matrimonio coronavirus

IMPEPATA DI NOZZE (CON IL COVID MANAGER) – IL SETTORE DEI MATRIMONI HA UNA DATA PER LA RIPARTENZA: DAL 15 GIUGNO SI POTRÀ TORNARE A FESTEGGIARE, MA CON RIGIDE LIMITAZIONI CHE POTREBBERO INDURRE GLI SPOSINI A LASCIAR PERDERE – SI PENSA AL MODELLO INGLESE: LIMITE DI 30 O MASSIMO 50 INVITATI, GREEN PASS OBBLIGATORIO PER TUTTI E UN COVID MANAGER CHE TENGA LA LISTA DEI PRESENTI (E NON SOLO) – ADDIO BUFFET IN PIEDI, OK ALLE MONOPORZIONI E…

Francesco Malfetano per "il Messaggero"

 

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Un tetto massimo agli invitati, un rigido protocollo da rispettare, il green pass obbligatorio per tutti e un ospite inatteso: il Covid manager. Anche il settore dei matrimoni, con banchetti e ricevimenti, è finalmente pronto a ripartire. Al momento però la sola certezza - in attesa che il Comitato tecnico scientifico (Cts) validi i protocolli elaborati dagli operatori e stabilisca soprattutto il numero di convitati - è la data da segnare in rosso sul calendario per gli sposini della Penisola: il 15 giugno. A fissarla è stato il governo nella Cabina di regia per le riaperture svolta lunedì. In quell' occasione però, a differenza di quanto fatto con il coprifuoco, l' esecutivo ha deciso di affidarsi alle valutazioni degli esperti per stabilire le modalità di questa ripartenza.

 

MATRIMONIO CORONAVIRUS 2

A prescindere da queste il punto fisso, già inserito nel decreto appena entrato in vigore, sarà l' obbligo per tutti i partecipanti al banchetto di esibire la certificazione verde. Ovvero di poter dimostrare uno dei tre requisiti alternativi necessari per ottenere il green pass: aver completato il ciclo vaccinale (ma è allo studio la possibilità di assegnare documento già dopo la prima dose), essere guariti dalla Covid 19 oppure essersi sottoposti, con esito negativo, ad un tampone molecolare o antigenico. Quello del wedding in pratica, sarà il primo settore che sperimenterà il pass, oggi utile solo per spostarsi tra regioni italiane di colore diverso.

 

MATRIMONIO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

IL MODELLO Sul numero massimo di partecipanti per gli eventi all' aperto e per quelli al chiuso non è stata invece presa alcuna decisione.

Ieri la faccenda è stata sottoposta al Cts che ora, nel giro di qualche giorno, elaborerà le sue proposte. Le ipotesi al vaglio, a quanto si apprende, sono almeno due. La prima è quella del modello inglese. Ovvero, come già accade al di là della Manica, si potrebbe limitare il numero di invitati fino ad un massimo di 30 (qualcuno degli esperti vorrebbe puntare ai 50), distribuiti in tavolate da non più di 4 persone, eccetto i conviventi.

 

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La seconda opzione invece è più articolata ma forse più rischiosa in termini di esposizione ai contagi. Un po' come accade per gli spettacoli, prevede di rispettare le soglie di riempimento dei locali e differenziare i parametri a seconda se il banchetto si tiene all' interno o all' esterno. Vale a dire sale piene fino al 25%, calcolando la capienza in base alle regole di distanziamento tra i tavoli, oppure dehors, giardini e spazi esterni pieni, magari fino al 50%. In altre parole, sicuramente ci saranno grosse limitazioni ma la partita è tutt' altro che chiusa.

 

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Proprio per questo è già partita la controffensiva degli operatori che hanno definito quella del governo «una scelta insensata e scellerata». Come ha commentato la presidente di Federmep Serena Ranieri infatti «Ripartire il 15 giugno con green pass e tetto al numero degli invitati si può tradurre con un invito agli sposi a rinviare per l' ennesima volta le nozze».

 

IL PROTOCOLLO Per quanto riguarda lo svolgimento del banchetto invece, allo studio ci sono le proposte avanzate proprio dagli operatori nei giorni scorsi e già validate dalla Conferenza delle Regioni.

 

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Tra le linee guida, oltre all' obbligo di mascherina ogni volta che si lascia il proprio posto, la misurazione della temperatura all' ingresso o l' areazione costante dei locali se al chiuso, figurano la riorganizzazione degli spazi per garantire un accesso ordinato alla sede dell' evento con percorsi separati per l' ingresso e l' uscita (in modo da evitare assembramenti) fino alla necessità di assicurare una distanza minima di almeno 1 metri tra gli ospiti, distanziandoli in modo che tra tutti i tavoli vi siano almeno 2 metri. Non solo. Il buffet non è vietato a patto che venga servito da personale incaricato.

 

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Gli ospiti quindi non potranno toccare il cibo a meno che la tavolata non sia allestita esclusivamente con prodotti confezionati in monodose. Attenzione anche ai guardaroba (con i soprabiti imbustati singolarmente) e ai gruppi musicali (almeno 3 metri di distanza dagli ospiti).

 

Infine, c' è anche un nuovo invitato: il covid manager (uno ogni 50 invitati è la proposta). Ovvero una figura che, per conto del gestore, si occupi di illustrare agli ospiti e agli sposi tutti i comportamenti corretti da tenere. E che soprattutto tenga un elenco di tutti i partecipanti all' evento e lo conservi per almeno 15 giorni.

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