covid lombardia

MADONNINA, CHE CONTAGIO! UN POSITIVO SU TRE E' IN LOMBARDIA - IN UN SOLO GIORNO I CONTAGIATI DELLA REGIONE SONO STATI 29 MILA - I POSITIVI IN QUARANTENA SONO 150 MILA, A CUI SI AGGIUNGONO 600 MILA PERSONE ISOLATE PERCHE' CONTATTI STRETTI - GUIDO BERTOLASO, CONSULENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA: "EVITIAMO DI FARCI TRAVOLGERE DAI NUMERI. IL PARAMETRO DEI POSITIVI E' INGANNEVOLE. IL SISTEMA STA REGGENDO BENE. LA PRESSIONE SUGLI OSPEDALI E' PIU' BASSA RISPETTO AD ALTRE AREE DI ITALIA"

Sara Bettoni per il Corriere della Sera
 

Bollettino Lombardia 28 dicembre 2021

Mai così tanti positivi in Lombardia in un solo giorno: quasi 29 mila, un terzo degli infetti emersi ieri in Italia a fronte di una popolazione che è un sesto di quella nazionale. Sono 150 mila i cittadini in quarantena perché contagiati, senza contare gli isolati in quanto contatti stretti. In tutto, almeno 600 mila persone. Già si vedono le prime ripercussioni sui servizi, con Trenord costretta a cancellare alcune corse per mancanza di personale e Atm, la società di trasporti milanese, che guarda con preoccupazione la ripresa di gennaio.
 

Milano Covid

Numeri altissimi di contagi, per la corsa del virus ma anche per il record di tamponi effettuati. Sono oltre 224 mila i test registrati ieri, che hanno causato code chilometriche negli ospedali e nelle farmacie. Molti, moltissimi non hanno sintomi o ne hanno pochi. Merito del vaccino che protegge dalla malattia grave, spiegano i medici, e che permette di limitare la pressione sugli ospedali, pur in risalita.
 
«Se fossimo tutti immunizzati, avremmo una situazione molto tranquilla in reparto» sintetizza Andrea Gori, direttore di Malattie infettive al Policlinico di Milano. «Le percentuali dei ricoverati sono superiori tra chi non è protetto - ricorda il presidente della Regione Attilio Fontana ai microfoni di Rai Radio Uno -. In Lombardia abbiamo il dieci per cento di non vaccinati, ma i non immunizzati in ospedale sono il 55 per cento. Questo chiarisce come la vaccinazione sia fondamentale».
 

Milano Covid file in farmacia

Sono state raggiunte le soglie d'occupazione delle terapie intensive (193 pazienti), dei ricoveri ordinari (1.698) e dell'incidenza di contagi settimanale. Dati tuttavia molto più bassi rispetto alle precedenti ondate, quando si è arrivati ad assistere fino a 12 mila malati. «Siamo al limite tra la zona bianca e la zona gialla» ammette Fontana. Il passaggio non comporterebbe restrizioni significative per i cittadini, già da ora obbligati alla mascherina all'aperto. Si guarda con attenzione a quello che succede in corsia. «Vediamo due epidemie diverse - dice ancora Gori -. I vaccinati normalmente hanno sintomi molto modesti, i non vaccinati invece corrono più rischi».
 

Covid Milano file in farmacia 2

Circa 8,5 milioni di lombardi hanno detto sì al vaccino, il 58 per cento di chi ha diritto ha già ricevuto la terza dose. Basterà a evitare di mandare in tilt i reparti? «Solo una piccola quota degli immunizzati viene ricoverata. Ma se le infezioni aumentano di molto, anche il secondo numero cresce» spiega Gori. «Il 3 per cento degli attuali infettati finirà in reparto - secondo Stefano Centanni, pneumologo dell'Asst Santi Paolo e Carlo di Milano -. Servono collaborazione con i medici di famiglia e strutture per assistere i malati lievi. Solo così potremo occuparci anche degli "altri" pazienti. E ai cittadini chiediamo di usare la mascherina e di vaccinarsi: la differenza si vede».
 
BERTOLASO
Cesare Giuzzi per il Corriere della Sera
 

bertolaso

La Lombardia ha segnato il record di nuovi contagi: 28.795, quasi 5 mila a Milano città. Stiamo affondando, dottor Bertolaso? 
«Evitiamo di farci travolgere dai numeri. I dati vanno analizzati sulla base di quello che conosciamo oggi del virus. Stiamo attenti anche a come comunichiamo. Chi vive in prima linea, negli ospedali, ha una fotografia del virus molto diversa rispetto a un anno fa». 
 

guido berolaso 2

E cosa sappiamo? 
«Omicron è più contagiosa e questo spiega un numero così alto. Ma è meno letale, tra i vaccinati con tre dosi poi la sintomatologia è molto diversa da Delta. Il parametro dei positivi è ingannevole. Per questo nonostante il record cambia poco, per fortuna». 
 
