cesa rosario

“NON CI SERVONO SOLDI MA UN PUNTO DI RIFERIMENTO...” – QUEL PRANZO ROMANO CHE INGUAIA CESA. COSI’ ANTONIO GALLO, IMPRENDITORE LEGATO ALLE COSCHE, INCONTRÒ A PRANZO IL SEGRETARIO CENTRISTA (INDAGATO) GRAZIE ALL’ASSESSORE AL BILANCIO DELLA REGIONE CALABRIA FRANCESCO TALARICO, ARRESTATO – NELLE INTERCETTAZIONI DELL’INCHIESTA SI FA RIFERIMENTO ANCHE ALLA FESTA DI COMPLEANNO DI BERLUSCONI E A UN APPUNTAMENTO CON LOTITO - IL LEADER DELL'UDC STRINGE IL ROSARIO: “PRONTO A DENUNCIARE CHI MI CALUNNIA. CREDO NELLA FEDE”. AMEN - VIDEO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/21/ndrangheta-cesa-udc-indagato-credo-in-cristo-e-tira-fuori-il-rosario-video/6074407/

 

 

 

Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”

 

cesa rosario

Nelle ultime settimane, nel pieno delle trattative per la sorte dell' esecutivo Conte 2, Lorenzo Cesa era ritornato centrale come non succedeva da anni agli eredi della diaspora democristiana. Corteggiato da destra e da sinistra, che gli hanno messo sul tavolo posti di governo e di sottogoverno, seggi elettorali. Il che dà la misura del peso che i suoi tre senatori potrebbero avere per le sorti della legislatura.

 

Eppure, la ritrovata centralità del segretario dell' Udc si è dovuta scontrare con un avviso di garanzia per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. È dunque indagato all' interno di un' indagine della Procura distrettuale di Catanzaro ribattezzata «Basso profilo», che ha portato all' arresto di 49 persone, 13 in carcere e 36 ai domiciliari. La sua abitazione dell' Eur, dove vive con la moglie, viene passata al setaccio.

Non solo. L' assessore regionale al Bilancio Franco Talarico, in quota Udc, finisce agli arresti domiciliari.

 

cesa

L' accusa rivolta a Cesa ruota tutta attorno a un pranzo romano, avvenuto nel luglio del 2017, nel corso del quale l' imprenditore Gallo avrebbe chiesto appoggi a Talarico per appalti e entrature a livello relazionale. E a quell' incontro ci sarebbe stato anche Cesa, il quale «non è stato intercettato perché all' epoca l' onorevole Cesa era parlamentare». La linea difensiva dell' eterno democristiano è concordata con l' avvocato Francesco Scacchi.

«Io mi ritengo totalmente estraneo e ho piena fiducia nella magistratura».

 

francesco talarico

Non vuole pensare che sia un' inchiesta ad orologeria per fermare il suo ritorno da protagonista e per sgombrare il campo da qualsiasi polemica, o forse per aiutare potenziali trattative, rassegna le dimissioni da segretario del partito. Cesa è frastornato, ma allo stesso tempo si dice «sereno» nelle continue telefonate con amici e dirigenti che lo hanno accompagnato nella sua carriera politica. «Certo che sono stato a pranzo con Talarico. Ora però farò tutte le verifiche necessarie. Se le persone parlano di incontri con me e io quel giorno non ero lì, ci vedremo in tribunale. Sia chiaro». Non a caso nella tarda mattina si rifugia nella sede del partito a via San Lorenzo in Lucina. Lì raccoglie tutte le carte, invita i collaboratori a ricostruire gli appuntamenti degli ultimi cinque anni.

 

«Sono molto amareggiato per la mia famiglia. Non se lo merita», dice. Forse paga, ammettono, «la eccessiva generosità che spesso si trasforma in superficialità. Perché Lorenzo incontra tutti, saluta tutti. Ma in assoluta buonafede». E a sera, quando esce dalla sede dell' Udc, confida: «Credo nella fede». E tira fuori la coroncina del rosario.

 

 

QUEL PRANZO ROMANO 

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

lorenzo cesa

«Partiamo da qui verso le 4, le 5». «Hai capito? Partiamo con la macchina e... verso le 10 potrei combinare l' appuntamento con quello, ci sbrighiamo poi con quella là, e poi a pranzo siamo con Cesa. Come la vedi?». I progetti del quarantenne imprenditore in odore di 'ndrangheta Antonio Gallo e del suo interlocutore Tommaso Brutto, all' epoca consigliere comunale di Catanzaro, si realizzano dieci giorni dopo questo dialogo intercettato il 26 giugno 2017.

 

silvio berlusconi

Il 7 luglio gli agenti della Direzione investigativa antimafia li vedono pranzare assieme all' ex onorevole Lorenzo Cesa, leader nazionale dell' Unione di centro, e Francesco Talarico, segretario dell' Udc in Calabria, futuro candidato alle elezioni politiche del 2018 (risulterà primo dei non eletti) e assessore al Bilancio nella sua regione fino all' arresto di ieri.

