LA RISPOSTA A "DAGOSPIA" DI GLORIA SATTA A VALERIO CAPPELLI
Carissimo Dago,
capisco che un’esclusiva mondiale come la prima intervista a Kevin Spacey dopo cinque anni e rotti di silenzio, dovuto alle sue vicende giudiziarie, possa suscitare invidie. E’ umano, anche se un po’ patetico.
Basta un minimo di esperienza di giornalismo per sapere che nessuno parlerebbe mai pubblicamente dei processi che lo vedono imputato, specie se ultra-delicati, e ancora in corso. Spacey, di cui ho correttamente riportato la situazione giudiziaria, ha tutto il diritto di non prendere posizione dell’argomento per difendersi nelle sedi opportune.
Giornalisticamente, era molto più interessante ascoltare dopo tanto tempo la voce dell’attore ostracizzato sulla base di semplici accuse, fargli raccontare in prima persona la sua rinascita cinematografica, registrare le sue emozioni e i suoi progetti. Lo ringrazio ancora per avermi concesso l’intervista.
C’è chi mastica amaro, ma altri ringraziano Il Messaggero per aver ridato la voce al più grande attore della sua generazione. E sono la maggioranza.
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