moravia morante

SODOMA ALLA CACIO E PEPE - VANNO IN MOSTRA 250 FOTO INEDITE DELLA ROMA LETTERARIA TRA IL 1950 E IL '75. QUELLA DI MORAVIA, MORANTE, PASOLINI. CON ANNESSI PETTEGOLEZZI - SANDRO PENNA: “IO AMO I RAGAZZI DAI 14 AI 16 ANNI; POI INVECCHIANO E DIVENTANO DONNE'' - ''SABA FORSE ERA UN PO' PEDERASTA. ANCHE UNGARETTI ANDAVA COI RAGAZZINI E METTEVA LE MANI ADDOSSO A TUTTE; UNA SERA - ED ERA VECCHIO, EH! - SI PORTÒ UNA DONNA ALL'EUR E FECERO L'AMORE SULL'ERBA” – “LA MORANTE FINGEVA DI ANDARE A CASA DI VISCONTI PERCHÉ SAPEVA CHE MORAVIA, GELOSO, LA SEGUIVA”. IN REALTÀ VISCONTI L'AVEVA GIÀ LASCIATA. TRA L'ALTRO, ELSA EBBE ALMENO UNA STORIA CON LA MOGLIE DI UN MUSICISTA”

Giulia Villoresi per “il Venerdì - la Repubblica”

 

franco angeli sandro penna isabella rossellini

Di tanto in tanto accade che una città chiami a raccolta artisti e intellettuali, li accolga, li metta alla stessa tavola e partecipi alla produzione di un patrimonio culturale nel quale i posteri troveranno poi un' atmosfera, una specie di felicità che deriva dall' amicizia. Si può citare Jena per i poeti romantici, o Parigi per i romanzieri dell' Ottocento. Anche Roma ha avuto il suo momento. È la stagione che si apre rotonda, secondo alcuni, nel gennaio 1950, con l' arrivo di Pasolini, e si chiude con la sua morte il 2 novembre 1975.

 

Venticinque anni vissuti poeticamente là dove neppure i papi erano riusciti a creare qualcosa di simile a una comunità intellettuale, e dove invece, attorno a Moravia, Pasolini, Penna, si ritrovarono quasi tutti i poeti e scrittori d' Italia.

moravia e pasolini 1ungaretti

 

Dal 30 marzo WeGil, spazio espositivo aperto a Trastevere nell' ex Casa della Gioventù italiana del Littorio, ospiterà una mostra fotografica in onore di quel gruppo di letterati (com' è noto, ce ne fu anche uno di registi, pittori, musicisti): Poeti a Roma.

Giuseppe Garrera

Resi superbi dall' amicizia, a cura di Igor Patruno e Giuseppe Garrera.

 

GIUSEPPE UNGARETTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta di 250 fotografie originali che hanno almeno due particolarità: sono quasi tutti scatti rubati (per le vie della città, a cene, feste, presentazioni) e spesso sono in serie, per cui è possibile seguire, come in un cartone animato, l' approccio di Sandro Penna a un ragazzino, o un Gadda eccezionalmente baldanzoso che a una serata del Premio Viareggio attraversa l' intera sala per raggiungere Anna Maria Ortese, ancora sconosciuta, e metterle un braccio intorno al collo (è il 1953 e vinceranno ex aequo).

pasolini moravia betti

 

Questa capacità quasi vivente di un materiale per giunta inedito (ci sono anche alcune foto crudissime, mai pubblicate, del cadavere di Pasolini) turberà i cultori dei poeti romani, istillando l' illusione di poter scoprire nuovi dettagli sui loro rapporti. La mostra, di fatto, nasce da una devozione fanatica a quel periodo; che hanno in molti, ma che in Giuseppe Garrera sembra ardere più intensamente.

 

pasolini elsa morante

Tutto il materiale viene dal suo archivio privato: Garrera è musicologo, storico dell' arte, ma soprattutto un collezionista che ha accumulato tesori setacciando i mercatini romani prima dell' alba (un esempio, uno solo, di quel che può capitare: acquistare una xilografia di Dürer del 1509 a tre euro) e uno dei massimi esperti di poeti italiani tra gli anni 50 e 70. Un esperto che qualche tempo fa ha acquistato l' archivio "scomparso" del poeta Dario Bellezza, il più maledetto di quegli anni, omosessuale militante, sempre poverissimo, che nei suoi diari descrive la vita privata, prevalentemente notturna, degli intellettuali dell' epoca, con tanto di nomi, cognomi e indirizzi.

PASOLINI MORANTE

 

«Bellezza racconta tutto, senza filtri. Forse il più bel ritratto della Roma notturna gay degli anni '70. Ma io non lo pubblicherò mai, perché è durissimo e coinvolge persone ancora vive» dice Garrera, con la beatitudine luciferina del collezionista.

 

GADDA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Nei diari c' è Sodoma prima dell' incendio, cioè prima della borghesizzazione dell' omosessualità. Pubblicarli è impensabile perché il pubblico non sarebbe in grado di capire, di coglierne la meraviglia». Poi rincara: «I romanzi di Bellezza sono tutti criptati. Avendo io le bozze autografe, so a chi corrispondono i nomi di finzione. Ho anche la famosa lettera che Walter Siti scrisse a Pasolini. Siti ne ha un ricordo, io ho il documento. Con la minuta della risposta di Pasolini». Cosa si sono detti? Silenzio. «Diciamo che Siti gli pone un problema sul dolore della condizione omosessuale. Cerca un dialogo. Che Pasolini non gli dà. La sua risposta è una botta, una lezione tremenda.

walter siti

Ecco forse perché Siti non ne parla mai».

