aldo moro

UN'AUTO BLINDATA POTEVA SALVARE ALDO MORO? - DALLE CARTE DESECRETATE DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SI SCOPRE CHE POCHI MESI PRIMA DEL RAPIMENTO DEL PRESIDENTE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA IL 16 MARZO 1978 FU RICHIESTO PER LUI UN RAFFORZAMENTO DELLE MISURE DI PROTEZIONE, MA IL SISMI DISSE DI NON ESSERE A CONOSCENZA DI "ALCUN PARTICOLARE SU MINACCE O AVVERTIMENTI" - EPPURE QUEL RACCONTO SU CHI CONTROLLAVA SPOSTAMENTI E ORARI DI MORO…

Giovanni Bianconi per www.corriere.it

 

aldo moro

«Nel periodo antecedente alla strage di via Fani non risulta che il Sismi abbia mai raccolto elementi che potessero far in qualche modo prevedere l’insorgere della vicenda Moro, sia sotto il profilo dell’acquisizione di informazioni su possibili e dirette azioni terroristiche e sia dal punto di vista dell’esistenza di semplici minacce od avvertimenti nei confronti del parlamentare».

 

22 rapimento di aldo moro 16 marzo 1978 ph barillari

Comincia così la relazione del Servizio segreto militare (Sismi), predisposta nel 1979 per la prima commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani e sul sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, desecretata solo pochi giorni fa dalla Commissione per la biblioteca e archivio storico del Senato, presieduta dal senatore del Pd Gianni Marilotti.

 

Il documento «riservato» fa parte delle 130.000 pagine di atti prodotti dai servizi segreti considerati ancora «top secret» e ora declassificati in base alle direttive dei presidenti del Consiglio Prodi, Renzi e Draghi, con le quali si è deciso di anticipare la “liberazione” di documenti che riguardano dodici episodi – fra stragi, attentati e vicende ancora misteriose – che hanno segnato in modo particolare la storia d’Italia.

 

aldo moro

Uno di questi è certamente l’assalto di via Fani del 16 marzo 1978, compiuto dalle Brigate rosse, nel quale furono uccisi i cinque agenti di scorta al presidente della Democrazia cristiana – Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi – e venne rapito Aldo Moro.

 

Il Sismi, istituto da pochi mesi, aveva ereditato le strutture del vecchio Sid (Servizio informazioni difesa) che, si scoprirà in seguito, aveva avuto un ruolo nei depistaggi di alcune stragi neofasciste degli anni precedenti, come quella di Brescia del 28 maggio 1974; ma sulle mire del terrorismo rosso nei confronti dello statista democristiano ammette di non sapere nulla. Almeno ufficialmente.

 

aldo moro via caetani

Il documento inviato alla commissione d’inchiesta elenca una serie di informazioni che, rivalutate dopo, potevano forse fornire qualche indicazione, o almeno destare qualche allarme, ma sul momento non avevano avuto seguito. Né avevano destato particolare interesse.

 

«A posteriori», il Sismi ritiene comunque di segnalare che «in relazione alla possibilità che in concomitanza con l’apertura del processo di Torino, fissato per il 3 marzo 1978 a carico di Curcio e altri terroristi, le Brigate Rosse effettuassero atti di terrorismo in Italia o all’estero con il concorso di elementi stranieri come la banda Baader Meinhof o l’Armata rossa giapponese o gruppi estremisti palestinesi o arabi, o altre cellule internazionali, il 15 febbraio 1978 il Servizio aveva provveduto ad allertare tutta la propria rete informativa nazionale e internazionale e i servizi collegati».

 

aldo moro via fani

Ne venne fuori l’informazione, di cui già s’è saputo qualche anno fa, «acquisita da un appartenente all’organizzazione palestinese Fplp guidata da George Habbash, secondo cui sarebbe stata possibile nel prossimo futuro un’azione terroristica di notevole portata».

