joe biden

BIDEN HA PARLATO A BRACCIO (E A CASACCIO) – I FUNZIONARI DELLA CASA BIANCA SONO SALTATI SULLA SEDIA QUANDO IERI, A VARSAVIA, “SLEEPY JOE” HA DETTO CHE PUTIN NON PUÒ RESTARE AL POTERE: QUELLA PARTE NON ERA STATA PREPARATA, È STATO LUI CHE HA IMPROVVISATO INVOCANDO UN REGIME CHANGE A MOSCA. CHE POI È QUELLO CHE TUTTI I LEADER SPERANO, MA NESSUNO PUÒ DIRE – PUTIN HA INIZIATO A RISPONDERE CON I RAID SU LEOPOLI: SE ANCHE PER SBAGLIO UN MISSILE TOCCA IL SUOLO DELLA POLONIA (NATO) SI VA ALLA TERZA GUERRA MONDIALE - “JENA” PER “LA STAMPA”: “PARAFRASANDO VEGEZIO ‘SE VUOI LA PACE, FAI TACERE BIDEN’” – VIDEO

 

 

joe biden a varsavia

1 - WP, 'BIDEN A BRACCIO, CASA BIANCA COLTA DI SORPRESA SU PUTIN'

(ANSA) - I funzionari della Casa Bianca sono stati colti di sorpresa da Joe Biden: nel discorso pronunciato a Varsavia non c'era nessun riferimento al fatto che Vladimir Putin non potesse restare al potere. Il presidente americano lo ha detto a braccio.

 

joe biden incontra i rifugiati ucraini a varsavia 5

Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti. Non è comunque la prima volta che Biden decide di lanciare un messaggio autonomamente. Lo ha fatto nei giorni scorsi parlando di Putin come un criminale di guerra e lo ha fatto molte volte in passato.

 

2 – CONSIGLI

JENA per “La Stampa”

Parafrasando Vegezio "Se vuoi la pace, fai tacere Biden"

 

esplosione a leopoli

3 - BIDEN ATTACCA: «PUTIN È UN MACELLAIO» UN CASO L'APPELLO AL CAMBIO DI REGIME

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

joe biden mangia la pizza con i soldati americani in polonia 8

Lo scatto arriva proprio all'ultima riga: «Per l'amore del cielo, questo uomo non può rimanere al potere». È la prima volta che Joe Biden lo dice apertamente: «Vladimir Putin deve lasciare la guida della Russia». Ed è anche l'unica vera e importante novità dell'atteso discorso di Varsavia.

 

bandiere di usa, polonia e ucraina per joe biden

Ma, pochi minuti dopo la conclusione, mentre praticamente tutti i siti dei giornali e le tv titolavano su questa frase, un consigliere della Casa Bianca faceva sapere al pool dei reporter: «Il presidente voleva dire che Putin non può esercitare il suo potere sui Paesi vicini o nella regione. Non stava mettendo in discussione il potere di Putin in Russia, né stava evocando la possibilità di un cambiamento di regime a Mosca».

 

joe biden incontra i rifugiati ucraini a varsavia 3

È una spiegazione che non convince nessuno. L'ipotesi più probabile, invece, è che Biden abbia aggiunto spontaneamente l'esclamazione al testo preparato nei dettagli dal suo staff. Impossibile una verifica diretta, perché la copia originale non è stata distribuita prima dell'intervento. In ogni caso questo è il passaggio che è destinato a rimanere nella memoria.

 

andrzej duda joe biden

E in fondo è la logica conclusione di un percorso che è logico ed emotivo nello stesso tempo. Qualche giorno fa Biden aveva definito il leader russo «un criminale di guerra». Ieri pomeriggio, dopo aver visitato un centro di accoglienza per i profughi ucraini insieme con il sindaco di Varsavia, ha commentato seccamente: «Putin è un macellaio».

 

mariupol distrutta 5

La replica

Può un «criminale di guerra», un «macellaio» restare legittimamente al potere? A Washington, e non da ora, pensano di no. Putin, come era prevedibile, ha subito colto l'occasione per ribaltare sul presidente americano la responsabilità del conflitto. Ecco la nota del Cremlino: «I nuovi insulti di Biden restringono ulteriormente la finestra di opportunità per ricucire i rapporti tra Russia e Stati Uniti».

 

joe biden a varsavia

Nei prossimi giorni i portavoce dello Studio Ovale saranno chiamati a precisare e a cercare di recuperare il messaggio su cui era stato costruito lo «speech» che ha concluso il tour europeo del leader Usa. «Sarà un intervento di grande portata», aveva detto alla vigilia il Consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan.

 

joe biden incontra i rifugiati ucraini a varsavia 7

Tutto preparato con cura, a cominciare dalla scelta: il Castello reale, nella città vecchia, lo scrigno dell'identità polacca, ricostruito dopo la Seconda Guerra mondiale e oggi «patrimonio dell'umanità» per l'Unesco. Biden comincia con quella che sarebbe dovuta essere la frase chiave della giornata: «Non abbiate paura», citazione tra le più note di Giovanni Paolo II.

 

Era il 1978, l'anno in cui il papa polacco si presentò al mondo, cambiando anche la storia politica dell'Europa. Ecco qual era il senso originario del discorso: collocare la guerra dell'Ucraina nel percorso di lotte e sofferenze che sono finite con «la vittoria della democrazia» e con «il fallimento» del comunismo, della dittatura. Un tracciato iniziato anni prima, «in Ungheria e in Polonia nel 1956, poi in Cecoslovacchia nel 1968 e ancora in Polonia nel 1981, fino alla caduta del Muro nel 1989».

mariupol distrutta 4

 

«Non abbiate paura», ripete Biden, anche se «anche questa battaglia sarà lunga». Putin viene raffigurato come l'erede di fatto dell'Unione Sovietica, l'antica nemica della democrazia, della libertà. Segue un'altra citazione, l'immancabile Abraham Lincoln: «è il diritto la base del potere» (in inglese suona meglio: « Right makes might »). Per una decina di minuti Biden resta ad alta quota: «la missione storica di questa generazione è sconfiggere le autocrazie».

 

joe biden a varsavia 2

Tutti aspettano che atterri sulle questioni urgenti. Per esempio, Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente Volodymyr Zelensky, fa sapere: «Siamo delusi, ci aspettavamo più coraggio, decisioni più forti dai vertici della Nato e della Ue». Ma ora, qui a Varsavia, mentre è ormai buio e fa molto freddo, Biden conclude ripetendo concetti sentiti più volte negli ultimi giorni.

mariupol distrutta 6

 

«Questa guerra è già un fallimento strategico per Putin. Voleva dividere l'Occidente e invece si ritrova con un'Alleanza atlantica che non è mai stata così unita e così determinata». «Putin non osi neanche pensare a occupare un centimetro del territorio Nato». «Voglio dire ai cittadini russi: non siete voi il nostro nemico». Sembra finita, con qualche emozione e nessuna novità di rilievo. Invece, pochi secondi prima di lasciare il palco, Biden ribalta tutto: Putin se ne deve andare.

joe biden incontra i rifugiati ucraini a varsavia 2joe biden a varsavia 4mariupol distrutta 3mariupol distrutta 7joe biden incontra i rifugiati ucraini a varsavia 1joe biden a varsavia

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”