la foto che ritrae i ragazzi insieme ragazzi scomparsi emilia romagna alessandro venturelli stefano barilli

IL MISTERO DEI DUE VENTENNI SPARITI - LA STRANA STORIA DI ALESSANDRO E STEFANO, SCOMPARSI A DISTANZA DI DUE MESI A SASSUOLO E PIACENZA - NON SI CONOSCEVANO, MA A MILANO UNA DONNA CHE AVEVA GUARDATO "CHI L'HA VISTO?" LI HA NOTATI E FOTOGRAFATI: SONO DAVVERO LORO? - LE MADRI: "SEMBRA ABBIANO UNA DIVISA, POTREBBERO ESSERE STATI PLAGIATI DA QUALCHE SETTA CHE PROMETTEVA GUADAGNI FACILI. AIUTATECI A RITROVARLI, FORSE STAVANO ANDANDO IN SVIZZERA..."

Alessio Ribaudo per il "Corriere della Sera"

 

il giallo dei due ventenni spariti

Nella misteriosa «città degli scomparsi» oggi abitano oltre 62 mila italiani che, un bel giorno, hanno fatto perdere le loro tracce. Alle volte sono dei tali rompicapo che neanche i migliori investigatori riescono a risolverli dopo decenni di ricerche. Alcuni rimangono confinati a drammi familiari mentre altri diventano casi mediatici. Gli ultimi episodi nascono in Emilia-Romagna, in tempi diversi, e riguardano due ragazzi di cui nessuno sapeva che si conoscessero. Però hanno avuto comportamenti così simili prima di sparire da sembrare «gemelli». A legarli è, soprattutto, una foto che potrebbe ritrarli il 18 febbraio, alle 19, all'interno della stazione Centrale di Milano.

 

foto di alessandro venturelli

A Sassuolo, nel Modenese, il perito elettronico di 20 anni Alessandro Venturelli lo scorso 5 dicembre entra in bagno, si taglia le basette, mette in uno zaino della biancheria intima e poi lascia lo smartphone e il pc in camera, senza tracce utili. Quindi va via dall'appartamento in cui vive con i genitori. Da allora mai più un messaggio, una chiamata: nulla.

 

stefano barilli scomparso

A Piacenza, l'otto febbraio, Stefano Barilli, 23 anni, riordina la camera, cancella irreversibilmente le memorie del pc portatile e del cellulare, toglie la Sim e scrive una lettera d'addio che lascia in bella vista insieme al passaporto e un bancomat. Il conto corrente collegato è cospicuo grazie anche alle eredità ricevute dal padre e dal nonno. «I soldi sono per mia sorella minore a patto che consegua la laurea». Infine, riempie lo zaino con dei boxer, la carta d'identità, la patente, la tessera sanitaria, chiude il portone della casa materna e si dilegua.

 

Sulle prime, per entrambi, si pensa a un gesto estremo ma le ricerche delle forze dell'Ordine sono vane. Non ci sono collegamenti apparenti: nessuno sa che sono amici, abitano città diverse, sono spariti a distanza di due mesi. «La madre di Stefano, il giorno stesso, ha denunciato la scomparsa alla questura e attendiamo riscontri», spiega l'avvocata Ilaria Sottotetti. Di lui si occupa la Rai con Chi l'ha visto.

 

alessandro venturelli

Il 18 febbraio arriva una svolta. Una donna che ha seguito quella puntata intravede uno che gli somiglia all'interno della stazione Centrale di Milano. È in compagnia di un ragazzo più basso, riccioluto. Trova un escamotage per non insospettirli: scatta un selfie inquadrando pure loro e la foto viene inoltrata alla mamma di Stefano. «Quando mi è arrivata, seppur sgranata, ho avuto un sussulto - ricorda Natascia - perché sentivo che fosse vivo. È più esile ma potrebbe essere l'effetto ottico del cappotto di una taglia in più grande. Ho rivisto la foto e pensato che l'altro potesse essere Alessandro Venturelli - spiega - e ho contattato i suoi genitori: lo hanno riconosciuto».

 

alessandro venturelli sparito

Roberta, sua madre, nota una stranezza: «Sembra abbiano una divisa, i vestiti sono uguali, eleganti, ma Ale odiava il look total black». Anche i Venturelli hanno segnalato l'allontanamento e si sono confrontati con Natascia. Si scoprono tante analogie: «Erano umorali, si erano staccati dagli amici, relazioni brevi erano molto ambiziosi tanto da poter essere stati attratti da una sorta di setta che magari ha promesso guadagni facili se avessero tagliato i ponti con noi: aiutateci a ritrovarli, li aspettiamo».

 

alessandro venturelli con la madre

I primi lavori non li avevano soddisfatti. «Stefano voleva creare una startup - spiega Natascia - e aveva trascorso un mese a Zurigo in cerca di fondi. Era tornato deluso, gli ricordavo come avesse già i capitali. Rispondeva che dai corsi in Rete frequentati aveva imparato che le aziende si finanziano con le banche».

 

la foto che ritrae i ragazzi insieme

Anche Alessandro era inquieto. «Stava leggendo un libro sulle facoltà mentali nascoste ed ero preoccupata - ricorda Roberta -, mi aveva confidato di sentirsi manipolato. Pensava all'estero perché ha una sorella che vive in Svizzera e, su suo consiglio, studiava le lingue». «Anche la Svizzera è in comune, magari da Milano stavano andando lì», conclude Natascia.

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