Cosa dobbiamo fare? 
«I vaccini funzionano, rendono gestibile il contagio e anche la malattia tra coloro che hanno completato le tre dosi. La chiave sta qui. Accelerare sempre di più sulla campagna vaccinale. In Lombardia siamo quasi al 60 per cento di terze dosi, dobbiamo accelerare ancora». 
 

guido bertolaso

Guido Bertolaso è il consulente di Regione Lombardia per la campagna vaccinale. Dal suo osservatorio racconta una realtà diversa rispetto alle scene di isteria collettiva viste a Milano, con polizia e carabinieri intervenuti per calmare gli animi tra chi è in fila per i tamponi e l'assalto ai test degli ultimi giorni.
 
Dottor Bertolaso, Milano e la Lombardia sono l'epicentro dell'ondata di Omicron? 
 
«Il sistema sta reggendo bene, mi creda. I numeri sono seri, ma in qualche modo viziati da un lavoro straordinario che si sta facendo sulla ricerca del virus».
 

tamponi drive in a milano

Quale?
«Dal 20 al 27 dicembre, la Lombardia ha fatto 270 mila tamponi molecolari e 830 mila antigenici. Un milione di test. Nel resto d'Italia sono 4 milioni. Quindi il rapporto è di un milione contro quattro. Significa che qui c'è più attività diagnostica, più controllo e più indagine del virus. Ricordiamoci che la Lombardia seppure per poco è ancora in zona bianca, la pressione sugli ospedali è più bassa rispetto ad altre aree d'Italia». 
 
Ad esempio?
«I reparti non sono chiusi, si fanno gli ambulatori, gli interventi. Un anno fa tutto era molto diverso». 
 

tamponi drive in a milano 2

Omicron è davvero meno letale? 
«Abbiamo uno studio con l'Università Bicocca: su 540 casi testati solo 14 hanno richiesto il ricovero ospedaliero. La curva di incidenza è massima tra i non vaccinati o tra chi non ha completato la terza dose. E tra i bambini fino a 10 anni che poi sono quelli che portano il virus a casa. Dobbiamo aumentare i vaccini tra bambini e adolescenti. Oggi è vaccinato solo il 10% dei bambini, ma rispetto al dato nazionale siamo al 30%». 
 
Ritardi, tempi di attesa lunghissimi per le prenotazioni, code chilometriche. Il sistema dei tamponi è in tilt? 
«La task force regionale ha fissato delle priorità. Sappiamo chi è più fragile, chi rischia di più, chi viene colpito in modo più serio. Conosciamo il virus e abbiamo imparato a comprendere come si muove la nuova variante. La priorità va data a chi non ha completato il ciclo vaccinale e a chi ha sintomi. Un vaccinato con tre dosi, anche se entra in contatto con un positivo, ha poche probabilità di sviluppare la malattia e in forma lieve. Dobbiamo considerarlo». 
 

VACCINO ANTI COVID REGIONE LOMBARDIA

Quindi basta assalti ai tamponi? 
«I vaccinati con tre dosi non devono essere testati se non hanno sintomi. Il contact tracing deve avere la precedenza per i non vaccinati, i più fragili o chi non ha completato il ciclo. Se eliminiamo dalle code chi non ha l'urgenza di essere testato, perché ha tre dosi, perché non ha sintomi o solo per il green pass, allora riduciamo la pressione anche sui tamponi. Al netto che sono stati aumentati i centri e le linee vaccinali». 
 

VACCINO ANTI COVID REGIONE LOMBARDIA

Ma non è un liberi tutti? Non c'è il rischio di avere positivi in giro che non si sottopongono al tampone? 
«Chi ha effettuato le tre dosi è meno "pericoloso" per sé e per gli altri. Bisogna pensare a una contagiosità mitigata che dobbiamo governare». 
 
In che senso? 
«Omicron è seria ma non provoca quello che abbiamo visto l'anno scorso. La situazione da un punto di vista epidemiologico va gestita grazie alle tante conoscenze che abbiamo adesso. E occorre considerare le conseguenze sanitarie, economiche e sociali». 
 

ospedali covid 9

Lei è favorevole a una revisione delle quarantene, quindi? 
«Chi ha tre dosi di vaccino, a mio parere, può evitare la quarantena se non ha sintomi. Deve aumentare l'autocontrollo della temperatura e le precauzioni sanitarie, ma se non ci sono sintomi anche in caso di contatto stretto non ha senso isolarlo dal mondo». 
 
Crede che il Cts sposerà questa linea?
«Penso che ci saranno cambiamenti. Magari più graduali in vista della ripresa del 10 gennaio, ma sono necessari». 
 

ospedali covid 10

Realisticamente cosa dobbiamo aspettarci a Milano e in Lombardia? 
«Se aumentiamo le vaccinazioni, unica arma per ridurre gli effetti del virus, considerati anche i casi immunizzati e asintomatici, in due mesi saremo completamente fuori da Omicron».

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