luigi nerini funivia stresa mottarone

“VOGLIO INCONTRARE I FAMILIARI DELLE VITTIME, VEDERE LE TOMBE DI QUELLE PERSONE, E POI METTERÒ A DISPOSIZIONE TUTTO QUEL CHE HO PER RISARCIRLI” - IL GESTORE DELLA FUNIVIA DEL MOTTARONE, LUIGI NERINI, È USCITO DAL CARCERE E DICE DI PROVARE “UN GRANDE DISPIACERE”, MA INTORNO A LUI È CAMBIATO TUTTO: I TURISTI SONO SCAPPATI DOPO LA TRAGEDIA E LA COMUNITÀ E GLI OPERAI CHE SI DIVIDONO TRA COLPEVOLISTI E INNOCENTISTI…

 

Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

 

LUIGI NERINI

All' uscita del carcere, è stato lui a dare le indicazioni. «Non si preoccupi» gli diceva l' assistente dell' avvocato Pasquale Pantano mentre si dirigevano verso l' auto inseguiti dai cronisti, «siamo quasi arrivati». Lui gli ha risposto quasi sopra pensiero, in modo inavvertitamente sbrigativo. «Conosco la strada, grazie, adesso giriamo a destra». Un suo amico, o che almeno sosteneva di esserlo a favor di telecamere, ha commentato con un sorriso: «Sempre il solito, non cambierà mai».

 

gabriele tadini

Gigi Nerini avrà già capito che intorno a lui è cambiato tutto. Quel «un grande dispiacere» a proposito delle vittime della funivia, le sue uniche parole ufficiali dette con l' espressione spaesata di chi ritrova la libertà, mentre veniva strattonato da una parte e dall' altra, a Stresa e sul lungo lago non verranno ascoltate da nessuno. E in buona sostanza non interessano neppure troppo. Fuori dai tribunali le sentenze sono definitive, una volta pronunciate.

 

FUNIVIA STRESA MOTTARONE

«Non riesco neppure a immaginare come affronterà i prossimi mesi». Fabrizio Bertoletti, il gestore dell' albergo Eden sul piazzale di partenza della funivia, lo conosce da quando erano entrambi bambini. Gli vuole bene, dice, ma al tempo stesso sta già pensando a costituirsi parte civile in un futuro processo, perché sono morte 14 persone, e con loro anche il turismo della montagna.

 

VILLA CLAUDIA - LA CASA DI LUIGI NERINI

C' è così poca gente che i gestori del bar Alp scendono dalla cima per prendere un caffè dal loro collega, permettendogli almeno di battere qualche scontrino. Nell' ultimo fine settimana neppure un coperto, tre fila di sedie vuote, qualcuno ne dovrà rispondere. «L' uscita dalla cella non è un' assoluzione, purtroppo, ma l' ingresso in un limbo destinato a durare chissà quanto».

funivia del mottarone 3

 

Raccontare la prima giornata in libertà di Gigi Nerini è come raccontare un' ombra.

Nel condominio di fronte alla sua Villa Claudia ci sono due famiglie in attesa sui balconi, dall' alto arrivano tintinnii di bicchieri e profumi di cibarie, aperitivo con vista sul colpevole che tale non è, ma è come se lo fosse.

 

enrico perocchio.

«Eccolo, è la sua macchina» urla un ragazzo quando a mezzogiorno la sua auto spunta dal vicolo e oltrepassa il cancello. Era un semplice vicino di casa, è diventato una calamita di morbosità e al tempo stesso oggetto di una rimozione che è già agli atti, nonostante il decreto di scarcerazione.

 

strage funivia del mottarone 2

«Anche noi ci sentiamo traditi» dice Gian Maria Vincenzi, presidente degli albergatori di Verbania, altro buon conoscente di Nerini. «La sua famiglia è nota, ci fidavamo di lui. Adesso, comunque vada, questo è un colpo durissimo per un territorio come il nostro, che al novanta per cento vive di turismo estero. In questo fine settimana i nostri paesi sono quasi vuoti, per tacere della montagna».

 

luigi nerini

Anche Marcella Severino, che alla fine degli anni Novanta ha condiviso la militanza leghista e il Consiglio comunale con Gabriele Tadini, non ha usato mezze misure. «Il buono e il cattivo c' è ovunque» ha raccontato. «Ma persone così spero ce ne siano pochissime».

 

Il mondo che aspetta il gestore della funivia Stresa-Mottarone è questo. Non basterà la ripartizione delle responsabilità individuali tracciata dal giudice per le indagini preliminari a cambiarlo. «Rimane sotto accusa, è senz' altro rovinato, verrà dimenticato» dice con amarezza un suo amico.

 

la vecchia ferrovia stresa mottarone

Nerini ha già detto nei giorni scorsi quali sono le sue intenzioni, almeno così le ha fatte filtrare il suo avvocato. «Voglio incontrare i familiari delle vittime, vedere le tombe di quelle persone, e poi metterò a disposizione tutto quel che ho per risarcirli». Ma anche questo ormai è quasi un dettaglio.

FUNIVIA DEL MOTTARONE - SECONDO FORCHETTONE

 

Ormai è come se questa tragedia avesse trovato il suo alveo, confinata a un ristretto gruppo di persone. A un nido di vipere, come ricostruisce anche l' ordinanza del Gip, un tutti contro tutti dal quale chiunque ha interesse a tenersi ben lontano. Con Tadini che accusa gli altri due, gli operai della struttura che si dividono tra colpevolisti e innocentisti.

LA FUNIVIA E UNA FOTO DI LUIGI NERINI

 

Uno di loro, si chiama Fabrizio Coppi, accusa in modo diretto l' imprenditore e poco importa che siano state valutate da un giudice terzo come dichiarazioni all' insegna della sopravvivenza personale, rimarranno comunque agli atti.

 

strage funivia del mottarone

«Ho personalmente capito, in più occasioni, che ad avaria o anomalia riscontrata, Tadini riferiva a Perocchio e Nerini che era necessario fermare l' impianto. Ma nonostante questo, le loro volontà erano di proseguire l' eventuale riparazione e ripristino dell' anomalia più avanti nel tempo, quando ad esempio la funivia si sarebbe fermata per la chiusura stagionale».

 

Ieri a mezzogiorno Stresa si è fermata per un minuto. Poi tutto è ripartito, era pur sempre domenica. Quali che siano le sue eventuali colpe, il silenzio che sta avvolgendo Gigi Nerini invece durerà molto di più.

funivia del mottarone il forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone INCIDENTE FUNIVIA STRESA MOTTARONEincidente funivia stresa mottarone 2incidente funivia stresa mottarone FUNIVIA STRESA MOTTARONE PRECIPITAincidente funivia stresa mottaroneprecipita funivia stresa mottarone FUNIVIA stresa mottarone FUNIVIA DEL MOTTARONEINCIDENTE FUNIVIA STRESA MOTTARONE LAGO MAGGIOREincidente funivia stresa mottaronefunivia Stresa MottaroneFUNIVIA stresa mottaroneil forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone luigi nerini

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?