CAPITALE CORROTTA, PORCHETTA INFETTA! A ROMA CI SI VENDE PER POCO: DOPO I VIGILI CORROTTI CON I CONI GELATO, ABBIAMO LE TANGENTI SOTTO FORMA DI BUONI BENZINA, PROSCIUTTI E PENSIERINI DI NATALE – FERMATI I TITOLARI DI UNO STUDIO TECNICO, INDAGATI UN FUNZIONARIO DEL VII MUNICIPIO E 5 VIGILI URBANI: PER SOMME DAI 200 AI 1.000 EURO, AVREBBERO RIVELATO IN ANTICIPO LE ISPEZIONI PROGRAMMATE IN LOCALI E RISTORANTI E CHIUSO UN OCCHIO SU IRREGOLARITÀ PALESI. AIUTI ANCHE A 2 COMPONENTI DELLA FAMIGLIA CASAMONICA PER CONDONARE LE LORO VILLE...

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Michela Allegri per “il Messaggero”

 

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Non solo denaro in contanti e favori: le tangenti erano, all'occorrenza, buoni carburante, cene, addirittura un prosciutto e «pensierini» di Natale. Per il gip, che ha disposto 3 arresti e 4 sospensioni dal servizio a carico di agenti della Polizia locale del gruppo Tuscolano e di un funzionario del VII Municipio, si trattava di «una sistematica attività di corruzione».

 

Dalle indagini della Finanza e del pm Carlo Villani, infatti, è emerso che favori e bustarelle servivano per oliare le pratiche dei clienti dello Studio tecnico Mari: i pubblici ufficiali, per somme dai 200 ai 1.000 euro, avrebbero rivelato in anticipo le ispezioni programmate in locali e ristoranti e, in occasione dei controlli, avrebbero chiuso un occhio su irregolarità palesi, come arredi non a norma, tavolini selvaggi e insegne abusive. Tra i clienti aiutati, due componenti della famiglia Casamonica, l'Hotel Palacavicchi, ma anche un fruttivendolo, un B&B e un carrozziere.

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LE ACCUSE Ai domiciliari ci sono Bruno e Cinzia Mari, fratello e sorella, geometri e titolari dello studio. Stessa misura anche a carico del vigile Ciro Della Porta. Nei confronti di altri due caschi bianchi, Simonetta Pompei e Claudio Fleres, e del funzionario dell'Ufficio edilizio del VII municipio, Roberto Mancinelli, il gip ha disposto la sospensione dall'esercizio per 3 mesi.

 

Per i fratelli Mari - e anche per il padre Domenico e il cugino Ferruccio - l'accusa è associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Mentre per gli altri indagati - 12 in tutto dei quali 5 vigili - le accuse vanno dal falso alla corruzione, fino all'accesso abusivo al sistema informatico. Il gip Corrado Cappiello scrive nell'ordinanza che si tratta di «un vero e proprio sodalizio criminale».

 

Il procedimento nasce dal fallimento di due società del Gruppo Cavicchi e agli atti ci sono intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche video di telecamere installate all'interno degli uffici che immortalano la consegna del denaro. Le conversazioni captate dai finanzieri del Nucleo Pef sono eloquenti: «Sono venuti i vigili in ufficio vengono a pijà i soldi», dice uno degli indagati. E ancora: «Ho incassato 100 euro, ne ho spesi 2mila».

 

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In un'altra conversazione uno dei tecnici afferma: «I vigili li abbiamo tappati». E quando chiede la parcella al cliente specifica: «Sarebbero mille euro in più e ci stanno i soldi che ho dato al vigile». Le mazzette venivano usate per arrotondare lo stipendio e per togliersi qualche sfizio, come dice la Pompei, che racconta di avere utilizzato i 100 euro intascati in uno dei controlli pilotati per fare shopping.

 

Il 19 giugno 2020, la donna, parlando con Della Porta, dice: «Me so spesa subito i 100 euro un reggiseno e due mutande da costume: 70 euro. Poi me serviva un paio de scarpe nere e c'erano pure gli sconti quindi un paio de scarpe e una ciabattina ho pagato 47 euro ci ho rimesso 17 euro, vabbè, magari tutti i mesi!».

 

Due vigili sarebbero andati a prendere le mazzette con l'auto di servizio. Da qui la contestazione di peculato. Avrebbero raggiunto il Palacavicchi e, come regalo di Natale, avrebbero ricevuto da un collaboratore di Giancarlo Cavicchi dei buoni carburante. Era il 20 dicembre 2019. A regalare un intero prosciutto, invece, sarebbe stato il titolare di un ristorante cinese.