 

Garrera ha un rapporto tutto suo con quelli che chiama rumores, i pettegolezzi: per lui sono attributi dell' oggetto posseduto, più rari sono più aumentano il valore dell' oggetto, quindi ne è gelosissimo. Acconsente però a mostrare un ritaglio di giornale: «Tanto è stato pubblicato. Anche se poi non lo ha più ripreso nessuno». È un' intervista di Dante Matelli a Sandro Penna: «Io amo i ragazzi dai quattordici ai sedici anni; poi invecchiano e diventano donne» dice il poeta.

 

renzo paris

«Saba era come me... Anche Ungaretti andava coi ragazzini, che è una novità forse?». In effetti era un po' una novità. Renzo Paris, che visse quegli anni in gioventù, poeta e amico di molti, soprattutto di Moravia, ricorda Ungaretti come un signore «simpaticissimo, che metteva le mani addosso a tutte; una sera - ed era vecchio, eh! - si portò una donna all' Eur e fecero l' amore sull' erba. Saba forse era un po' pederasta. Gli piacevano i ragazzini. Ma di sicuro non si sa niente. L' unico senza remore era Penna: la sua era un' omosessualità solare, come la sua poesia, greca fin dall' inizio». È stato il poeta più amato da Pasolini.

 

dario bellezza

Dolce, generoso, laconico Pasolini: «Ricordo una cena da Moravia» continua Paris, «la Rossanda gli chiese "Pasolini, secondo lei il romanzo è risorto?". Era appena uscito La storia di Elsa Morante. Lui rispose: "No". E fu l' unica parola che disse quella sera. Poi scrisse una recensione in cui stroncava la Morante. Avevano litigato perché lei diceva che Ninetto Davoli faceva bene a lasciarlo per trovarsi una ragazza». Per Paris quelli erano «i soliti psicodrammi»: come quando la Morante «fingeva di andare a casa di Visconti perché sapeva che Moravia, geloso, la seguiva». In realtà Visconti l' aveva già lasciata. «Elsa si innamorava sempre dei gay; lo era pure quel pittore, Bill Morrow. Tra l' altro, ebbe almeno una storia con una donna: ho visto le lettere che si è scambiata con la moglie di un musicista».

dario bellezza

 

Questa scrittrice, che da piccola sognava di essere un ragazzo, secondo Antonio Debenedetti era affetta «da un cerebralismo nemico dell' aria, del sole e della vita».

Così gli appariva, bambino, quando la osservava conversare con suo padre, il grande critico Giacomo Debenedetti, un uomo che quasi non si nutriva, perché poteva vivere di sola letteratura. Il figlio gli ha dedicato un libro, ‘’Giacomino’’, appena ristampato da Bompiani: l' intrecciarsi di decine di esistenze poetiche in casa Debenedetti, viste da un ragazzino con «le briciole della merenda in bocca e l' attesa dell' estate nel cuore».

 

PASOLINI E MORAVIA

Pasolini nelle periferie di Roma

Con quegli occhi Antonio - che poi è diventato poeta, scrittore, giornalista - ha conosciuto tutti. Un' infanzia trascorsa prendendo ripetizioni da Giorgio Caproni (che gli ha dedicato una poesia: «Cosa mai studi, Antonio / ora che aprile trema / ai vetri, e una mosca / - minuta arpa - vibra / delicata sul tema?»); assistendo alle intemperanze di Saba («una sera di pioggia uscì da casa nostra gridando "Mi uccido!"; lo trovarono all' alba, sorridente, in una latteria di Testaccio»); guardando le gambe della Morante, le fidanzate di Bobi Bazlen (lo «sciamano» che non scrisse nulla, ma fondò Adelphi) e, perfino, l'«orecchio coperto di pustoline» di un decrepito Benedetto Croce.

 

Pasolini-Magnani-Betti-Arbasino-Moravia

«Ma uno dei ricordi più forti, chissà perché, è il grande Gadda che attraversa piazza San Silvestro in una torrida giornata di luglio, anziano, incravattato, con la giacca sul braccio. Il ritratto della solitudine. Una vigilia di Natale Arbasino raccontò di averlo visto sull' autobus con due panettoni: chiaramente li avrebbe mangiati da solo. Nessuno lo conosceva davvero. Si dice che il lunedì mattina guardasse con la lente d' ingrandimento le foto dei calciatori sul giornale. Era talmente misterioso che può darsi tutto».

 

pier paolo pasolini e italo calvino al caffe rosati

Certo quel gruppo di amici non fu estraneo al pettegolezzo. Il «vivere poeticamente» non lo esclude; ma ecco forse che cosa implica: Garrera ha una lettera in cui Anna Maria Ortese ringrazia Dario Bellezza per un aiuto «concreto», per lei unica vera prova di amicizia; Bellezza le aveva pagato le bollette del telefono. Lo stesso Bellezza che rubava i libri agli amici per poi rivenderseli.

Pasolini con amici - by Giuseppe Garrera LE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERALE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERALE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERA

raffaella carra' e pier paolo pasolinipier paolo pasolini ninetto davolifoto di pasolini dal libro massacro di un poeta di simona zecchi 5foto di pasolini dal libro massacro di un poeta di simona zecchi 8foto di pasolini dal libro massacro di un poeta di simona zecchi 9pasolini moravia morantePASOLINIasti pasoliniMONTALE MORAVIA PASOLINI

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