 

Il Sismi si premura di precisare che «l’informazione, pur se generica veniva, subito trasmessa al Sisde (il servizio segreto civile, anch’esso neonato, ndr) ai servizi collegati e a tutti gli organi periferici del servizio», senza che venissero però acquisiti ulteriori elementi utili. Né è dato sapere, a 44 anni di distanza, se la segnalazione giunta dalla Palestina avesse a che fare con l’agguato di via Fani.

 

aldo moro

Nella relazione del Sismi si riferisce anche che «nella prima decade di marzo 1978 sul periodico di informativa e satira politica “Il Male”, ideologicamente attestato su posizioni extraparlamentari di sinistra, veniva pubblicato un articolo su Moro che alla luce delle successive esperienze sembra anticipare circostanze stranamente aderenti a quanto poi si è realmente verificato.

 

In proposito, non appena un organo periferico del Servizio comunicava di avere acquisito la notizia (20 marzo 1978) venivano effettuate appropriate segnalazioni al Sisde al comando generale dell’arma e al capo della polizia e disposti particolari accertamenti sui responsabili della pubblicazione senza peraltro acquisire elementi suscettibili di ulteriori sviluppi».

 

A parte le informazioni recepite in edicola, il rapporto del Sismi è un lungo elenco delle segnalazioni più strane, quasi tutte inverosimili o senza alcuna possibilità di sviluppo concreto, e comunque scollegate da ciò che negli anni successivi s’è scoperto a proposito del sequestro Moro.

 

aldo moro in giacca e cravatta a terracina

Quanto alle «minacce o avvertimenti» ricevuti dal leader democristiano nei mesi precedenti al sequestro, il Sismi comunica di non essere «mai giunto a conoscenza di alcun particolare».

 

Tuttavia segnala un episodio: «Il 9 ottobre 1978, al termine di un’attività di raccolta di elementi informativi riguardanti i soggiorni della famiglia Moro a Predazzo, fonte confidenziale predisponeva un appunto riepilogativo nel quale si accennava al fatto che l’anno precedente il defunto maresciallo Leonardi, conversando con una persona del luogo, avrebbe detto di avere appreso da imprecisati studenti universitari, discepoli di Moro, che qualcuno ne controllava spostamenti ed orari.

 

mostra fotografica su aldo moro (16)

Il parlamentare, reso edotto di ciò, avrebbe cominciato periodicamente a cambiare le sue abitudini. Nel corso di tali confidenze il maresciallo Leonardi avrebbe mostrato una pistola a tamburo di grosso calibro asserendo di essere pronto a tutto… Si concludeva soggiungendo che nulla era stato possibile acclarare circa gli studenti universitari che avevano messo l’avviso il maresciallo Leonardi, ma che essi erano tuttavia di Roma».

 

mostra fotografica su aldo moro (17)

Lo stesso caposcorta di Moro avrebbe anche riferito l’episodio sospetto di due motociclisti armati che, un mese prima dell’attentato, avevano affiancato l’auto del presidente della Dc; circostanza anch’essa nota da tempo, rimasta senza spiegazione giacché nessun brigatista l’ha mai messa in relazione con i preparativi dell’azione da parte dell’organizzazione.

 

Il Sismi riferisce, in ogni caso, che «il maresciallo Leonardi dopo tale fatto avrebbe chiesto senza precisare a quale organo di avere un’altra auto di scorta, in rinforzo, ed una vettura blindata per il parlamentare».

 

Ma auto blindate in via Fani, la mattina del 16 marzo di 44 anni fa, non ce n’erano. Il lavoro di desecretazione avviato dalla commissione della biblioteca del Senato, grazie al quale è oggi possibile leggere questo documento del Sismi, è solo all’inizio: «Passati i cinquant’anni dall’evento – ha spiegato il presidente Marilotti – le carte classificate possono essere coperte solo dal segreto di Stato, il resto lo renderemo fruibile».

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...