cani guerra

LA GUERRA DI FIDO - OLTRE AI CIVILI, ANCHE MOLTI CANI SONO STATI UCCISI DALLE TRUPPE RUSSE: ALCUNI VENGONO AMMAZZATI "PER GIOCO", ALTRI VENGONO MANGIATI DAI SOLDATI ORMAI PRIVI DI RAZIONI MILITARI CON CUI SFAMARSI, OPPURE FINISCONO VITTIME DEI BOMBARDAMENTI - L'UCCISIONE DEI CANI DA PARTE DEI RUSSI RAPPRESENTA UN MODO PER DISTRUGGERE UN SIMBOLO DI UNA QUOTIDIANITÀ FELICE...

  Fulvio Cerutti e Chiara Grasso per “La Stampa”

 

il cane reeny aspetta i padroni davanti casa

Reeny è rimasta sulla porta di casa sua. Accucciata in attesa che la sua famiglia torni. Un po' dorme, ma poi si rialza e scruta l'orizzonte. Questo cane, una femmina di Akita Inu, come l'Hachiko della celebre storia giapponese, non sa ancora di essere rimasta "orfana". La sua proprietaria, Tetyana Zadorozhnyak, è stata vittima delle violenze dell'esercito ceceno al soldo di Putin: la donna, rimasta vedova del marito morto per Covid, è stata violentata e poi uccisa a Makariv, un piccolo villaggio in Ucraina.

cani in guerra 1

 

Reeny è scappata, ma poi è tornata sulla porta di casa sua. Qualcuno ha tentato di portarla via, ma lei ha avuto delle crisi epilettiche tanto era lo stress per non voler essere allontanata da quel luogo chiamato "famiglia". Ora sono stati trovati i parenti di Tetyana che presto se ne prenderanno cura. Lei è scampata alla violenza dei militari, ma non è stato così per tanti altri: in strada non sono stati trovati solo i cadaveri dei civili inermi, ma anche molti cani uccisi dalle truppe russe.

 

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Spesso vittime di violenze che diventano quasi un "gioco", una forma di intrattenimento per giovani soldati che vedono in loro delle vittime ideali: i cani non solo non sono consapevoli di trovarsi di fronte ai loro carnefici, ma, come i civili, sono totalmente indifesi. E così i cani, come gli animali da fattoria o degli zoo, sono stati uccisi dai bombardamenti, dalle granate o dai colpi dei fucili.

 

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E poi ancora altro orrore che si diffonde sui social: alcuni giorni fa Anton Geraschenko, consigliere del ministero dell'Interno di Kiev, ha diffuso le agghiaccianti immagini provenienti dalla zona di Vorzel: su una scala improvvisata con delle assi di legno c'erano le zampe inchiodate di un cane. Accanto una borsa con i resti dell'animale: mangiato, dicono le fonti locali, dai soldati russi ormai privi di razioni militari con cui sfamarsi. Non un episodio isolato: in alcune intercettazioni audio si sente un soldato russo che racconta a un incredulo interlocutore, forse un parente, di essersi nutrito mangiando un cane.

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L'uccisione dei cani da parte dei russi rappresenta un attacco al Paese perché, come per i monumenti storici e i beni culturali, sono qualcosa di prezioso per l'identità valoriale delle persone che lo abitano: uccidere quell'animale, che non rappresenta una reale minaccia, diventa un modo per distruggere un simbolo di una quotidianità felice.

 

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Quella quotidianità che migliaia di profughi, in fuga dalla guerra, hanno voluto portare al sicuro con loro. E così le immagini dell'esodo degli ucraini con i cani al guinzaglio, con i gatti nei trasportini, hanno fatto il giro del mondo: persone che hanno preferito non abbandonarli rinunciando ad altri beni materiali che sarebbero stati utili, ma meno importanti di quegli animali domestici che sono parte importante della loro famiglia: da un lato la paura che l'animale possa non farcela da solo e l'ansia di non sapere che fine farà, dall'altro il bisogno affettivo di averlo al proprio fianco per la necessità emotiva di condividere la vita con loro.

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Queste tragedie umanitarie ci permettono di comprendere l'importanza degli animali domestici per le nostre vite: sono circa 20 mila anni che il cane cammina al nostro fianco. Le nostre storie evolutive si sono incrociate e da quel momento mai più divise. Questo è quello che in scienza si chiama co-evoluzione: in poche parole l'uomo non sarebbe quel che è senza il cane ed il cane non sarebbe quel che è senza l'uomo.

 

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E dall'animale l'uomo può imparare molto, come dalle immagini che in queste ultime ore sono arrivate da Bucha, città tristemente nota per il massacro di civili in strada da parte delle truppe russe in ritirata. Lì, in un cortile di una casa, tre residenti e un cane sono stati uccisi, mentre un altro quattrozampe è riuscito a fuggire. E proprio quel cane, qualche giorno dopo, è tornato in quel cortile e non ha voluto abbandonare il corpo senza vita dal suo amico animale deposto in una carriola. Lealtà, fedeltà e amicizia come valori simbolo che si contrappongono alla distruzione dell'uomo.

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