morti ucraina procuratrice kiev

LE PORCATE DEI RUSSI IN NOME DELLA GUERRA - LA PROCURATRICE GENERALE DI KIEV IRYNA VENEDIKTOVA RACCONTA COSA HANNO FATTO I SOLDATI DI PUTIN CONTRO I CIVILI UCRAINI: "CORPI CHE GIACCIONO ALLINEATI NELLE STRADE, CON MANI LEGATE E CHIARI SEGNI DI TORTURE E MUTILAZIONI. CADAVERI DI DONNE E BAMBINI VIOLENTATI E PARZIALMENTE BRUCIATI SULL'ASFALTO. UNA CAMERA DI TORTURA A BUCHA, PER CIVILI DISARMATI PRIMA SEVIZIATI E POI FUCILATI" - UNA SEPARATA INCHIESTA IPOTIZZA IL REATO PIÙ GRAVE DEL DIRITTO UMANITARIO: IL GENOCIDIO...

Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa

 

la procuratrice di kiev iryna venediktova 5

Torture, mutilazioni, stupri, esecuzioni di civili inermi. Migliaia di crimini di guerra, ma anche l'ipotesi di genocidio. Ancora ieri mattina, mentre i 45 colleghi dei Paesi membri del Consiglio d'Europa si riunivano a Palermo, non era chiaro se e come Iryna Venediktova, procuratrice generale dell'Ucraina, sarebbe riuscita a collegarsi.

 

la procuratrice di kiev iryna venediktova 4

Ma quando la sua voce per dodici minuti è risuonata da Kiev nella sala d'Ercole di Palazzo dei Normanni, non si è trattato solo di un «very special intervention», ma di un atto d'accusa contro la Russia in un consesso internazionale.

 

guerra e morti a bucha 10

La massima autorità giudiziaria ucraina ha ricostruito la tattica delle forze armate russe come emerge dalle prime indagini: prima le cose, poi le persone. «Fin dai primi giorni hanno preso di mira 5.137 edifici civili con bombardamenti indiscriminati» che hanno già distrutto 1.584 istituzioni educative e 340 strutture mediche.

 

guerra e morti a bucha 3

«Ma quando è diventato evidente che non potevano prendere il controllo della capitale e decapitare il governo, hanno iniziato a colpire massicciamente i civili come forma di punizione, seminando paura e terrore con atrocità di portata crescente».

 

Oltre a Kiev, Bucha, Irpin, Borodianka, Hostomel, «abbiamo situazioni simili in altre aree, e solide prove che i civili siano intenzionalmente presi di mira in modo diffuso e sistematico», anche se i russi si stanno attivando «per coprire le tracce e depistare le indagini».

 

la procuratrice di kiev iryna venediktova 6

Il catalogo delle brutalità comprende «corpi che giacciono allineati nelle strade, con mani legate e chiari segni di torture e mutilazioni; alcuni ancora con le biciclette o i cani, altri colpiti mentre cucinavano su fuochi di fortuna. Corpi di donne e bambini violentati e parzialmente bruciati sull'asfalto. Una camera di tortura a Bucha, per civili disarmati prima seviziati e poi fucilati. E violenze sessuali documentate con prove crescenti nelle regioni di Donetsk, Zaporizhia, Kiev, Lugansk, Kharkiv e Kherson».

 

la procuratrice di kiev iryna venediktova 2

Tra le 25 vittime di stupri, una è un minore. Altre otto indagini riguardano la deportazione in Russia e Bielorussia di 2.420 bambini. Nelle zone prese d'assedio «le forze russe stanno deliberatamente bloccando i corridoi umanitari per la consegna di cibo e medicine, nonché l'evacuazione di donne, bambini e anziani».

 

la procuratrice di kiev iryna venediktova 3

Caso limite è Mariupol, «una volta bella» e ora distrutta per il 90%, «con centinaia di civili e 500 soldati feriti ancora intrappolati nell'acciaieria Azovstal». La magistratura ucraina indaga su quasi 10 mila segnalazioni di crimini di guerra «e il numero cresce ogni giorno».

 

la procuratrice di kiev iryna venediktova 1

Quindici russi sono formalmente incriminati. Una separata inchiesta ipotizza il reato più grave del diritto umanitario: il genocidio. Ma da soli non ce la facciamo, avverte la procuratrice.

 

guerra e morti a bucha 2

Difficile individuare colpevoli e testimoni (molti fuggiti all'estero), nonché trovare attrezzature di medicina legale e tecnologie informatiche per gestire la massa di denunce.

 

guerra e morti a bucha 4

La cooperazione internazionale è necessaria «per farla finita con l'impunità dei colpevoli a tre livelli: soldati, capi militari, leader politici». Corte penale internazionale ed Eurojust collaborano; Polonia e Lituania hanno avviato indagini congiunte. Altri 16 Stati hanno aperto inchieste autonome.

 

«Mi appello a voi, non perdete l'attimo, contiamo sul vostro aiuto», conclude Venediktova. «Vi aiuteremo in questo compito difficile», chiosa il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi. Parole e applausi tutt'altro che di circostanza.

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