 

Si ritrovano al ristorante romano «da Tullio», frequentato da politici e vip. Per quel pranzo Cesa è indagato per associazione a delinquere con l' aggravante di aver agevolato la 'ndrangheta: secondo l' accusa della Procura di Catanzaro era il terminale politico più alto in grado nella rete di relazioni messa in piedi da Gallo.

 

lorenzo cesa giuseppe pecoraro (1)

Il riscontro starebbe in altre intercettazioni, dove Cesa non c' è, ma si parla di lui. Per esempio il 28 giugno 2017, quando Talarico dice che «lui (Cesa ndr ) gli fa conoscere pure ad uno che è inserito in tutti questi Enti...». E Brutto risponde: «Sì, sì, bravo... Una volta che noi gli facciamo il contatto, Antonio (Gallo, ndr ) sa come addentrarsi». Poco dopo Talarico spiega che «lui» (sempre Cesa, ndr ) presenterà a Gallo un amico consulente di vari enti Enac, Eni, Telecom, Anas e tutto «quel gruppo se lo segue». Ma Brutto non si ferma agli affari in Italia: «Dice che ha saputo che Lorenzo (sempre Cesa, ndr ) potrebbe avere contatti anche con politici in Albania dove è conosciuto», e Talarico conferma: «È sicuro, lui da parlamentare europeo può creare buoni contatti direttamente con parlamentari europei».

 

Brutto: «Questo è pure importante... Una cosa è che ti crea un contatto Cesa in Albania...

che là non è come qua, un ministro in Albania gli molli...».

Talarico: «Uuuuhhh... corruzione totale».

 

In un altro pranzo il 31 gennaio 2018, Gallo è con Talarico e Antonino Pirrello, altro imprenditore inquisito. «Sono stato vicino a Cesa... quindi...

giampiero massolo lorenzo cesa

sai...», dice Talarico. Poco dopo Gallo chiarisce la sua strategia: «Soldi non ce ne servono, che ne abbiamo... Grazie a Dio lavoriamo, stiamo bene...

Però ci serve un referente, se abbiamo bisogno di qualcosa... Non vogliamo imbrogli, sia chiaro... un punto di riferimento...».

 

Per questa ricerca di contatti Gallo, Talarico, Brutto e Pirrello sono indagati anche per voto di scambio politico mafioso: appoggio nella campagna elettorale in cambio di «entrature» nel mondo politico e delle imprese di Stato.

In un' altra riunione romana vicino al Pantheon, il 16 gennaio 2018, Gallo dice a Talarico: «Noi abbiamo bisogno di dare una mano a uno e poi di avere un riferimento...». Con loro c' è pure Natale Errigo, che i magistrati definiscono «imparentato» con la famiglia De Stefano, al vertice della 'ndrangheta reggina, nonché dipendente di Invitalia (ieri sospeso da funzioni e stipendio), il quale chiarisce: «È un do ut des».

 

Lorenzo Cesa

Subito dopo Gallo chiede a Talarico un contatto con Lazio Innova che, chiarisce Errigo, «è una società in house della Regione Lazio che gestisce i finanziamenti». Dopodiché il dipendente di Invitalia aggiunge: «Siamo completamente... Noi siamo il gruppo... diciamo, che seguiva Antonio (l' ex senatore di Forza Italia Antonio Caridi, arrestato nel 2016 per associazione mafiosa, scarcerato dalla Cassazione e ancora sotto processo, ndr ) dappertutto, andavamo... Cioè, per dirne una...andammo anche al compleanno di Berlusconi». Talarico commenta: «Una bella squadra...». E Pirrello chiosa: «Guarda Francesco... io non chiedo né posti di lavoro né niente, però un minimo di attenzione quando... Per essere ricevuto... Questo...».

 

claudio lotito foto mezzelani gmt025

Tutto chiaro. Compreso il fatto - secondo gli inquirenti - che gli interlocutori fossero a conoscenza che Gallo era un referente delle cosche del crotonese e avesse collegamenti pure con esponenti delle forze dell' ordine, come il maresciallo della Guardia di finanza (ora in pensione) Ercole d' Alessandro. Nelle perquisizioni gli hanno trovato migliaia di euro in contanti e orologi di lusso, ma la sua ossessione erano le relazioni e le «entrature». Al punto che un giorno Saverio Brutto, fratello di Tommaso, sbotta: «Dobbiamo vedere come cazzo possiamo fare che Cesa gli fa chiudere qualche cazzo di cosa... hai capito?... Pure che gli prende un appuntamento con Lotito (presumibilmente il presidente della Ss Lazio, ndr ), capito? Cioè, se hai un aggancio importante...».

raffaele fitto lorenzo cesaandrea ronchi paolo buzzetti giuseppe pecoraro giancarlo cremonesi giampiero massolo lorenzo cesafranco talaricoLorenzo Cesa lorenzo cesa

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...