roger abravanel mancini

I FATTI MANIPOLATI DALLE OPINIONI - PER RIFILARE IL SOLITO PIPPARDONE SULLA "MERITOCRAZIA" E MENARE SUL SISTEMA ITALIA, ROGER ABRAVANEL S'INVENTA UNA TEORIA TUTTA SUA SULLA NAZIONALE DI MANCINI: "IL PROGETTO AMBIZIOSO DEL CT SI È TRADOTTO IN UNA DIMENSIONE CARENTE NELLE NOSTRE IMPRESE FAMIGLIARI E NELLE UNIVERSITÀ, LA MERITOCRAZIA. SELEZIONARE TALENTI E METTERLI AL POSTO GIUSTO". FALSO: MANCINI HA TENUTO FUORI CHI MERITAVA LA CONVOCAZIONE (POLITANO, KEAN) PREFERENDO CHI ERA GIA' INSERITO NEL GRUPPO. ANZI NELLA "FAMIGLIA"

ROGER ABRAVANEL

Roger Abravanel per il "Corriere della Sera"

 

Molti osservatori vedono nella vittoria di Wembley un possibile segnale per la ripresa del Paese. Il New York Times applaude alla rinnovata credibilità internazionale del paese di Mancini e Mario Draghi mentre ogni giorno fioriscono dalle nostre parti interpretazioni più o meno creative sulla riscossa del Paese grazie alla vittoria degli azzurri.

oriali mancini

 

Un sottosegretario ha dichiarato che la vittoria porterà il 7% di PIL in più mentre un quotidiano nazionale è uscito con un pezzo «Tra scherma e industrie hi-tech, la Jesi del Mancio ostinata e di successo» nel quale inneggia alle solite «Multinazionali tascabili» come piattaforma del rilancio economico in parallelo al successo globale dei suoi talenti sportivi come Mancini e Valentina Vezzali. La vittoria agli europei è stata sicuramente un piccolo miracolo se teniamo conto che in tre anni Mancini ha costruito una squadra vincente sulle macerie della eliminazione agli ultimi mondiali.

 

MANCINI AZZURRI AL QUIRINALE

Lo ha fatto senza possedere grandi talenti e contro squadre molto più favorite. Più che attendere magici impulsi alla crescita delle nostre imprese dalla vittoria di Wembley solo grazie alla riscossa degli italiani galvanizzati dall'essere diventati i primi d'Europa nello sport più popolare, vale la pena di soffermarsi su ciò che potrebbe imparare dal successo degli azzurri il nostro ecosistema di imprese, università e istituzioni pubbliche responsabili di un rilancio della nostra economia post-covid, reso più difficile da una accelerazione della economia della conoscenza e del talento sulla quale siamo già in grave ritardo. Innanzitutto l'ambizione dichiarata da Mancini di volere costruire un progetto vincente agli europei.

 

roberto mancini

Ambizione che troppo spesso manca al nostro capitalismo famigliare che si rifugia nelle «nicchie» e nelle «multinazionali tascabili» e fa sì che oggi siamo il fanalino di coda nelle Fortune 500 , le più grandi aziende del mondo , appunto quelle che vincono nella economia della conoscenza e creano i posti di lavoro ben retribuiti per i laureati che da noi oggi mancano.

 

L'ambizione di Mancini &Co si è poi tradotta in un atteggiamento nei confronti del rischio e della innovazione (attaccare e non difendere, giocare senza centravanti ecc.) che manca totalmente a molte delle nostre imprese che rigettano nuove (e quindi rischiose) forme di crescita e competitività globale come le acquisizioni, l'e-commerce, il marketing ecc.

 

immobile mancini 16

L'ambizione e la ricerca della eccellenza latitano anche nell'altro protagonista della crescita nella economia della conoscenza, i nostri atenei. Mentre la classifica Qs metteva al 149mo posto la migliore università italiana, il Politecnico di Milano, da noi si celebrava una ricerca di Italia-decide, Intesa e Luiss che dimostrava che il 40 percento delle università italiane rientra tra le prime 1.000 del mondo.

 

vialli mancini

Il progetto ambizioso di Mancini si è tradotto infine in un'altra dimensione particolarmente carente nelle nostre imprese famigliari e nelle università, la meritocrazia. Selezionare talenti e metterli al posto giusto , puntando su «anziani sicuri» (Bonucci e Chiellini), scoprendo giovani poco noti (Pessina e Locatelli) e facendo rifiorire altri un po' spenti nel campionato (Bernardeschi). Lo stesso Mancini è il risultato di una selezione e non è lì perché suo padre guidava la nazionale.

 

mancini vacanze in italia spot ministero del turismo

Meritocrazia sconosciuta nel capitalismo familista italiano che durante le settimane di euro 2020 ci sottoponeva all'antico e deprimente rito dei politici che portavano i loro omaggi al convegno di Confindustria «giovani imprenditori» che in gran parte sono figli di imprenditori (sempre meno giovani). Per non parlare del rifiuto cronico da parte dei nostri atenei della meritocrazia e della competizione che portano da sempre a scandali sulle carriere dei docenti e alla fuga dei «cervelli» che ormai non scandalizzano più nessuno.

 

IL COLPO DI TACCO DI ROBERTO MANCINI DURANTE ITALIA GALLES

Infine la forza della idea di «squadra» azzurra che manca totalmente a un ecosistema economico in cui le regioni competono tra loro per promuovere a Shanghai il Bel Paese e il potere giuridico blocca la crescita delle imprese paralizzando il potere decisionale della PA e la giustizia civile.

 

Le lezioni dalla vittoria di Wembley per l'ecosistema economico italiano sono interessanti anche se il rilancio del Paese è sfida ben più complessa della vittoria a euro 2020. Il paragone calcio-economia è un po' stiracchiato perché, se l'ultimo «miracolo economico» e di 50 anni fa, di «miracoli calcistici» ce ne sono stati diversi prima di quello di Wembley. Un secondo posto nel '70 dopo la mancata partecipazione del '66, quarto e primo posto nel '78 e '82 dopo l'eliminazione al primo turno del '74, vittoria ai mondiali del 2006 dopo l'eliminazione al primo turno del 2002.

matteo pessina esulta davanti a roberto mancini

 

Alla fine, ogni 10-15 anni un miracoletto l'Italia del calcio lo ha sempre piazzato. Perciò, anche se c'è molto da imparare dal successo di Wembley, la sfida e le ricette per riscattare un ciclo negativo calcistico non sono le stesse di quelle per invertire un declino quasi secolare. Soprattutto viene da chiedersi perché il mondo dell'economia e delle istituzioni italiane non riesce da cinquant' anni a darsi una iniezione di ambizione, innovazione, meritocrazia e spirito di squadra come invece fa, periodicamente, la nostra nazionale.

roberto mancini e il suo team

 

Qui, forse, una differenza chiave la facciamo noi italiani: tifosi esigenti nel chiedere un cambiamento dopo le sconfitte ma cittadini e operatori economici sonnacchiosi che tollerano un declino che va avanti da cinquanta anni illudendosi che vada tutto bene, senza provare davvero a capire cosa non va e accettando senza critiche le numerose sbagliate diagnosi e ricette proposte delle élite imperanti della politica e della economia e in più diffuse da media di bassa qualità.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…