 

2 - AIUTI ANCHE AI CASAMONICA PER CONDONARE LE LORO VILLE

Michela Allegri Camilla Mozzetti per “il Messaggero”

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«Loro c'hanno paura della demolizione, io j' ho detto mercoledì a Laura... io vengo, me dai mille cash, che dobbiamo da na parte eee, poi famo metà per uno io e Simone, dopo di questo loro vogliono chiudere i condoni». La donna che viene nominata - Laura - è la sorella di Angelo Casamonica mentre quella che parla è Cinzia Mari intercettata il 13 giugno 2020 mentre riferisce al fratello Bruno degli accordi presi con un esponente del clan per chiudere una serie di istanze di condono per degli immobili della famiglia sinti.

 

Nell'ordinanza di misura cautelare firmata dal gip Corrado Cappiello - che ha portato la Mari, il fratello e un vigile urbano, Ciro Della Porta, ai domiciliari e disposto la sospensione dal servizio per altri due caschi bianchi e per il funzionario dell'Ufficio edilizio Roberto Mancinelli - si evince l'esistenza di «un vero e proprio sodalizio criminale di stampo familiare dedito alla commissione di una pluralità di reati di falso e corruzione, composto dai soci e dagli amministratori dello studio Tecnico Mari srl» anche a favore di numerosi esponenti del clan Casamonica.

VIGILI URBANI VIGILI URBANI

 

I quali per il tramite dei due fratelli Mari, geometri, avrebbero ottenuto favori al fine di sanare posizioni compromesse o tali da poter poi rischiare di essere abbattute. Un'operazione non facile perché l'ufficio condono, all'epoca dei fatti, era chiuso e dunque per recuperare le pratiche serviva un impegno che doveva essere onorato. Nello specifico, Cinzia Mari l'8 giugno di due anni fa viene contattata da Laura Casamonica e alla donna spiega che dovrà predisporre una relazione sulle problematiche che gravano sugli immobili riconducibili alla famiglia.

 

«NUN TE FREGO I SOLDI» «Io prendo i condoni che stanno là, vedo quelli che si possono chiudere... - spiega la Mari alla Casamonica - la relazione tecnica sulla fattibilità oggi dei condoni tuoi di casa di via Tuscolana e de tu fratello e de tutti». La donna replica e chiede: «Solo per prenderli costano mille euro?». E la geometra risponde: «Laura non stamo a giocà... non è per prenderli perché non li posso prende perché l'ufficio condono è chiuso... se mi dici ok io... perché non sono tutti miei ovviamente eh... capisci a me eh?... hai capito? Nun te rubo i soldi nun te preoccupà».

 

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In un altro episodio accertato e narrato nell'ordinanza, a ricevere favori dai fratelli Mari fu Angelo Casamonica. Anche in questo caso la Mari si occupò secondo gli inquirenti di risolvere presso gli uffici comunali «alcune problematiche legate agli immobili della famiglia Casamonica - si legge nelle carte - interfacciandosi con Roberto Mancinelli, nonché, tramite un suo collaboratore, con un non meglio identificato pubblico dipendente dell'ufficio condoni, dietro corresponsione di un importo di denaro».

 

A maggio del 2020 la Mari incontra Angelo Casamonica in via Francesco di Benedetto perché quest' ultimo aveva necessità di effettuare alcuni lavori edili. Un mese più tardi quando la donna è in studio con il cugino squilla il telefono: «Oddio Angelo Casamonica... c'ho l'incubo aho...». L'uomo chiama perché sa di poter essere aiutato.

 

Sempre al cugino: «Vedi Mancinelli me chiama a me, a task force... perché sanno che... perché Mancinelli l'altra volta, Casamonica, gli ho dato duecento euro e lui m' ha fatto Ci non è che ogni volta me devi... Fà così! Capito? Perché dopo, quando è, te chiama». La Mari chiama Mancinelli per andarci a parlare proprio della pratica di Angelo Casamonica. A seguito dell'incontro la donna richiama il membro della famiglia sinti: «Senti eh? Allora se fai come t' ho detto io.. se fai la ringhiera come quella dall'altra parte c'hai un ferro, vai in edilizia libera... se fai il muretto bisogna fare una pratica edilizia».

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