Enrico Marro per www.corriere.it
Il Giornale si avvia a cambiare padrone. Il quotidiano fondato nel 1974 a Milano da Indro Montanelli non sarà più di proprietà della famiglia Berlusconi, ma della famiglia Angelucci. La notizia è stata data dal vicedirettore della stessa testata, Nicola Porro, con un tweet. L’operazione prevede la cessione dell’intero pacchetto azionario: la quota in capo a Paolo Berlusconi (71,5%), fratello dell’ex presidente del Consiglio, che avrebbe già firmato l’accordo, quella detenuta dalla Mondadori (18,4%) presieduta dalla figlia del Cavaliere, Marina Berlusconi, e quella della famiglia Amodei (9,9%), concessionaria di pubblicità.
La trattativa tra le due famiglie (Berlusconi e Angelucci) andava avanti da molti mesi. Ma il closing dell’operazione non c’è ancora stato, assicurano fonti del comitato di redazione del Giornale, che ieri hanno interpellato i vertici della società in seguito al tweet di Porro che annunciava secco: «Berlusconi ha venduto il Giornale». Del resto, lo stesso Paolo Berlusconi aveva indirettamente replicato con una dichiarazione all’Adnkronos: «Il Giornale sarà venduto, se sarà venduto, nei prossimi mesi con un passaggio delle azioni. Ad oggi non ci sono ancora passaggi».
Secondo le intese preliminari tra le parti, infatti, il closing dell’operazione dovrebbe avvenire solo dopo la certificazione del bilancio 2022. I dettagli finanziari dell’operazione non sono noti, ma dipendono anche dalle perdite che emergeranno e che potrebbero essere maggiori di quelle del 2021 (circa 8 milioni).
È proprio il deterioramento dei conti che avrebbe convinto i fratelli Berlusconi, a lungo restii a cedere la testata creata da loro e alla quale sono molto affezionati, a vendere agli Angelucci, già editori dei quotidiani Il Tempo e Libero, che di recente hanno ceduto alcune testate locali, Corriere dell’Umbria, Corriere di Siena, Corriere di Arezzo e Corriere della Maremma, e sembrano puntare a un rafforzamento sulla piazza milanese.
Il 15 dicembre il comitato di redazione de Il Giornale aveva chiesto che eventuali acquirenti garantissero l’organico, sceso negli ultimi 4 anni da 80 a 51 redattori. Secondo i dati Ads, a ottobre 2022, Il Giornale ha diffuso una media di 32.027 copie tra cartaceo e digitale, con un calo del 10,2% rispetto a un anno prima. La diffusione complessiva di Libero è stata pari a 23.217 e quella de Il Tempo di 7.906 copie.
La famiglia Angelucci, che fa capo ad Antonio, 78 anni, già parlamentare di Forza Italia dal 2008 e rieletto alle ultime elezioni nelle liste della Lega, ha anche forti interessi nel settore della sanità privata e ha costituito la Fondazione San Raffaele di cui era presidente Francesco Rocca prima di candidarsi per il centrodestra alla presidenza della Regione Lazio. Antonio Angelucci è stato condannato in primo grado a un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa sui contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 per i quotidiani «Libero» e «Riformista». Ed è indagato per corruzione in un’inchiesta sulla sanità nel Lazio.
paolo berlusconi (2) silvio e paolo berlusconi