meyer fiorello amadeus

SANREMO, DUE PESI, DUE IPOCRISIE – LE PROTESTE DEL MONDO DELLA LIRICA SUI FIGURANTI IN PLATEA ALL’ARISTON: “UN TIPICO ESCAMOTAGE ALL’ITALIANA. SIAMO PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA, A MARCIARE SUL FESTIVAL… - SE SANREMO AVESSE AVUTO IL CORAGGIO DI APRIRE LE PORTE A UN PUBBLICO VERO, CON LE NORME DI SICUREZZA MESSE IN ATTO IN OGNI TEATRO, AVREBBE POTUTO DIVENTARE L' APRIPISTA DELLA RIPARTENZA. COSÌ INVECE È SOLO UNA FURBATA DI BASSO LIVELLO" - 

Giuseppina Manin per il "Corriere della Sera"

 

D' accordo, Sanremo è Sanremo.

amadeus fiorello

Ma tutto il resto? Che ne sarà del mondo dello spettacolo dal vivo? Delle migliaia di artisti e lavoratori in sofferenza, molti disoccupati, si ritrovano davanti alla più inattesa delle riaperture: il Festival si farà, e con tanto di platea. Anche se non di spettatori paganti ma di figuranti pagati. Distinzione cavillosa foriera di polemiche.

 

«Per gli spettacoli in sale teatrali vale il Dpcm in vigore, che ne consente lo svolgimento in assenza di pubblico», ribadisce il ministro della salute Speranza in una nota al Comitato tecnico scientifico. Comitato al quale ha mandato la lettera delle associazioni discografiche in cui queste ultime chiedono un protocollo di sicurezza per i cantanti che si esibiranno all' Ariston.

dominique meyer

 

Ma il gioco di prestigio di Sanremo non convince attori e musicisti. Dopo gli interventi di Lavia e Livermore, di Emma Dante, Ovadia e Celestini, adesso è la musica a far sentire la sua voce.

«Purtroppo l' Ariston sarà il primo e unico teatro d' Italia a riaprire. Due pesi e due misure inaccettabili», esordisce Simone Gramaglia, viola del Quartetto di Cremona, che si è fatto promotore della battaglia a difesa delle sale da concerto e dei teatri. «In questo momento di totale incertezza ci aspetteremmo almeno una risposta, ma il ministro della cultura è come sparito. A questo punto siamo pronti a scendere in piazza, a marciare sul Festival, a dimostrare davanti ai teatri».

 

ilaria borletti buitoni

«Non ce l' abbiamo con Sanremo, ma con la soluzione ipocrita dei figuranti, un tipico escamotage all' italiana - rincalza Daniele Rustioni direttore dell' Opera di Lione e dell' Orchestra della Toscana -. Se Sanremo avesse avuto il coraggio di aprire le porte a un pubblico vero, con le norme di sicurezza messe in atto in ogni teatro, avrebbe potuto diventare l' apripista della ripartenza. E tutti avremmo detto: grazie Amadeus. Così invece è solo una furbata di basso livello».

 

Secca l' opinione del compositore Fabio Vacchi: «La Scala ha dovuto riaprire a platea vuota e Sanremo no. Che messaggio si manda ai giovani? Che il patrimonio da salvaguardare sono le canzonette e tutto il resto non esiste. La cultura è il nemico numero uno di questo Governo, che le toglie l' ossigeno, ne ignora l' agonia». Di una scelta «simbolicamente sbagliata» parla Carlo Fontana, presidente dell' Agis. «Nel momento in cui ogni attività è chiusa al pubblico, il solo espediente lo si inventa per Sanremo. Attendiamo soluzioni per tutti i teatri».

 

giuseppe conte roberto speranza

«Non chiediamo di riaprire le sale dall' oggi al domani, ma almeno una previsione per il futuro - ribadisce Ilaria Borletti Buitoni, presidente della Società del Quartetto -. Vaccini e tamponi sono validi alleati, permettono di elaborare varie ipotesi. I figuranti di Sanremo sono uno schiaffo a un settore costretto al silenzio da mesi».

 

Chi ne sa qualcosa è Dominique Meyer, sovrintendente della Scala, costretto a gestire il teatro nel momento più buio. «Il mondo dello spettacolo dal vivo ha bisogno del suo pubblico. I mezzi digitali possono svolgere un ruolo fondamentale nell' espandere questa platea ma non possono sostituirla. Abbiamo bisogno di una prospettiva condivisa su tempi e modi del rientro nelle sale. Nel frattempo, ogni sospetto di diversità di trattamento rischia di esacerbare la frustrazione di artisti e lavoratori».

 

emma dante

«Vivo questa situazione molto male - conferma la violinista Francesca Dego -.

Tutto l' ambiente musicale italiano si è fatto in quattro, anzi in mille, per mettere in sicurezza sale e teatri. Adesso ci sentiamo traditi, mal rappresentati. Ben venga Sanremo se fosse una ripartenza programmata per tutti, altrimenti la questione ha del farsesco oltre a essere profondamente ingiusta».

 

A Parigi, per le prove di una nuova Aida a fine febbraio all' Opéra Bastille, anche il direttore Michele Mariotti lamenta il disinteresse del governo: «La mancata conoscenza del ruolo del teatro e della cultura, in un Paese come l' Italia, patria dell' opera, suona come una bestemmia. E la scelta di Sanremo è mancanza di rispetto. Nella nostra Costituzione la cultura è a pari grado con l' istruzione e la sanità. Ma oggi chi se ne ricorda più?».

michele mariotti 2Michele Mariotti

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