CHI NON È CONTAGIATO SI RIVEDE – XI JINPING È ANDATO A WUHAN PER ANNUNCIARE CHE LA BATTAGLIA È QUASI VINTA: NONOSTANTE CIÒ SI È TENUTO A DEBITA DISTANZA DAGLI INTERLOCUTORI E NON HA MAI TOLTO LA MASCHERINA – È LA SUA SECONDA APPARIZIONE  DA QUANDO È ESPLOSA L’EMERGENZA: HA PREFERITO ESSERE INVISIBILE IN PARTE PER EVITARE IL CONTAGIO, MA SOPRATTUTTO PER DISTANZIARSI DA OGNI RESPONSABILITÀ SANITARIA, MOLLANDO LA PATATA BOLLENTE A… VIDEO

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Guido Santevecchi per "www.corriere.it"

 

xi jinping a wuhan 4 xi jinping a wuhan 4

Alla fine il comandante supremo della guerra cinese contro il coronavirus è andato in prima linea. Xi Jinping ha visitato Wuhan questa mattina, per segnalare ai cinesi e alla gente della città costretta da 50 giorni al sacrificio della quarantena che la battaglia è quasi vinta. Il leader cinese è arrivato a Wuhan, nel ground zero del coronavirus, mentre le autorità sanitarie annunciavano che oggi in Cina è stato registrato il numero più basso di nuovi casi da quando è cominciata la comunicazione dei dati, il 21 gennaio: sono solo 19.

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Xi Jinping è arrivato dal suo quartier generale impenetrabile di Zhongnanhai a Pechino. A Wuhan è andato direttamente a Huoshenshan, l’ospedale con 1.000 posti letto costruito in 10 giorni per ricoverare i pazienti di Covid-19. L’agenzia Xinhua ha dato un resoconto sobrio della «ispezione compiuta dal segretario generale al centro del lavoro di prevenzione e controllo dell’epidemia».

 

Nelle primissime immagini diffuse dal Quotidiano del Popolo, Xi a Wuhan indossa una mascherina verde e parla a medici civili e militari mantenendo una distanza di sicurezza di diversi metri. E per rivolgere il suo incoraggiamento ai pazienti e al personale che li cura in corsia nell’ospedale Huoshenshan, Xi si collega in videoconferenza da una sala distante.

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La battaglia non è ancora finita. Le precauzioni anticontagio restano alte. All’inizio della quarantena era stato inviato a Wuhan il primo ministro Li Keqiang, al quale il Politburo del Partito-Stato aveva dato la guida delle operazioni sul campo. Xi Xinping si è mantenuto a lungo non solo nelle retrovie, ma invisibile. Secondo i politologi il leader supremo, quando i dati dei contagi e dei morti erano terribili, quando la guerra al coronavirus in Cina andava male, ha evitato di mostrarsi in pubblico per distanziarsi da ogni responsabilità sanitaria.

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E poi naturalmente c’era da evitare il rischio che il segretario generale, nonché capo di Stato e presidente della commissione centrale militare potesse subire il contagio. Una superpotenza non può mettere in pericolo il proprio leader.

 

Ora, la visita di Xi Jinping a Wuhan segnala che la situazione sanitaria è cambiata in meglio. Scrive la stampa di Pechino questa mattina: «La presenza di Xi a Wuhan dimostra che c’è stata una svolta nella battaglia della Cina contro l’epidemia e che ormai bisogna soprattutto prevenire che il contagio venga importato da viaggiatori in arrivo dall’estero.

 

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E bisogna gradualmente riprendere le attività economiche e la produzione». Secondo i dati ufficiali, il 42% delle zone residenziali del capoluogo dell’Hubei è stato dichiarato «libero dal Covid-19». In una grande città con 11 milioni di abitanti questa «pulizia epidemiologica» è confortante.

 

Tanto da consentire a Xi di avventurarsi in prima linea a «portare il suo saluto e le congratulazioni ai lavoratori medici di prima linea, agli ufficiali dell’Esercito, agli operatori delle comunità residenziali, agli agenti di polizia, ai funzionari locali e agli abitanti che hanno combattuto il Covid-19 nei mesi scorsi», scrive il “Quotidiano del Popolo”.

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Ancora il 23 gennaio, quando a Wuhan c’erano migliaia di casi di polmonite virale, Xi si limitava a formulare ai cinesi gli auguri di buon Capodanno lunare. Mentre poi dalla mezzanotte di quel 23 Wuhan veniva isolata dalla Cina, chiusa nella quarantena.

 

Solo il 28 gennaio Xi comparve per la prima volta in un evento legato all’epidemia, quando ricevette a Pechino il capo dell’Organizzazione mondiale per la sanità e proclamò: «Il coronavirus è un demone, noi non permetteremo a un demone di restare nascosto... fin dall’inizio il governo cinese ha dato prova di apertura e trasparenza per diffondere nel tempo più breve le informazioni sul virus».

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Ci sono molti dubbi sulla trasparenza iniziale, sui ritardi nella comprensione del pericolo, sulle reticenze, la censura. E anche sui social network cinesi si sono diffuse critiche al sistema. Anche per evitare ogni rischio di contestazione politica Xi Jinping si è mosso con estrema cautela. C’è un modo di dire millenario in Cina: «La montagna è alta e l’imperatore è lontano».

 

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er settimane Xi è rimasto sulla sua “montagna”, al vertice di una piramide di potere assoluto, distante. Ci si chiedeva perché non comparisse in pubblico, perché non fosse accorso a Wuhan, perché non avesse lanciato un appello alla popolazione in un discorso tv. Ma queste sarebbero state reazioni da leader comune, occidentale.

 

xi jinping con la mascherina 5 xi jinping con la mascherina 5

Solo il 10 febbraio il segretario generale del Partito-Stato ha deciso, con i suoi tempi imperiali, di concedere la sua immagine mentre ispezionava un quartiere di Pechino. Xi quel giorno indossò la maschera chirurgica, come è stato ordinato di fare a tutti i cittadini e funzionari in pubblico. E si fece prendere la temperatura da una inserviente munita del termometro a pistola diventato una delle icone di questa crisi globale.

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