alberto tarallo losito

LA MATTINA DEL SUICIDIO DI TEODOSIO LOSITO, L'8 GENNAIO 2019, C'ERANO SEI PERSONE NELLA VILLA DI ZAGAROLO CHE LO SCENEGGIATORE DELLA "ARES" CONDIVIDEVA CON IL COMPAGNO E PRODUTTORE ALBERTO TARALLO. OLTRE A LORO DUE, DUE COLF, LA CUOCA E L'ATTORE ANDREA MARRAS, IN ARTE NITTO FLORES, CHE HA PROVATO A RIANIMARE LOSITO SPOSTANDO IL CORPO SU LETTO - A DESCRIVERE LA CONDIZIONE DI FRAGILITÀ PSICOLOGICA LO SCENEGGIATORE, CI SAREBBERO ANCHE 5 LETTERE D'ADDIO…

1 - TARALLO E IL CORPO DI LOSITO SPOSTATO «ABBIAMO PROVATO A SALVARLO»

Giovanna Cavalli e Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera"

 

ALBERTO TARALLO TEODOSIO LOSITO

 «Dov' è Teo? Qualcuno lo ha visto? No? Strano, è quasi mezzogiorno. Possibile che dorma ancora? Vado a chiamarlo». Alberto Tarallo scende al piano terra di Villa Dafne, sui colli ombrosi di Zagarolo. Bussa, nessuna risposta. Apre la porta della stanza di Teodosio Losito, suo ex compagno per quasi vent' anni. Lo trova. Penzola dal termosifone, uno di quelli alti, impiccato con la sciarpa della mamma annodata intorno al collo.

 

Non respira più. È l'8 gennaio del 2019. Tarallo lancia un urlo disperato, dalla cucina accorrono le due cameriere, la cuoca, arriva trafelato anche Andrea Marras, in arte Nitto Flores, uno degli ultimi divi lanciati dalla Ares Film già avviata verso il declino, che vive lì con loro. Prima di recitare faceva il bagnino, perciò ha preso un brevetto di primo soccorso. Nella concitazione di quei momenti, tra grida e singhiozzi, prova a fare un ultimo tentativo di salvare Teo.

alberto tarallo

 

Con l'aiuto degli altri, sposta il corpo sul letto e tenta di rianimarlo. Respirazione bocca a bocca, massaggio cardiaco. Niente da fare. Teo è morto. Questi sono stati i suoi ultimi istanti. O almeno così ha provato a ricostruirli l'avvocato Daria Pesce, che assiste il produttore (e parla sempre per lui, Tarallo tace), con una serie di indagini difensive utili per quando arriverà la convocazione (richiesta dal suo assistito) del pm Carlo Villani, che sta indagando contro ignoti per istigazione al suicidio, dopo le confessioni notturne di Adua Del Vesco e Massimiliano Morra al Grande Fratello Vip.

 

teodosio losito

In cui veniva evocata l'esistenza di un malefico «Lucifero», signore del Male, che imperava sulla loro vita e sulla loro carriera. E che avrebbe indotto il povero Losito a togliersi la vita. Provato dalla vergogna del fallimento, dall'onta dei debiti e dalla morte della mamma. E da un altro grande dolore del passato, quando, racconta chi lo incontrò sulle passerelle, faceva ancora il modello e si chiamava Theo: il suo fidanzato di allora, un dentista newyorkese, morì all'improvviso nel sonno, nel letto accanto a lui.

 

alberto tarallo

Il racconto di chi si trovava alla villa, quella mattina, ovvero le due collaboratrici domestiche, la cuoca, e Marras/Flores, è più o meno lo stesso, spiega l'avvocato Pesce. Tutti avrebbero confermato che, fallito il tentativo di rianimare Losito, furono chiamati i soccorsi. Per questo gli operatori del 118 trovarono il corpo spostato. Una circostanza che invece aveva insospettito Giuseppe Losito, il fratello di Teo, pentito di aver dato il proprio consenso alla cremazione.

 

E che ora rivendica sia l'assicurazione sulla vita da 300 mila euro che l'eredità, convinto che esista un secondo testamento. Le indagini difensive avrebbero anche chiarito il giallo dell'anello di Teo (con modesto zircone, secondo Tarallo, con un grosso rubino, secondo Pino Losito, che reclama pure un Rolex), scomparso dalla sua mano.

gabriel garko adua del vesco

 

Sarebbe stato proprio lui a sfilarselo il 7 gennaio, il giorno prima di uccidersi, per regalarlo a Nitto Flores, che lo aveva al dito durante il funerale. Intanto in Procura ieri è stato il giorno di Nancy Brilli. Tailleur nero, camicia bianca e nera a motivi geometrici, l'attrice, anche lei un tempo nel glorioso listino della Ares Film, è rimasta a colloquio con il pm per quasi due ore. Ripercorrendo, si suppone, la storia di un sodalizio fortunato con il duo Tarallo-Losito, ma bruscamente interrotto.

