piero amara giovanni tinebra

PE' FA' NA VITA MENO AMARA, ME SO' COMPRATO UNA LOGGIA... - IL LOBBISTA DELLA GIUSTIZIA TANTO AL CHILO RACCONTA AI PM DI AVER “SVOLTATO” NEL 2014 QUANDO, UNA VOLTA TRASFERITOSI A ROMA, SCOPRE CHE LA LOGGIA “UNGHERIA” VANTAVA AFFILIATI ALL’INTERNO DEL CSM, NELLE PROCURE, TRA GLI STUDI LEGALI PIÙ NOTI DEL PAESE, NEL MONDO IMPRENDITORIALE. ADDIRITTURA NEL CONSIGLIO DI STATO - I DUBBI DEI PM: “O E' UN DEPISTATORE PROFESSIONISTA E ALLORA DEVE ESSERE ACCUSATO DI CALUNNIA AGGRAVATA, O IL PAESE E' IN MANO A LOGGE..."

Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian per www.editorialedomani.it

PIERO AMARA

 

Secondo Piero Amara, l’ex avvocato dell’Eni che ha patteggiato 4 anni e tre mesi di carcere per aver corrotto giudici da cui comprava sentenze, era questo il segno principale di riconoscimento tra i “fratelli”. Se la persona non rispondeva alla domanda, significava che l’interlocutore – a cui si doveva pure premere per tre volte l’indice sul polso – era effettivamente un affiliato alla loggia coperta chiamata appunto “Ungheria”.

 

Un gruppo – dicono a Domani fonti vicine all’inchiesta – di cui Amara ha ammesso di fare parte da oltre tre lustri.   L’ex lobbista ha raccontato un anno e mezzo fa ai magistrati di Milano e a quelli di Perugia (ora titolari del fascicolo) anche questi dettagli: cenacoli, incontri carbonari, segni di riconoscimento dei membri della sconosciuta massoneria. Aggiungendo che avrebbe conosciuto i primi cappucci frequentando l’Osservatorio permanente della criminalità organizzata (la Ocpo).  

 

giovanni tinebra

Contro il giustizialismo   Un organo siciliano di cui fu animatore e presidente Giovanni Tinebra, ex potente procuratore a Caltanissetta che puntò, tra i primi, sul falso pentito di mafia Vincenzo Scarantino, che con le sue false dichiarazioni depistò le indagini sull’attentato a Paolo Borsellino. Tinebra divenne nel 2001 potente capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) e vicepresidente della corrente Magistratura indipendente.  

 

vincenzo scarantino

Amara ha detto ai pm milanesi e perugini che sarebbe stato cooptato nella fantomatica “Ungheria” da Tinebra in persona (il magistrato non può smentire, perché deceduto nel 2017, ma dal suo entourage spiegano che è «un’assoluta falsità»), e che il gruppo – di cui farebbero parte molti magistrati di Mi, la corrente “moderata” già travolta dallo scandalo Palamara – si era imposto una missione sacra: quella di difendere lo stato di diritto, in modo da contrastare il giustizialismo dilagante nella magistratura italiana.  

 

Sia vera o meno l’esistenza stessa dell’associazione, quello che il lobbista riporta sembra una consorteria basata su interessi plurimi, dedita fondamentalmente a pilotare le nomine nel Consiglio superiore della magistratura e delle procure più importanti d’Italia (Amara parla pure di manovre su quelle di Milano e Roma), per poi fare affari e scambi di favori tra soci e simpatizzanti.  

vincenzo scarantino

Amara e il suo socio Giuseppe Calafiore (anche lui sarebbe dentro “Ungheria”) non hanno ancora consegnato una lista di confratelli che sostengono di nascondere all’estero (ci sarebbero una quarantina di nomi, tra giudici, vertici istituzionali e capi delle forze dell’ordine), e dicono di averne sbirciati altri sfogliando una copia custodita da un altro magistrato presunto massone. La Guardia di finanza, titolare delle indagini, ha perquisito la sua casa qualche mese fa, ma senza la stessa fortuna di coloro che trovarono l’elenco della P2 a Castiglion Fibocchi.  

 

PIERO AMARA

L’affiliazione   La coppia hanno detto che chi veniva affiliato alla loggia (in gergo, era stato “fatto” o “sverginato”) doveva lavorare a piazzare gli adepti di Ungheria nelle stanze dei bottoni dei palazzi del potere.

 

Gli “sverginati” erano legati tra di loro non da un vincolo di obbedienza gerarchico, come si usa nelle conventicole old style, ma a quello di “solidarietà”: in pratica, se qualche fratello ti chiedeva favori, c’era l’obbligo – dice Amara – di essere disponibili.  

 

Inizialmente, tra cene in hotel all’Excelsior di Catania e incontri nei bar e convegni di associazioni culturali, l’avvocato (pure indagato per calunnia a Milano dopo gli esposti dei vertici dell’Eni) disegna un’associazione con radici sicule, i cui contorni sembrano intrecciarsi – almeno come modus operandi – al cosiddetto “Sistema Siracusa”, quel gruppo di faccendieri, imprenditori e giudici corrotti di cui faceva parte lo stesso Amara e recentemente smantellato dalle inchieste della procura di Messina. Ma poi la storia si complica.

strage borsellino via d'amelio

L’ex legale dell’Eni ammette di avere contribuito a nominare, su richiesta di confratelli, politici e amici nelle istituzioni regionali, elargito consulenze a destra e a manca, ottenuto finanziamenti pubblici per la Opco cara a Tinebra.  Con l’obiettivo principale, da “soldato semplice” della loggia, di far fare business ai più alti in grado, e crescere nei ranghi dell’ordine misterioso che sarebbe nato venti anni fa.

 

Ai pm spiega di aver “svoltato” nel 2014 quando, una volta trasferitosi a Roma, scopre non solo che “Ungheria” era più diffusa di quanto potesse immaginare. Ma che vantava affiliati all’interno del Csm, nelle procure, tra gli studi legali più noti del paese, nel mondo imprenditoriale. Addirittura nel Consiglio di stato, terremotato da un’indagine penale sull’attuale presidente Filippo Patroni Griffi, partita proprio da alcune dichiarazioni di Amara.  

filippo patroni griffi

 

Davanti ai magistrati Laura Pedio e Paolo Storari (quest’ultimo finito nella bufera per aver consegnato lo scorso aprile i verbali segreti a Piercamillo Davigo) il “facilitatore” indagato e usato da varie procure italiane cita decine di nomi di presunti associati, di magistrati impegnati in lotte correntizie, elenca complotti per colpire o affondare pm considerati scomodi (come Paolo Ielo, già “dossierato” durante la vicenda Palamara). Amara, dicono da tempo gli investigatori, sembra mischiare elementi autentici, altri inverosimili e molti difficilmente riscontrabili.  

 

Ma le dichiarazioni sono ancora più fumose, dice chi ha letto i verbali, quando il “pentito” dice che Ungheria non avrebbe mai avuto una sede stabile: i vertici (chiamati «i vecchi») si sarebbero riuniti di tanto in tanto a casa di un politico e un lobbista a Roma, mentre alcuni incontri venivano fatti addirittura in alcune chiese del centro di Roma. «Amara e Calafiore o sono depistatori professionisti e allora devono essere accusati di calunnia aggravata, o il paese è davvero in mano a logge che ricordano da vicino la P2», dice una fonte vicina ai dossier. Sarà Perugia a dover sciogliere l’enigma.

PIERO AMARA

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…