“RIMANIAMO A OLTRANZA, FINCHÉ LA POLIZIA NON CI CACCIA. USCIREMO DA QUI SOLO SE CI TIRERANNO FUORI CON LA FORZA” – BARILLARI, CUNIAL E QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA NO PASS. IL CONSIGLIERE REGIONALE E LA DEPUTATA, ENTRAMBI ESPULSI DAL M5S, HANNO OCCUPATO L’UFFICIO DI LUI ALLA REGIONE LAZIO – BARILLARI, FACCE RIDE: “QUELLO CHE STIAMO FACENDO ASSOMIGLIA A 'V PER VENDETTA'. E CON I VIVERI? CONFESSO CHE STAMATTINA AVEVO MESSO IN CONTO DI ANDARE AL BAR A PRENDERE UN PO’ DI ROBA IN PIÙ”

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Tommaso Labate per Il Corriere della Sera

 

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«Abbiamo ancora dei panini, qualche snack, dell’acqua, tutto quello che serve per sopravvivere qua dentro il più possibile. L’ho detto nei comunicati precedenti, mi raccomando lo scriva correttamente: usciremo da qui solo se ci tireranno fuori con la forza ma lo faremo senza opporre alcuna resistenza».

 

 

Mezzogiorno e cinquantatré minuti del 15 ottobre 2021, ieri, il primo giorno del green pass obbligatorio. Davide Barillari e Sara Cunial, consigliere regionale lui, deputata lei, entrambi espulsi dal M5S, hanno occupato l’ufficio di lui alla Regione Lazio. Che siano contrari ai vaccini lo dice la loro storia recente: lui era arrivato a paragonarli alla roulette russa filmandosi con una pistola puntata al braccio, lei si è esercitata a più riprese nell’atroce parallelo tra la vaccinazione anti-Covid e i campi di sterminio.

 

 

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L’intuizione è venuta a Barillari, e Cunial ha aderito con entusiasmo: nascondersi in ufficio giovedì notte, col green pass ancora non obbligatorio, e rimanere dentro dopo la mezzanotte, occupandolo, pur sprovvisti del certificato verde che serve per accedervi. A mezzanotte e un minuto hanno emesso il loro primo comunicato video, a mezzogiorno il secondo. «Rimaniamo dentro. Lo facciamo per solidarietà con tutti quelli che non sono riusciti a entrare al lavoro. Rimaniamo a oltranza, finché la polizia non ci caccia. Anche se…», dice Barillari poco prima delle 13, tradendo a un certo punto della frase un attimo di esitazione. Anche se? «Anche se, a proposito di viveri, confesso che stamattina avevo messo in conto di andare al bar qua dentro a prendere un po’ di roba in più. Il fatto è che non mi hanno fatto entrare, perché non avevo il green pass...».

 

Davide Barillari e Sara Cunial Davide Barillari e Sara Cunial

Anche i piani più riusciti hanno una falla. Succedeva anche ai personaggi interpretati da Al Pacino e John Cazale in Quel pomeriggio di un giorno da cani, film tratto dalla storia vera di due rapinatori entrati nell’orario di chiusura all’interno di una banca di Brooklyn. Chiediamo a Barillari se il parallelo tra lui e Al Pacino in quel film ci può stare. «Sì, dai, un po’ ci può stare», risponde. Poi ci pensa un secondo e aggiunge: «Però, forse, quello che stiamo facendo assomiglia più a V per vendetta». V per vendetta, V per vaccino, V per viveri che iniziano a scarseggiare, mentre le ore passano e loro due, Barillari e Cunial, sono chiusi là dentro, il wi-fi della Regione Lazio che fa le bizze e la protesta anti-green pass, nel mondo di fuori, che si è rivelata un mezzo flop. Alla richiesta di poter conferire con l’onorevole Cunial, Barillari prima dice «gliela passo» ma poi torna mestamente alla cornetta, sussurrando che «lei non rilascia interviste».

sara cunial 2 sara cunial 2

 

«Usciamo di qua solo se ci caccia la polizia. E poi non mi faranno più entrare visto che non ho il green pass, impedendomi di esercitare il mio mandato». Domanda secca: è vaccinato, Barillari? Risposta timida: «A questa domanda non posso rispondere». Poi il contatto si interrompe. E la lotta continua, almeno fino a sera quando i due escono dall’ufficio

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