 

alberto tarallo

Come già spiegò a Verissimo pochi mesi fa: «Con loro ho fatto dei bellissimi lavori di successo, però, a un certo punto si deve essere rotto qualcosa. Di colpo ho smesso di lavorare, senza sapere il perché. Una sera mi è arrivato un fax: "Siccome lei non ha accettato, non farà il prossimo film con noi", c'era scritto. Non ho mai capito cos' era che non avevo accettato. Mi hanno fatto fuori e basta. Ci ho sofferto tanto, ma oggi me ne sono fatta una ragione».

 

2 - GIALLO DELLA MORTE DI LOSITO A ZAGAROLO "A VILLA DAPHNE C'ERANO SEI PERSONE"

Andrea Ossino Francesco Salvatore per "la Repubblica - Edizione Roma"

 

La mattina del suicidio di Teodosio Losito, l'8 gennaio 2019, c'erano sei persone a villa Daphne, la residenza a cinque stelle di Zagarolo che lo sceneggiatore della Ares condivideva con il compagno e produttore Alberto Tarallo. Oltre a loro due, due colf, la cuoca e l'attore Andrea Marras, in arte Nitto Flores, che ha provato a rianimare Losito: «Solo la sera prima mi aveva regalato il suo anello con zircone», ha spiegato l'attore che proprio nel giorno del funerale di Losito lo aveva indossato, non passando inosservato.

 

Teodosio Losito a Sanremo 1987

I quattro testimoni diretti sono stati sentiti dall'avvocato Daria Pesce, difensore di Alberto Tarallo. Il produttore, che non è indagato nel fascicolo per istigazione al suicidio aperto dalla procura ha dato mandato al suo legale di delimitare il perimetro della vicenda ascoltandoli in indagini difensive: «Non c'è nessuna istigazione al suicidio - ha spiegato l'avvocato Pesce - Losito si è suicidato perché si sentiva un fallito e la Ares stava fallendo: pensava di aver deluso tutta la gente che credeva in lui».

 

Eva Grimaldi, Barbieri e Teo Losito

Le testimonianze, che hanno piena valenza e che saranno depositate agli atti, fanno chiarezza proprio su quelle drammatiche ore. Stando ai racconti, quando Losito è stato trovato con il foulard al collo attaccato ad un termosifone, fissato ad alcuni metri dal pavimento, è stato spostato sul letto e poi, in due, hanno provato a rianimarlo.

 

In particolare proprio Flores, che in passato aveva fatto un corso di rianimazione- salvataggio da bagnino. Quando sono arrivati i carabinieri hanno trovato il cadavere sul letto. Non ci sarebbe nessun arcano, dunque, stando alla difesa di Tarallo: in più, a descrivere la condizione di fragilità psicologica in cui versava Losito, ci sarebbero anche 5 lettere d'addio lasciate dallo sceneggiatore.

 

Teo Losito Pino-Pellegrino Ekberg

Su un binario diverso, intanto, l'indagine del pubblico ministero Carlo Villani va spedita. Ieri è stata ascoltata in procura come persona informata sui fatti Nancy Brilli, che in passato ha lavorato nelle produzioni Ares: «Da un giorno all'altro sono stata eliminata dalla produzione - aveva detto l'attrice romana in un'intervista - Non era gente cui con avessi particolarmente passione a lavorare. C'erano persone che non mi piacevano, la gestione non era chiara. So che fino al giorno prima lavoravo e il giorno dopo non lavoravo più».

TEODOSIO LOSITO

 

L'attrice è solo l'ultima di una serie di volti - da Gabriel Garko ad Eva Grimaldi passando per Francesco Testi, Giuliana De Sio - che hanno sfilato in procura dall'apertura del procedimento in seguito al colloquio di Adua Del Vesco e Massimiliano Morra all'interno della casa del Grande fratello Vip a settembre: «Io non ci credo che sia stato un suicidio, sai? Tanto sappiamo bene chi è l'artefice di tutto questo schifo», la frase di Del Vesco immortalata dalle telecamere. I due avevano ipotizzato che qualcuno avesse spinto lo sceneggiatore ad uccidersi, insinuando sospetti proprio sulla figura di Tarallo, definito "Lucifero". In più avevano dipinto la Ares come una presunta setta in cui sarebbero stati fortemente controllati gli aspetti della vita privata degli attori.

 

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…