cosimo ferri

COSIMO FERRI, PER TUTTI “IL GECO” - COSI’ ERA STATO RIBATTEZZATO IL DEPUTATO RENZIANO PRESENTE ALL'INCONTRO TRA BERLUSCONI E IL GIUDICE AMEDEO FRANCO - L'EX SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA DEL GOVERNO LETTA SI PRESENTAVA A PALAZZO GRAZIOLI SEMPRE A MEZZANOTTE E ASPETTAVA NASCOSTO DIETRO LE PIANTE, COME UN GECO, CHE GLI OSPITI DEL CAV ANDASSERO VIA, PRIMA DI SALIRE A PARLARE CON LUI - IL 21 DOVRÀ PRESENTARSI AL CSM PER RISPONDERE, INSIEME A PALAMARA, DI INTERFERENZE NELLE DECISIONI DEL CSM IN MATERIA DI NOMINE…

Tommaso Labate per “il Corriere della Sera”

 

cosimo ferri 2

«Presidente, il geco è in arrivo». Tra le mura semideserte di Palazzo Grazioli, dove il circo di Forza Italia è in via di smobilitazione causa trasloco imminente di Silvio Berlusconi, qualcuno ricorda i tempi del piccolo rettile notturno «geco», che era il nome in codice con cui - tra l'ironico e il misterioso - gli azzurri della cerchia ristretta del Capo avevano ribattezzato Cosimo Maria Ferri. E oggi è venuto fuori che proprio il deputato di Italia viva era il terzo uomo degli incontri tra l'ex presidente del Consiglio e il giudice di Cassazione Amedeo Franco - e il diretto interessato ha avuto il modo di confermare direttamente nel corso di un colloquio con La Verità - riemerge dalla naftalina quella rete di rapporti che l'ex consigliere del Csm, poi sottosegretario alla Giustizia in ben tre governi, incanalava nel rapporto diretto con il vertice indiscusso di Forza Italia.

 

cosimo ferri 3

Lo schema, che ai piani alti del partito azzurro ancora ricordano bene, risale proprio all'anno in cui la sentenza di condanna definitiva nei confronti di Berlusconi venne seguita proprio dagli ormai celebri faccia a faccia tra l'ex premier e il giudice Franco, poi impressi su nastro a insaputa sia di Franco sia, giura il diretto interessato, di Ferri stesso. Nel racconto che ne fanno diversi testimoni oculari berlusconiani, l'allora sottosegretario alla Giustizia del governo guidato da Enrico Letta si presentava a Palazzo Grazioli sempre a mezzanotte.

 

cosimo ferri 1

«O comunque dopo mezzanotte», raccontano. Il soprannome di «geco» se l'era guadagnato non tanto per la sua straordinaria attitudine alla riservatezza, soprattutto nei rapporti con Berlusconi; quanto perché l'attitudine medesima trovava sfogo nella sua scelta di aspettare nascosto dietro le piante alte dell'ingresso posteriore di Palazzo Grazioli che gli ospiti serali del Cavaliere se ne fossero andati. Poi, dopo aver incassato il «via libera» dalla segreteria, saliva in casa per conferire col numero uno di Forza Italia. Anticipato sempre dalla medesima frase: «Presidente, il geco è in arrivo».

 

È in quel periodo che Ferri - già giovanissimo consigliere del Csm, che ha pure messo in palmares l'essere stato il recordman assoluto e mai battuto di preferenze alle elezioni dell'Anm - diventa una delle pedine della controstoria berlusconiana sulla giustizia, che in questi giorni sta scrivendo nuovi capitoli dopo l'uscita dell'audio del giudice Franco. Il «terzo uomo», come nel titolo del celeberrimo romanzo di Graham Greene, sembra effettivamente dotato dell'ubiquità politica.

 

luca palamara

È stato spedito all'opposizione dell'Anm ma mantiene contatti costanti con Luca Palamara, è di nomina berlusconiana ma rimane nei governi del Pd anche quando Berlusconi richiama tutti indietro, coltiva la vicinanza a Matteo Renzi anche dopo la rottura del Patto del Nazareno e infatti alle elezioni del 2018 trova spazio nelle liste del centrosinistra e segue l'ex sindaco di Firenze dentro Italia viva. L'abilità del «geco» trasforma Cosimo Maria Ferri in una specie di inafferrabile uomo ovunque. La sua prudenza, forse, è quella che lo porta a mordersi la lingua quando serve. Il Trojan dei magistrati che indagano s' è già impossessato dell'accesso al telefonino di Luca Palamara quando, proprio in una conversazione con Ferri, l'ex presidente dell'Anm bollerà come «da evitare assolutamente» la nomina di Raffaele Cantone alla procura di Perugia.

 

teresa bellanova raffaele cantone foto di bacco (1)

«Eh sì, però guardate bene le intercettazioni», sorride il parlamentare di Italia Viva tutte le volte che gli ricordano di quella chattata. «Se ci fate caso, la frase "da evitare assolutamente" riferita a Cantone la scrive Luca. Io non gli avevo risposto nulla».

 

Chissà se questa serie di caratteristiche - nascondersi, mimetizzarsi, frenare - gli daranno una mano quando il 21 dovrà presentarsi davanti alla sezione disciplinare del Csm per rispondere, insieme a Palamara, di interferenze nelle decisioni del Csm in materia di nomine. Di jolly nel taschino dicono ne abbia parecchi. Non a caso, come ha detto qualche settimana fa al Corriere , coltiva moltissime certezze. Prima tra tutte che «Palamara sa molte più cose di quelle che ha iniziato a dire ».

 

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO