daniele carlomosti narcos roma est

“QUELLI SO’ BRUTTI FORTE” – SGOMINATA LA BANDA DEI NARCOS DI ROMA EST TEMUTA ANCHE DA CARMINATI E DIABOLIK - SCOPERTA UNA CAMERA DI TORTURA COME NELLA SERIE TV "DEXTER" PER CHI NON PAGAVA I DEBITI DI DROGA – 14 ARRESTI, TRA CUI ARMANDO DE PROPRIS, COINVOLTO NEL PROCESSO PER L'OMICIDIO DI LUCA SACCHI - LE INTERCETTAZIONI CHOC: “TI TAGLIO A PEZZI E VADO A PRENDERE I SOLDI DELLA TUA FAMIGLIA, ORA TELEFONI A CASA E...”

Michela Allegri Alessia Marani per il Messaggero

 

DANIELE CARLOMOSTI

Crudeli, capaci di impugnare la pistola e sparare addirittura al fratello, prendendo la mira dal balcone di casa. Con il sangue freddo abbastanza per ricoprire una stanza di teli di plastica e trasformarla in una camera delle torture, dove seviziare per ore chi non pagava i debiti di droga. Non è la sceneggiatura della serie tv Dexter, ma succedeva nella Capitale, in un appartamento in zona Collatina.

 

«Quelli sò brutti forti compà», aveva sentenziato già nel 2013 il re del Mondo di Mezzo, Massimo Carminati, al suo braccio destro Riccardo Brugia, parlando del gruppo di Daniele Carlomosti, arrestato ieri insieme ad altre 13 persone dai carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci su richiesta della Dda di Roma. Per l'accusa, era il capo di un'organizzazione criminale di spessore, in grado di importare droga dal Marocco e che con i rivali aveva la fama di essere spietato.

 

CAMERA TORTURE DEXTER

LA BANDA Tra gli arrestati, anche Armando De Propris, imputato - poi assolto - nel processo per l'omicidio di Luca Sacchi: era accusato di essere il proprietario dell'arma utilizzata dal figlio Marcello e da altri due pusher per uccidere il personal trainer romano nel 2019. Secondo gli inquirenti, già 9 anni fa Carminati sosteneva fosse necessario trovare un'intesa per evitare problemi. E i carabinieri del Ros avevano annotato diversi incontri, quasi tutti nei bar trendy del quartiere Parioli.

 

Anche Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, uno dei narcos più potenti della Capitale, ucciso con un colpo di pistola al parco degli Acquedotti, portava rispetto. Aveva chiesto a Carlomosti l'autorizzazione per «terrorizzare» un debitore e aveva affari con la banda. A Roma, fino al 2019 i conti si regolavano ancora con le pallottole: nelle 359 pagine di ordinanza di custodia cautelare si susseguono gambizzazioni, tentati omicidi, minacce, revolver scaricati in direzione dei nemici.

 

DANIELE CARLOMOSTI 2

Ma il gip Tamara De Amicis sottolinea che anche i nuovi signori della malavita stavano attenti a non pestare i piedi a chi manteneva il potere dato dalla caratura criminale: Michele Senese, che pure dal carcere continuava a comandare. È ai suoi familiari che Fabio Pallagrosi, braccio destro di Carlomosti, si rivolge per avere l'autorizzazione a togliere di mezzo Maurizio Cannone, colpevole di non avere onorato un debito da 64mila euro e un tempo molto legato alla famiglia del boss.

 

Il 7 dicembre 2018, in segno di «rispetto tributato a Michele Senese» - annota il gip - va a casa del padre e della moglie a porre la questione per conto di Carlomosti. Il giudice annota che Pallagrosi non ottiene solo il via libera, ma anche un consiglio: fare fuori Cannone utilizzando uno «stiletto, arma convenzionalmente utilizzata per uccidere i rivali». È Pallagrosi a riportare la conversazione: «Questo te lo devi fare di stiletto... perché sennò non lo paghi intero».

carminati

 

LE SEVIZIE Il passo successivo è il sequestro di Cannone: viene rinchiuso nella stanza delle torture, destinata a chi non onorava i debiti. Nell'appartamento degli orrori una camera era stata rivestita con teli in plastica, per non lasciare tracce di sangue. Le sevizie erano state ascoltate dagli investigatori grazie a un trojan piazzato nel cellulare di uno degli indagati. Era l'11 dicembre 2018.

 

La vittima era stata legata, spogliata, costretta per ore a subire minacce e violenze. «Basta Daniè... Mi gira la testa - implorava Cannone - mi stai ammazzando». I carcerieri, intanto, lo minacciavano e dicevano di avere a disposizione ogni tipo di arma: pistole, kalashnikov, ma anche forbici, un trapano, delle tronchesi. Cannone era stato fotografato e filmato, e gli scatti erano stati inviati ai suoi familiari e ai suoi amici, chiedendo - e ottenendo - un riscatto. Le intercettazioni sono agghiaccianti: «Ti taglio prima a pezzi e poi mi vado a prendere i soldi dalla famiglia tua... ti sto ammazzando, stai per morire, ora telefoni a casa e dici di farmi entrare», dice Carlomosti.

diabolik

 

Gli episodi di violenza sono tantissimi, come un recupero crediti per droga in cui la vittima, un ultrà della Roma, viene obbligata a consegnare due orologi di lusso e un'auto. Addirittura, Carlomosti progetta di uccidere il fratello Simone - pure lui indagato - e cerca di sparagli prendendo la mira dal balcone di casa, mentre l'altro è affacciato alla finestra.

 

Ed è proprio dallo scontro tra i fratelli per la conquista della piazza di spaccio a La Rustica che è scaturita una vera e propria guerra tra bande tra il 2017 e il 2019: auto bruciate, scontri a fuoco, gambizzazioni, minacce e vendette. Un sodale di Carlomosti, addirittura, propone di ingaggiare un killer proveniente dalla Calabria, che avrebbe portato a termine il lavoro per soli 500 euro. Le accuse contestate vanno dall'associazione dedita al narcotraffico all'estorsione, dal tentato omicidio alla detenzione illegale di armi. Il tutto, per la Procura, sarebbe aggravato dall'utilizzo del metodo mafioso. Circostanza che, però, non è stata riconosciuta dal gip.

marcello de propris

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)