 

IL PIACEVOLE ODORE DEI LIBRI ANTICHI

È un momento complicato su ogni fronte. Nessuno si salva dagli effetti della pandemia.  I librai indipendenti, che fino a non molto tempo fa erano felici per aver incassato la nuova legge per la promozione e il sostegno della lettura, ora sono preoccupati perché consapevoli che l'abbassamento del tetto degli sconti al 5% e tutte le altre misure per proteggere e garantire il pluralismo dell'offerta editoriale, rischiano di essere vanificate dalla contrazione del mercato. Nonostante tutto, vince il senso della responsabilità collettiva. L'Adei (Associazione degli editori indipendenti, in tutto 250 sigle) è contraria a chiedere una riapertura delle librerie. Il presidente Marco Zapparoli, publisher di Marcos y Marcos, spiega che al momento è giusto "tutelare le condizioni di sicurezza per chi lavora nelle librerie e per chi le frequenta". Le librerie, spiega Zapparoli, sono luoghi d'incontro, "non riusciamo ad immaginare una fila come davanti alle farmacie, dove si entra uno per volta a chiedere il prodotto". Differente la situazione delle edicole, in cui "i clienti sono all'esterno, ben distanti tra loro e dall'edicolante".

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."